La festa dei Santi Vittore e Corona, celebrata domenica scorsa, è tornata finalmente alla normalità. Le sante Messe si sono susseguite con il ritmo tradizionale. Alle ore 6 è arrivata la processione di una cinquantina di persone dalla forania di Santa Giustina, guidata da don Giuseppe Bratti e dal nuovo diacono Andrea Canal, che ha tenuto una bella omelia, la prima della sua storia pastorale. Poi l’arrivo alla spicciolata dalle parrocchie del centro di Feltre. Quindi la Messa per le parrocchie di Boscariz, Farra e Mugnai; quindi per i pellegrini di Tomo e Seren del Grappa. Tutti accompagnati dai loro parroci.
Alle 10.30 c’è stata la Messa solenne accompagnata dal coro unito delle parrocchie di Lamon e Sovramonte. Nell’omelia, il Vescovo ha preso spunto dalle letture della domenica, per sottolineare la testimonianza resa al Signore dai Santi sartiri, invitando i presenti a imitarli, «rispondendo a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi», come dice san Pietro, ma di farlo «con dolcezza e rispetto». Sulla dolcezza e il rispetto nel dialogo sulla fede con tutti il Vescovo si è particolarmente soffermato. Altre due celebrazioni pomeridiane hanno concluso la parte liturgica della festa.
Il tempo abbastanza buono ha permesso quest’anno di organizzare la solita sagra, con le giostre per i bambini e la parte culinaria organizzata dall’Us SanVittore. Particolare curioso: dopo anni di assenza, c’è stato nel chiostro anche un signore, che ha messo a disposizione dei pellegrini il tradizionale “Cuc”, un particolare zufolo in terracotta che riproduce il verso del cuculo che nidifica nel parco verde attorno al Santuario e, soprattutto al mattino, si sente molto bene.
Foto © Ugo D’Orlando