Verona, 30 settembre

In principio era il dono

Il racconto della delegazione bellunese-feltrina al Convegno Ecclesiale delle Chiese del Triveneto

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Il 30 settembre la nostra diocesi di Belluno-Feltre ha potuto partecipare al Convegno Ecclesiale delle Chiese del Triveneto con una gioiosa rappresentanza di circa venti persone, tra laici e presbiteri, accompagnata dal nostro vescovo Renato. Il tema riguardava la liturgia e in particolare come “Ritrovare forza dall’Eucaristia”.

Così siamo partiti in autobus alla volta di Verona, dove abbiamo ricevuto guida e accoglienza dai volontari veronesi attraverso la città. Ci siamo diretti verso la bellissima basilica di San Zeno e la cattedrale di Santa Maria Matricolare, entrambe gioielli di arte romanica del primo millennio dopo Cristo.

All’interno di questi illustri edifici abbiamo perfino potuto ascoltare dei concerti eseguiti dal vivo, dall’orchestra di Padova e del Veneto. Ogni delegato ha poi ricevuto in dono un ciondolo da mettere al collo, raffigurante il simbolo cristiano del pesce, riprodotto su pietra lavica di Sicilia, allusione al fuoco di Cristo che ci rende incandescenti, nutriti di Lui con l’Eucaristia e perciò ardenti della sua forza.

Siamo stati accompagnati in questo tema, legato al dono, da suor Elena Massimi e dal Vescovo di Mantova, mons. Gianmarco Busca, che ci ha fatto viaggiare nel tempo con una meditazione intorno al libro di Neemia (Ne 8,1-18). È un racconto sulla gioia, sulla gratitudine per il grande dono ricevuto: la libertà dalla schiavitù ma, specialmente, per il dono del libro di Dio, che finalmente parlava loro nuovamente. Abbiamo potuto scoprire come un testo antichissimo possa diventare contemporaneo a noi, annullando di fatto il tempo di centinaia di anni, e farci sentire la gioia di essere tutti insieme a loro (c’erano perfino donne e bambini!) per ascoltare la Parola di Dio. La sollecitudine da parte di Neemia fu anche quella di darne la spiegazione in base all’esigenza di ognuno. In questo brano viene evidenziato il tema della partecipazione dei sensi, di tutti i sensi, dall’ascolto, alla visione del libro aperto davanti a tutti, al cibo che veniva gustato, alla benedizione sulla lettura, in quanto il lettore “prestava” la sua bocca a Dio perché Egli parlasse al suo posto.

Ed è così che la Liturgia ci cattura ancora oggi in quanto ci troviamo, ci sentiamo dinanzi a una presenza. Presenza che trascende il tempo e lo spazio, che è capace di parlarci oggi come ieri…che ci rende contemporanei a Neemia, ai Profeti, a Gesù. All’ora ci sentiamo come assorbiti, inglobati e rapiti da qualcosa di magnifico che ci sovrasta. È per questo che anche suor Elena ci ha spiegato che, quando varchiamo la soglia di una chiesa è come se entrassimo in un’altra dimensione, è entrare in un Portale Sacro dove noi dimentichiamo il tempo attuale per accostarci all’eternità.

Insomma, per noi tutti la partecipazione a questo convegno è stato un arricchimento non solo per le riflessioni teologiche e pastorali dei relatori, ma anche grazie ad altri linguaggi, come quello della condivisione fraterna del pasto, quello musicale e dell’arte o quello del rito della Messa solenne.

Forse quando sono partita volevo conoscere meglio la Liturgia, ma in effetti più che altro l’ho sentita…nel suono, nel profumo, nelle luci, nelle immagini, nel cuore ma anche sulla pelle… perché commozione e brividi non si imparano.

Cristina Riva