Nella chiesa di Limana, martedì 6 novembre

Il saluto a don Giuseppe Peterle

Era il decano del presbiterio: quasi 99 anni e 70 di sacerdozio

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È morto al mattino di sabato 3 novembre, presso la casa di riposo di Limana dove risiedeva dal 1992, don Giuseppe Peterle: con i suoi 98 anni, quasi 99 (era nato il 23 novembre 1919 a Farra d’Alpago) era il decano del clero diocesano.

Don Peterle aveva iniziato la sua formazione al sacerdozio con l’opera di don Orione, ma era entrato, in età relativamente avanzata per quei tempi, presso il Seminario Gregoriano, dove aveva completato la sua formazione con l’ordinazione sacerdotale il 4 luglio 1948. Il suo ministero si è svolto dapprima a Belluno, quale vicario cooperatore di Sargnano prima e di Santa Maria di Loreto poi. Dal 1953 al 1967 fu parroco di Dont. In quest’anno fu nominato primo parroco della comunità cittadina dei santi Gervasio e Protasio, dove per 11 anni si prodigò per avviare e organizzare l’attività pastorale e la predisposizione delle strutture. Fu anche parroco per un anno di Quantin e dal 1979 rinunciò all’incarico. Nel 1987 fu Consulente ecclesiastico della Conferenza di San Vincenzo de’Paoli.  Nel 1992 la nomina a cappellano della Casa di riposo di Limana, che lo ha accolto e custodito anche negli anni dell’infermità. «Siamo grati – ha detto il Vicario generale, don Graziano Dalla Caneva, durante i funerali celebrati a Limana martedì 6 novembre – alla direzione e al personale della casa di soggiorno, alla signora Rosy Savi, agli altri volontari, al cappellano monsignor Ottorino Pierobon» (il Vescovo, nell’omelia, aveva detto che don Ottorino donava al suo confratello «sprizzi di antica freschezza»): attorno a don Giuseppe infatti si viveva un clima di famiglia, grazie prima di tutto alla sua famiglia di origine. Nipoti e pronipoti si riunivano una volta al mese per partecipare con lui alla Santa Messa.

Il Vescovo Renato Marangoni, in presbiterio con il Vescovo emerito Giuseppe Andrich e con 40 sacerdoti, ha a sua volta espresso gratitudine a don Giuseppe Peterle per «questo approdo di semplice serenità e di limpida lode con cui ha retto fino alla fine. A lui, nel giorno i cui questa conta degli anni si è arrestata, il Vangelo di oggi ha riservato l’unica parola che vale nel momento estremo dell’esistenza: ‘‘Amico, vieni più avanti’’». Alla sua figura sacerdotale «il richiamo evangelico ‘‘Non metterti al primo posto’’ era connaturale: lo aveva ponderato nei suoi passaggi di vita e di ministero». Il suo ministero ha un singolare tratto umano: «un vivere da fratello tra fratelli, nella condizione di infermità».

Prima della sepoltura a Farra d’Alpago, il feretro ha sostato nella chiesa del paese per un momento di preghiera e il saluto della comunità di origine.

 

Don Giuseppe Bratti