Alle comunità parrocchiali, ai gruppi ecclesiali,
a tutti coloro che attendono l’annuncio della Pasqua
Abbiamo iniziato una settimana che la tradizione cristiana definisce “santa”. Essa culmina con la celebrazione della Pasqua. Riguarda Gesù di Nazareth e il compiersi della sua vita a Gerusalemme, dove egli ha vinto e superato l’inimicizia della morte.
Inizia così una nuova grande attesa: la vita di ogni uomo e donna ha un esito insperato. È, dunque, possibile confidare in un futuro promettente.
Dobbiamo, però, ammettere che, attorno a noi, ci sono mille indizi di vita che si attorciglia e si spegne. Ciò arreca sconforto e induce un senso di sfiducia. Ogni giorno è possibile ritrovarsi a terra, spesso inermi.
I cristiani raccontano – e, in questi giorni, celebrano – la parabola del chicco di grano che, piantato e morto, germoglia per portare molto frutto. Si riferiscono alla storia di Gesù, ma essa porta con sé il frutto carico di innumerevoli chicchi di grano, tanti quanti siamo tutti noi.
Auguri a ciascuno, in particolare a chi porta il peso del dolore. E coraggio: siamo già il seme con il primo germoglio!
+ Renato, vescovo