A cura di don Ezio Del Favero

18 – Il bambino e il vecchio “Montagna”

«Mi hanno detto che tu hai la forza che serve per sollevare le montagne!»

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

C’era una volta un vecchio montanaro, talmente appassionato dei monti che lo chiamavano “Montagna”, perché portava sul suo corpo il segno della fatica che aveva fatto durante la sua lunga vita, sforzandosi di scoprire, esplorare, esaminare e conoscere profondamente le montagne. Il vecchio era tutto curvo, come se quelle rocce gli pesassero sulla schiena. Anche per lui – tutto logoro, senza più la forza di muoversi avendo portato il peso delle montagne così a lungo – giunse il momento del suo ultimo viaggio.

Compagno delle ultime avventure di quel vecchio era stato un bambino. Il piccolo era molto affezionato all’anziano e intuiva che il suo amico stava per intraprendere il suo ultimo viaggio della vita. Perciò si sentiva triste al pensiero della fine dell’anziano e delle loro splendide avventure. Spesso il vecchio gli diceva: «Bambino mio, porto sulle spalle le montagne del mondo e la mia fronte reca i solchi di tutti i sentieri che ho percorso. Nella mia voce puoi sentire il rombo sordo della terra, nei miei occhi puoi vedere l’acqua di tutti i mari, per questo le mie lacrime sono salate…»

«Nonno, come puoi sapere che non viaggerai più?» «Lo sento! Tu, che hai preso l’abitudine di viaggiare, sai quando arriva il momento in cui bisogna partire!» Il ragazzino decise allora di andare a cercare aiuto: «Vado alla ricerca del vento più potente che esista, in grado di sollevare persino le montagne!»

Iniziò il suo primo viaggio da solo. Il cammino si presentò da subito disseminato di prove e di ostacoli. Talvolta incontrò delle creature pericolose, altre volte ispiratrici e sagge, come per esempio un albero pieno di radici che lo invitò a pensare alle sue radici, elementi indispensabili per una vita ben radicata nei valori, come quelli trasmessigli dal suo vecchio amico montanaro. «Le radici fanno sì che io sia qui e che mi senta bene; esse mi rendono forte e mi sostengono quando soffia il vento; esse mi fanno essere albero e fanno sì che io sia contento di esserlo. Capisci?»

Il ragazzino trovò dei ciottoli che scendevano dalle pendici di un monte e poi si fermavano: essi lo invitarono a vivere seguendo il loro esempio, talvolta correndo, magari lontano dai pericoli, talvolta fermandosi per riflettere e godersi le bellezze del creato. Incontrò degli stambecchi che vivevano sul fianco dell’alta montagna, che lo incitarono a proseguire l’ascensione, nonostante la fatica, e gli indicarono la cima sulla quale viveva il forte vento che cercava. Riuscì a salire il monte perseverando e scoprendo il valore dell’amicizia, attraverso i suoi incontri con le creature che lo aiutavano a rendersi conto che l’aiuto reciproco è essenziale per andare avanti.

Il ragazzino finalmente trovò il vento e lo convinse ad aiutarlo: «Ti chiedo di sostenere il mio vecchio amico nel suo ultimo viaggio. Le montagne sulle sue spalle sono troppo pesanti e da solo non posso aiutarlo. Mi hanno detto che tu hai la forza che serve per sollevare le montagne!»

Il vento accettò e fece cavalcare il ragazzino sul suo soffio potente, facendolo ritornare velocemente sui suoi passi. Il bambino si sentì leggero, così leggero che quando fosse stato portato dal vento, anche il suo caro vecchio si sarebbe sentito leggero e le montagne non sarebbero più state così pesanti sulle sue spalle e sarebbe stato felice. Ma quando il ragazzino e il vento arrivarono a destinazione, il vecchio aveva già terminato il suo ultimo viaggio…

Il dolore di quella separazione segnò un passo importante nella crescita e nella maturità del ragazzo, che cominciò a sentire sulle sue giovani spalle il peso delle montagne che aveva scoperto, esplorato, esaminato e conosciuto per la prima volta da solo. In qualche modo anche lui, come il suo vecchio amico, si stava trasformando in un uomo di Montagna. Una vita emozionante lo aspettava, costellata di ascensioni, di incontri, di scoperte e di lezioni importanti.

Un giorno avrebbero chiamato “Montagna” pure lui…

_________________________

La Parabola è liberamente tratta dal libro di fumetti francese “L’homme Montagne”.  È una magica storia iniziativa sull’infanzia, la perseveranza, il dolore, la trasmissione, il significato della vita, la benevolenza, la “connessione” tra gli esseri, la fiducia in se stessi, la saggezza, l’amicizia, l’altruismo…