Martedì 22 febbraio 2022 al Centro Giovanni XXIII 

I bisogni dei ragazzi tra limiti e carezze

L'intervento del prof. Ernesto Gianoli all'incontro di aggiornamento e formazione per insegnanti di religione cattolica

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Che tipo di insegnante sono? So “guardare” i miei allievi? Come utilizzo la parola per accompagnare l’azione didattica? Sono solo alcuni interrogativi ben assestati dal professor Ernesto Gianoli nel Corso di Aggiornamento che ha visto coinvolti gli insegnanti di Religione di ogni ordine e grado della diocesi.

Gianoli, salesiano esperto in Scienze umane e psicoterapeuta, conosciuto da diversi ex studenti dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Belluno, è stato apprezzato per la chiarezza e la capacità di appassionare i partecipanti, che hanno interagito con domande e riflessioni sull’importanza delle carezze (i riconoscimenti) e dei limiti (i “no” che fanno crescere) nell’esperienza educativa.

Senza ricevere riconoscimenti si soffre psicologicamente e fisicamente: abbiamo “fame di carezze”, e anche inconsciamente chiediamo attenzione, chiediamo di “essere visti” dalle persone che riteniamo più importanti per la nostra vita. Ci sono bambini e ragazzi che in classe danno fastidio per ricevere considerazione e adolescenti che, non ottenendo risposte adeguate ai loro bisogni, cercano surrogati da persone ed esperienze non significative o pericolose.

Tra metafore, aneddoti e indicazioni arricchite di sana ironia, il relatore ha puntualizzato la “regola d’oro” per individuare, nella relazione educativa, le trasformazioni di riconoscimenti positivi in carezze negative (filtrate) da parte degli studenti, finalizzate a “mettere alla prova” chi si prende cura di loro.

Le carezze positive devono sempre essere superiori a quelle negative, facendo attenzione a rispondere ai bisogni di protezione, di struttura (organizzazione di tempi e spazi) di limiti e contenimento, che siano autentici e non falsati da ossessioni o pericoli non realistici.

Insegnare e trasmettere ciò che è importante con empatia, riconoscendo una gerarchia di valori sui quali dialogare e rispettando la “struttura dell’interiorità” di ciascuno; aiutare i genitori a riconoscere le “strategie” messe in campo dai figli, così da riconoscere il vero bisogno non soddisfatto e i bisogni spirituali ai quali non si è data evidenza e risposta. Queste le due preziose indicazioni tra le tante raccolte al termine dell’incontro, per riprendere a vivere e recuperare contatto con la realtà e la vita di relazione, messa a dura prova in questi due anni di pandemia.

Alessandra e Paola