La partecipazione dei cristiani alle Messe celebrate per i defunti ha un significato particolare. La loro fede accompagna i sentimenti umani del dolore per il distacco da persone care o, con il passare del tempo, per il loro ricordo. Questa esperienza viene vissuta in particolare partecipando a un funerale e in occasione delle Messe celebrate nella ricorrenza del 2 novembre, giorno della Commemorazione di tutti i defunti. Anche chi si trova a partecipare a queste liturgie in una condizione di fede incerta, se non assente, può trovare nei testi delle preghiere della Chiesa, oltre che in quelli della Parola di Dio, un annuncio che può illuminare il mistero della morte.
I testi dei prefazi, prima della preghiera eucaristica
Le espressioni della Liturgia dei defunti, messe sulle labbra del sacerdote celebrante, sono tutte molto significative. Ci sono persone che le ascoltano come messaggi familiari riconosciuti e consolanti. Tra questi testi proclamati vorrei presentare quelli che formano il nucleo centrale della solenne preghiera definita “Prefazio”. La struttura di questa preghiera liturgica è composta da una parte iniziale, da un nucleo centrale e da una conclusione finale che introduce al canto del “Santo”. Riportando il nucleo centrale che proclama la visione cristiana di fronte alla morte, vorrei offrire ai lettori la possibilità di un accostamento previo ai testi. Quando saranno ascoltati in un contesto celebrativo, troveranno una mente ed un cuore in una rinnovata sintonia con la situazione di dolore, o con il dono di un messaggio che diventa bagaglio esistenziale per situazioni future.
I testi sono contenuti nella 3ª edizione del Messale Romano, chiamato “Nuovo Messale”. Hanno dopo il nome comune (Prefazio dei defunti) una numerazione da I a V e una frase che sintetizza il messaggio centrale che il prefazio contiene e propone.
- La speranza della risurrezione in Cristo. «In lui (Cristo) rifulge a noi la speranza della beata risurrezione e, se ci rattrista la certezza di dover morire, ci consola la promessa dell’immortalità futura. Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo».
- Cristo è morto per la nostra vita. «Egli (Cristo), prendendo su di sé la nostra morte, ci ha liberati dalla morte e, sacrificando la sua vita, ci ha aperto il passaggio alla vita immortale. Per questo mistero di salvezza, uniti ai cori degli angeli, cantiamo senza fine la tua gloria».
- Cristo, salvezza e vita. «Egli (Cristo) è la salvezza del mondo, la vita degli uomini, la risurrezione dei morti. Per mezzo di lui si allietano gli angeli, e nell’eternità adorano la gloria del tuo volto».
- Dalla vita terrena alla gloria eterna. «Sei tu, Signore, che ci dai la vita e ci sostieni con la tua provvidenza; e se a causa del peccato il nostro corpo ritorna alla terra, dalla quale lo hai formato, per la morte redentrice del tuo Figlio la tua potenza ci risveglia alla gloria della risurrezione».
- La nostra risurrezione grazie alla vittoria di Cristo. «La morte è comune eredità di tutti gli uomini, ma, per un dono misterioso del tuo amore, Cristo con la sua vittoria ci redime dalla morte e ci richiama con sé a vita nuova».
Ricordo dei defunti nella prospettiva della fede cristiana
La celebrazione del funerale cristiano trova anche nelle parole dei prefazi che sopra ho riportato il richiamo a quella che è la caratteristica propria di questo rito della Chiesa, definito il “Rito delle Esequie”. Lo afferma espressamente nelle premesse generali il libro ufficiale che guida questa celebrazione. «La liturgia cristiana dei funerali è celebrazione pasquale di Cristo Signore. Nelle esequie, la Chiesa prega che i suoi figli, incorporati per il battesimo a Cristo morto e risorto, passino con lui dalla morte alla vita e, debitamente purificati nell’anima, vengano accolti con i santi e gli eletti nel cielo, mentre il corpo aspetta la beata speranza della venuta di Cristo e la risurrezione dei morti. È per questo che la Chiesa offre per il defunti il Sacrificio eucaristico, memoriale della Pasqua di Cristo, e innalza preghiere e compie suffragi; e poiché tutti i fedeli sono uniti in Cristo, tutti ne traggono vantaggio: aiuto spirituale i defunti, consolazione e speranza quanti ne piangono la scomparsa» (Rito delle Esequie n.1 pag.17). Altre parole richiamano nell’insieme del rito questi concetti della fede con la centralità del mistero di Cristo. La croce ed il cero pasquale posti accanto alla bara sono segni che richiamano ai presenti la prospettiva della fede cristiana. La comunità cristiana con i familiari della persona defunta non cancellano il dolore che ogni morte genera nei cuori, ma lo vogliono illuminare con la speranza che Cristo risorto dona a chi crede in Lui. Il Cristo che ha vinto la morte con la sua risurrezione viene con diverse espressioni ricordato come colui che consegna al Padre questi fratelli perché siano partecipi della vita eterna. A chi rimane in questa vita la speranza di un incontro eterno con chi ci ha preceduto nell’altra vita. Nel grande dolore la speranza cristiana.
Giuliano Follin