I ritmi del tempo scanditi dal calendario civile non sempre coincidono con quelli del calendario liturgico. Questo vivere il tempo nella celebrazione del mistero di Cristo ha una originalità che, ogni tanto, chiede di essere richiamata.
Calendario civile e calendario liturgico
Festività, domeniche, settimane, tempi, che scandiscono e caratterizzano le celebrazioni religiose le troviamo scritte anche sui calendari dell’anno civile a nostra disposizione, nelle diverse modalità (calendario appeso al muro, agenda da tavolo, calendario nei vari strumenti elettronici).
La attenzione alla scansione temporale delle celebrazioni e l’atteggiamento interiore spirituale che viene proposto ai singoli cristiani ed alle loro comunità richiede una attenzione ed un richiamo specifico. L’inserirsi nello scorrere, spesso caotico ed imposto, dei ritmi della vita quotidiana, non sempre è facile, né tanto meno facilitato. Il cristiano e la sua comunità lo fanno nel contesto dei vari appuntamenti celebrativi o formativi. Per un richiamo globale non ci sono molte opportunità. Tra le più significative e probabilmente anche ascoltate, possiamo ricordare “gli Angelus” domenicali e festivi proposti da papas Francesco. Collegamenti in diretta di diversi canali TV propongono utili richiami.
La testimonianza dei cristiani potrà essere, nello stile di vita e nei discorsi testimonianza di un vivere il tempo originale ed incisivo. Ovviamente osservando anche i ritmi della vita civile.
Conclusione dell’anno liturgico
In questo mese di novembre (come ogni anno, generalmente) la comunità cristiana vive le ultime settimane del suo calendario liturgico.
Oltre alla celebrazione della Pasqua (sette settimane) preceduta dalla Quaresima (5 settimane), ed al Natale (3 settimane), preceduto dall’Avvento (tre/quattro settimane). Il Calendario della Chiesa latina-romana, prevede altre 34 settimane. Con il mese di novembre ci si avvia alla conclusione di questo lungo periodo.
La sua caratterizzazione propone riflessioni sulla “fine” del tempo, della storia, delle singole persone. I testi della Parola di Dio, Vangelo e prima lettura collegati fra loro, offrono le parole del Signore Gesù riguardo a queste verità. La conclusione della vita individuale e della storia è chiamata “venuta del Signore”. Nel Catechismo di Pio X queste verità venivano denominati “I Novissimi”, le ultime realtà. Li ricordiamo nel loro elenco ufficiale “morte, giudizio, inferno e paradiso”. Il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica presenta queste verità sotto il titolo “Credo la vita eterna” a conclusione della parte riguardante la Fede.
La Festa di Cristo Re
Nell’ultima domenica dell’Anno Liturgico la chiesa celebra la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo. Nel Calendario liturgico la festa è recente. La ha introdotta Papa XI nel 1925, con la enciclica “Quas primas” a coronamento del giubileo (Anno santo) che si celebrava quell’anno. Non mancavano motivazioni di carattere sociale nella istituzione della festa. La coincidenza con l’ultima domenica dell’anno liturgico, vuole indicare che Cristo Redentore è Signore della storia e del tempo, a cui tutti gli uomini e le altre creature sono soggetti. Egli è l’Alfa e l’Omega, come canta l’Apocalisse (Ap 21, 6). Gesù stesso, dinanzi a Pilato, ha affermato categoricamente la sua regalità. Alla domanda di Pilato: “Allora tu sei re?”, Cristo rispose: “Tu lo dici, io sono re” (Gv 18, 37). È una solennità che celebra la regalità di Cristo, da lui stesso dichiarata, anche se da interpretare alla luce del significato del suo Regno. Come egli stesso ha affermato con decisione nel dialogo riportato dall’evangelista.
Il carattere teologico della celebrazione ha perso il valore di tipo apologetico nei confronti di autorità autocelebrantesi come valore assoluto. In ogni caso rimane un richiamo per ogni autorità-potere allo stile di servizio (come ha fatto Cristo Gesù) nei confronti dei suoi.
Cristo Gesù è Signore del tempo e della storia, inizio e fine di tute le cose. E’ da ricordare che il segno principale della sua regalità è la croce, sia pure gloriosa per la sua Risurrezione. La originalità assoluta di questa regalità di Cristo appare evidente.
Giuliano Follin