Il viaggio di Dante nei dipinti di Graziano Damerini

I quadri danteschi di Damerini sono una “esplosione” di colori

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È in corso – presso il Seminario Gregoriano di Belluno – la mostra “e quindi uscimmo a rivedere le stelle” – ne ha parlato anche la Rai – per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante. Prima di giungere al culmine dell’esposizione, il pregevole codice trecentesco della “Commedia” della Biblioteca Lolliniana, il visitatore potrà percorrere un viaggio ideale seguendo le orme del Poeta tramite 18 dipinti del pittore bellunese Graziano Damerini collocati sotto le volte a crociera del chiostro gotico del Seminario, luogo carico di storia e spiritualità, in cui ieri come oggi si medita sui misteri divini e si avanza verso la conoscenza. Un gruppo delle tele scelte per questo evento è stato dipinto alcuni anni fa per una mostra sul “Cantico delle creature” nel chiostro del convento dei frati cappuccini di Mussoi: ma i soggetti, le forme e le suggestive impressioni cromatiche evocano anche personaggi, situazioni e ambienti del poema dantesco. Come spiega l’autore “c’è un’affinità tra Dante e san Francesco, sono entrambi amanti della natura, sono spirituali”.

Graziano Damerini, nato a Pedavena nel 1949, si è diplomato in studi tecnici all’Istituto Segato di Belluno. Fin dagli anni ’70 ha partecipato con le sue opere a mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero. La sua pittura e grafica è una costante ricerca di soluzioni diverse in continua evoluzione. Per questo usa tecniche e materiali vari per una migliore espressività dei soggetti. Guardando le sue opere possiamo cogliere uno stile personalissimo, capace di rielaborare con creatività, originalità e passione i più diversi linguaggi artistici del Novecento: ci ricorda a volte un po’ Chagall, un po’ l’Astrattismo di Kandinskij, Klee e Rothko, il Cubismo orfico di Delaunay, l’Espressionismo, l’Informale…

I quadri danteschi di Damerini sono una “esplosione” di colori e sanno comunicare e tradurre visivamente le emozioni e le sensazioni che la lettura di Dante suscita da secoli in tutti i lettori. Le immagini prendono forma nelle stesure dense e pastose e in piena libertà si compongono in un ritmo decorativo vivace, che alterna un’essenziale figurazione alla pura astrazione, con motivi ora più geometrici, ora più ondulati e fluidi. Si parte dalla “selva oscura” fatta di corpose pennellate di colore acceso, e si incontrano via via i passi salienti della Commedia: lo strazio dei dannati nelle fiamme dell’Inferno, il volto trasfigurato di Farinata e quello di Brunetto Latini quasi intagliato in profili sintetici, il “maggior corno della fiamma antica” e le onde del mare che si richiusero sopra Ulisse. L’uscita dal buio budello a rivedere la volta stellata è un groviglio di colori in cui spiccano filamenti e puntini gialli. L’altro cielo, quello della spiaggia del Purgatorio, ha un afflato quasi lirico ed è composto da cerchi vibranti e luminosi che riempiono l’intera superficie del quadro. Astratti sono pure la “valletta dei principi” e “Matelda”, una sinfonia in blu e azzurro. Nella salita al Paradiso aumentano i toni caldi, in composizioni ora geometriche, con cerchi e triangoli che si compenetrano, ora caratterizzate da bagliori, vortici e frecce di giallo, arancione e bianco, che ben visualizzano il “ciel che più de la sua luce prende” e l’Amore divino.

La mostra resterà aperta fino al 18 luglio con il seguente orario: i sabati e le domeniche dalle 14:30 alle 18, i lunedì dalle 9:30 alle 12. Prenotazione obbligatoria all’indirizzo mail bibliotecagregoriana@chiesabellunofeltre.it. L’ingresso è dalla porta del chiostro gotico sul sagrato della chiesa di S. Pietro.

Giorgio Reolon