A cura di don Renato De Vido (14ª domenica del tempo oerdinario - anno A)

Entrare nella logica di Dio

Frequentiamo la scuola di Cristo, per “rubargli” i segreti di un atteggiamento umile e mite

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No, Dio decisamente non vuole che vinca il migliore, anzi: ha vinto lui per tutti. Dio non livella in basso, in nome di un falso buonismo, le nostre aspirazioni. Solo sa che ognuno è sé, ognuno è prezioso, pezzo unico, capolavoro, fuoriserie e non possiamo ingannarci credendo di dover dimostrare di valere, sbattendoci tutta la vita a conseguire risultati sempre più elevati.

1. È veramente necessario assomigliare a quei bambini che Gesù ama e accarezza, e che sono felici di essere amati, perché non sono discussi. È veramente necessario abbassare le armi davanti a lui, a rischio di passare di fianco al più bell’incontro che un uomo possa fare senza accorgersene. E per colui che lo accoglie in tal modo Gesù serba le rivelazioni più grandi, quelle che nessuno può conoscere e che trattano del mistero di Dio stesso.

C’è di più. Qui la gioia di Gesù esplode. Nessuno lo mette in discussione, nessuno lo fa passare al vaglio di una critica saccente. Vi sono anche coloro che lo accolgono semplicemente, che spontaneamente intuiscono che non si tratta di capire tutto, ma di accettare d’essere amati.

2. Ingannato dalle sue stesse deliranti certezze, l’uomo contemporaneo crede davvero di essere il dominatore dell’universo e subisce questo stile di vita senza neppure interrogarsi sulla validità di tali scelte. Ma Dio – che ci conosce – dice altro, dice l’esatto contrario. L’unico davvero riuscito, il perfetto, il vero dominatore dell’Universo, sorride di queste nostre infantili paranoie, e ci chiede di vivere nello Spirito, non nella carne, di entrare nella logica altra, quella di Dio, quella dell’interiorità, dove i risultati si misurano nell’amore, non nei punti percentuali di guadagno di un’azienda.

Gesù stesso, quando vede realizzata questa logica, resta stupito: il suo vangelo, la sua missione è snobbata dagli intellettuali e dagli arricchiti di turno, e viene capita e accolta dagli sconfitti della storia. Gesù fa i complimenti a Dio, perché ribalta le nostre effimere certezze.

3. Una volta abituati a questa semplicità, appare meno dura anche la proposta di prendere il giogo di Cristo. Quando si acquista il “senso dell’eterno”, si dà sapore anche a tutte le dimensioni fraterne o sociali. Gesù non intende consacrare l’ignoranza, che è sempre schiavitù, ma la semplicità, la docilità, la verità che sono dentro l’uomo. La persona che si ispira a questo modello, incontra veramente gli altri sul piano della cordialità e dell’autenticità.

Per imparare bene, occorre “frequentare” la scuola di Cristo, “rubargli” un po’ alla volta i segreti di un atteggiamento umile e mite. Forse il Vangelo odierno vorrebbe dirci soltanto una cosa: con la preghiera fiduciosa rivolta al Padre, per la mediazione di Cristo, il cuore dell’uomo si trasforma.

E tu, da che parte scegli di stare, con che logica decidi di ragionare? Discepoli del Maestro Gesù, siamo invitati a ridire a noi stessi e al mondo qual è la vera natura delle cose, e a viverne di conseguenza.