Mercoledì 5 luglio nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Feltre

Li mandò a due a due

La festa a Feltre per i settant’anni di sacerdozio di don Lino Mottes e don Enrico Zasio

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«Li mandò a due a due» (Lc 10,1). Le parole dell’evangelista Luca, nel momento in cui il Signore invia in missione i suoi discepoli, sembravano riecheggiare nella cerimonia di festeggiamento dei settanta anni di vita presbiterale di don Lino Mottes e di don Enrico Zasio. Insieme ad altri confratelli, ora in paradiso, i due presbiteri il 5 luglio 1953 furono ordinati sacerdoti e da quel momento si posero al servizio della comunità ecclesiale con dedizione e generosità.

La presenza di molti fedeli giovedì 5 luglio, alla santa Messa nella chiesa di Santa Maria degli Angeli di Feltre, è stata la conferma del sentimento di stima e di gratitudine da parte di tutta la collettività. La celebrazione è stata presieduta dal vescovo Renato, presente il vescovo emerito monsignor Andrich e numerosi altri presbiteri della diocesi. Una cerimonia toccante vissuta come momento di grazia, in armonia con la prospettiva del testo evangelico della Liturgia della Parola (Gv 21,15-25). La domanda che Gesù rivolse a suo tempo all’apostolo Pietro – ha sottolineato il Vescovo – è la stessa per don Lino e don Enrico: «Mi ami tu?». Quell’amore da cui si è generata la Chiesa, che continua nel suo cammino grazie alla testimonianza di fede e di annuncio del vangelo di chi, come don Lino e don Enrico, si è posto alla sequela di Cristo.

Il ministero sacerdotale, pur contrassegnato da fatiche e difficoltà, è motivo di consolazione, di amicizia e benevolenza come attestano le parole di raccomandazione che san Paolo nella Lettera ai Romani rivolge ai suoi numerosi amici e collaboratori: «Vi salutano tutte le chiese di Cristo» (Rm 16,15). Così molto più umilmente e semplicemente l’intera diocesi si è raccolta per un saluto affettuoso intorno ai due anziani sacerdoti, visibilmente commossi e certamente memori di tante vicissitudini, sia liete che dolorose. Don Lino e don Enrico sono la memoria storica della diocesi bellunese. Nel corso del loro ministero hanno visto succedersi otto Papi, di cui quattro santi, e otto Vescovi che hanno retto la diocesi. Hanno assistito allo svolgimento del Concilio Vaticano II, partecipato a vari congressi eucaristici e visite pastorali.

Don Lino Mottes ha guidato quattro parrocchie (Santa Maria di Loreto e Cattedrale di Belluno, Arcidiaconale di Agordo, San Dionisio di Zermen) e indirettamente altre: nel suo registro sono annotate fino al giorno prima 32.845 Messe, senza contare poi le numerose concelebrazioni. Ha celebrato migliaia di battesimi, comunioni, matrimoni e funerali. Tanti momenti belli, ma anche eventi dolorosi, soprattutto la tragedia del Vajont del 1963. Don Lino ha rivolto il suo ringraziamento ai suoi genitori in primis, ai docenti che lo hanno accompagnato nel cammino verso il sacerdozio, ai vescovi succedutisi nella diocesi, in particolare a monsignor Gioacchino Muccin, alla signora Adriana De Tomas che lo accudisce amorevolmente da oltre cinquant’anni, a chi lo ha assistito nella malattia prolungando la sua esistenza terrena. Ma l’elenco delle persone care è troppo lungo e molti nomi sfuggono alla memoria. «Ciò che è certo – ha precisato don Lino – se dovessi tornare in vita, senza dubbio sceglierei ancora il sacerdozio e vorrei ritrovare gli stessi compagni e insegnanti».

Don Enrico Zasio ha insegnato in Seminario e si è occupato a lungo della formazione dei futuri sacerdoti; è stato parroco di Anzù e per lunghi anni ha prestato servizio in ospedale. E ciò è rimasto impresso nella memoria di numerosi ex ospedalieri che hanno voluto essere presenti alla celebrazione. Brevi, ma intense le sue parole rivolte alle persone che lo hanno guidato nel cammino pastorale: «Grazie al Signore per il dono della vocazione; grazie ai superiori che mi hanno formato. Il Signore vi benedica e vi faccia crescere nel suo amore». Ed è nel mistero dell’amore di Dio, annunciato dai profeti e rivelato da Gesù Cristo, che il Vangelo è donato e condiviso nel ministero di chi, come don Lino e don Enrico, si impegna a lavorare nella vigna del Signore.

Dopo il solenne canto «Tu es sacerdos in aeternum», che ha chiuso la cerimonia, il vescovo Renato ha consegnato ai festeggiati una medaglia, ricordo della beatificazione di Papa Giovanni Paolo I, e dei fiori multicolori con l’augurio di continuare a colorare il loro cammino con la bellezza della fede.

Enrica Bazzali