Non è solo uno scherzo del calendario. Per la liturgia questo 31 marzo è il “giorno del grande silenzio”, ma vi ricorre anche l’anniversario della morte dell’indimenticato mons. Vincenzo Savio, nostro vescovo dal 2001 al 31 marzo 2004. Lo ricordiamo attingendo uno spunto di riflessione dall’omelia che tenne durante una veglia pasquale, il 30 marzo 2002:
«Il mistero della Pasqua raccoglie in sé tutta la vicenda di Gesù di Nazareth: sia l’offerta totale di sé fino alla morte, che la resurrezione annunciata in questa notte. La resurrezione è il sigillo dell’accoglienza della persona e dell’opera del Maestro, da parte di Dio Padre. E per volontà del Padre lo Spirito di vita, dal Cristo si trasferisce nella creazione e tutta la coinvolge e per lui rinasce a vita nuova. Se dovessimo dare una collocazione geografica a questa notte, la più coerente sarebbe quella del centro attorno cui ruota ogni altro avvenimento. Le letture che ci sono state proposte in questa veglia di Pasqua, in attesa dell’annuncio della resurrezione, avevano il compito di ricordarci alcuni momenti importanti, per ripensare la storia della nostra salvezza e contemplare il meraviglioso progetto che Dio ha voluto instaurare con l’umanità».
Rivolgendosi poi a una donna che stava per ricevere il battesimo, disse: «Cara Gaia, com’è consolante la tua presenza tra noi in questa notte. Sei una ragazza matura che, trovato Cristo, chiede di essere battezzata: un altro ramo che fiorisce alla fede da quest’albero dell’umanità che affonda le sue radici nell’atto creativo di Dio e, con gioioso splendore, protende i suoi rami verso la definitiva venuta di Gesù. Noi che siamo qui, questa notte, a meravigliarci di Dio in te, siamo giunti a fioritura prima di te. Ma tutti, tu e noi, siamo insieme contemporanei a quel mattino glorioso di Pasqua quando riapparendo la luce non abbiamo visto la rovina del mondo che aveva cercato di espellere da sé il Figlio di Dio, ma abbiamo, in Cristo risorto, contemplato la rinascita dell’umanità. Chiedo a Gesù di aiutarci a riconoscere tutta la grandezza del tuo Battesimo che stiamo celebrando, lo stesso Battesimo che ha qualificato anche la nostra vita».