Non c’era la crisi di governo e il 25 settembre era solamente la prima domenica d’autunno quando i responsabili del Settore adulti dell’Azione Cattolica nazionale organizzavano “FuoriLuogoComune”, incontro bolognese di fine luglio dedicato alla ricerca e riflessione sulla politica con la P maiuscola. Adulti di diverse età, impegnati nelle diverse diocesi d’Italia e anche nelle amministrazioni locali, si sono confrontati sui “luoghi comuni” e gli slogan che rendono l’impegno socio-politico spesso “nemico” dell’autentico bene comune. Quali gli antidoti ai pregiudizi e agli stereotipi? Un programma nutrito con momenti di dialogo e confronto ai quali hanno partecipato anche Beatrice Draghetti già presidente della provincia di Bologna e Giuseppe Notarstefano Presidente dell’Azione Cattolica Italiana. Toccanti le testimonianze locali sugli eccidi di Monte Sole e Marzabotto, sulle orme di Giuseppe Dossetti, politico e “padre” della Costituzione Italiana, teologo e monaco fondatore della comunità dell’Annunziata, che nel 1993, già ottantenne, suscitò nuove iniziative in difesa della Carta costituzionale e alla luce delle strade tracciate dal Concilio Vaticano II.
Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, portando il saluto ai partecipanti del Corso ha sollecitato l’Ac a non far mancare il “vino nuovo” evangelico con proposte che sanno toccare il cuore delle persone, aiutino a leggere la realtà (c’è bisogno di una Cultura con la C maiuscola), a tradurre l’amore in scelte e progetti concreti nei “Marzabotto” di oggi.
Pietro Cavallini e Paola Barattin hanno rappresentato l’Ac di Belluno. Ecco alcune loro impressioni.
Qual è stato il punto forte di questa esperienza?
Ricordarci che anche la vita politica è una responsabilità e dovere della nostra Associazione. Un’Ac che non percorre la strada della partecipazione alla vita socio-politica manca di un suo impegno specifico. Il Presidente nazionale ci faceva presente che la “scelta religiosa” dell’associazione non è una scelta di neutralità, ma una scelta di profondità. Sono indispensabili persone e comunità “sentinelle”, capaci di vigilare rispetto alle ingiustizie sociali e alla mancata partecipazione del popolo ai percorsi democratici; servono altresì “esploratori” che attivino alleanze nella società e siano capaci di elaborare proposte operative per il Bene comune.
Qual è il “luogo comune” riguardante la politica che oggi è più urgente smontare?
“La politica una volta era passione adesso è mestiere” ; “la politica è una cosa sporca”. Sono solo due degli stereotipi che abbiamo cercato di capovolgere andando “oltre”. Individualismo e personalismo sono di ostacolo al lavoro per la comunità. Dai laboratori sono emerse diverse raccomandazioni e proposte perché siano sostenuti i soci di Ac impegnati nelle amministrazioni locali e nell’ambito dei partiti. Si tratta di creare occasioni di incontro, di approfondimento sui problemi e sui programmi politici, di saper declinare nella concretezza i principi dell’insegnamento sociale della Chiesa, di stare dentro la storia con l’attenzione a “coloro a cui non è stata data la parola” e resistendo al fascino del potere e della forza.
Il passo possibile per gli adulti che hanno a cuore questi temi e la democrazia?
Prendere sul serio la questione educativa, cercare nuove strade per accompagnare i giovani e stare accanto ai genitori. Adulti consapevoli e responsabili non temano di entrare nelle contraddizioni della realtà promuovendo la ricerca e la formazione di nuovi educatori e animatori. L’Ac ha strumenti e i cammini validi, un buon bagaglio spirituale per un approccio nuovo alla realtà politica. Il fine? Il bene comune, di cui la pace è oggi la dimensione più urgente e desiderata.
Azione Cattolica – Presidenza diocesana