Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2024

Il tempo della riconciliazione verrà

«Ama il Signore Dio tuo… e ama il prossimo tuo come te stesso»

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«Ama il Signore Dio tuo… e ama il prossimo tuo come te stesso» (Lc 10,27). Questo il tema della Spuc (Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani) 2024 che, controcorrente come sempre è stato il movimento ecumenico, vuole affermare «un rinnovato impegno delle donne e degli uomini nei confronti del prossimo per realizzare passi possibili di giustizia e di pace» (Gruppo Ecumenico Sae Don Emilio Zanetti, Messaggio alle Chiese di Belluno Feltre per la Settimana di preghiera 2024). In un contesto di guerra mondiale a pezzi i cristiani non rinunciano a immaginare e tracciare sentieri di quella pace che nasce dall’amore per il prossimo, a partire dalle relazioni con chi condivide la stessa fede in Gesù Cristo nell’alveo della Riforma Cattolica, di quella Protestante, dell’Ortodossia o altre ancora.

Ogni anno il testo per la settimana di preghiera viene proposto da cristiani di una nazione diversa: e la tensione tra guerra e pace ha coinvolto, quest’anno, anche i cristiani del Burkina Faso, i quali si sono visti negare il visto quando avrebbero dovuto lasciare il loro Paese per recarsi al passaggio di consegne dai referenti di altre nazioni e per preparare il testo. Dal Burkina Faso così presentano, assieme, la loro situazione pastorale: «nonostante gli sforzi sia dello Stato che delle comunità religiose, occorre purtroppo ammettere che il Paese sta diventando progressivamente più instabile nella misura in cui si diffondono i gruppi estremisti. Eppure, cresce una certa solidarietà tra le religioni cristiana, musulmana e tradizionali, i cui leader si stanno impegnando per trovare soluzioni durature a favore della pace, della coesione sociale e della riconciliazione. Ne è un esempio la Commissione per il dialogo cristiano-musulmano della Conferenza episcopale cattolica del Burkina Faso-Niger, che sta compiendo uno sforzo notevole per promuovere il dialogo e la cooperazione tra le religioni e le etnie». Le singole Chiese burkinabé continuano a promuovere momenti di preghiera quotidiani e digiuni. Si è, inoltre, intensificata l’azione congiunta da parte delle varie comunità cattoliche e protestanti per offrire assistenza agli sfollati, mediante l’organizzazione di incontri di riflessione e di sensibilizzazione tesi a promuovere il valore della fraternità e sviluppare strategie per ricostruire una pace duratura. Questa speranza si riflette anche nel proverbio tradizionale Mossi, il principale gruppo etnico del Paese: «Non importa quanto dura e lunga sia la lotta, il tempo della riconciliazione verrà». Per tornare alla preparazione della Settimana, i collegamenti da remoto hanno consentito di portare a termine il lavoro, per presentare a chi vorrà celebrarla una liturgia ecumenica della Parola di Dio nel segno dell’accoglienza – per la celebrazione diocesana, i segni comprensibili nel contesto equatoriale sono stati adattati alla cultura bellunese – e dell’impegno per la pace.

La liturgia ecumenica presieduta dal Vescovo con le rappresentanze dei cristiani di altre confessioni concluderà la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani, il 25 gennaio: sarà alla sera alle 20.30 nella chiesa parrocchiale di Cavarzano. Gli interventi musicali e di canto, oltre che a cura delle comunità presenti, saranno a cura della classe di violoncello della scuola Miari, con la professoressa Elisa Corti. Il momento conviviale finale è sponsorizzato da Lattebusche.

La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è preceduta, in Italia, dalla Giornata nazionale per il dialogo cristiano ebraico, il 17 gennaio; quest’anno sul tema «Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?» (Ez 37,1-14).

don Giuseppe Bratti