È giunta in questi giorni alla nostra Caritas diocesana una lettera datata 13 giugno. A firmarla sono le Suore Ancelle del Bambino Gesù ad Haiti, suor Liberija Filipović e suor Ana Uložnik. Anche se ormai è uscito dai riflettori dei media italiani, il dramma del piccolo stato caraibico dovrebbe essere noto ai più. Dopo i devastanti terremoti del 2010 e del 2021, è la mancanza di ordine pubblico a seminare strage: il paese è nelle mani delle bande armate. Il tutto nell’indifferenza internazionale e nell’immobilismo.
Le due suore scrivono: «Siamo tanto grate della vostra iniziativa di raccolta fondi per aiutare la nostra missione. Ringraziamo di cuore Caritas diocesana di Belluno-Feltre, l’Ufficio di pastorale Missionaria, l’Ufficio di pastorale dell’Educazione e della Scuola e l’Associazione Insieme si può. Ringraziamo tutti i donatori per il generoso sostegno finanziario» che è arrivato a destinazione: una somma di euro 38.482,50. Non sarebbero pochi qui da noi; in quel contesto sono rilevanti.
Che cosa ne faranno le brave suore? «Questa vostra generosa donazione ci permetterà di aiutare le famiglie povere ad educare i loro figli. Quest’anno scolastico è quasi finito. Molti genitori ci chiedono un aiuto economico per poter pagare l’ultima rata delle tasse scolastiche. Se non pagano, i bambini non possono accedere all’esame finale, né ricevere i risultati e passare alla classe successiva. Questa vostra donazione ci ha dato un’occasione d’oro per aiutare più bambini a continuare il loro percorso formativo o semplicemente a iniziarlo». Inoltre le suore aggiungono: «ringraziamo Dio per avervi messo sul nostro cammino, anche attraverso di voi, Lui non ci fa sentire sole nel vivere il nostro apostolato missionario».
Intanto si sono avviate le iscrizioni per l’anno scolastico successivo. Tuttavia, «a causa della difficile situazione economica e sociale e della pericolosa mancanza di sicurezza che si vive in Haiti, molti genitori hanno perso il lavoro e le risorse finanziarie necessarie per permettere ai figli di continuare gli studi».
La preoccupazione per la situazione politica e sociale trasuda anche dalle righe delle religiose: «Purtroppo, Haiti da diversi anni attraversa una grave crisi politica, economica e sociale; inoltre ha dovuto affrontare diverse catastrofi naturali. Più recentemente le attività dei gruppi criminali sono diventate il più grande pericolo per il popolo haitiano. La situazione della sicurezza ad Haiti diventa ogni giorno più difficile, così difficile che le parole non possono descriverla. Nella situazione attuale tutti noi che viviamo ad Haiti affrontiamo ogni giorno numerosi rischi e problemi, perché il clima di insicurezza è troppo grande».
E nonostante tutto ciò, «noi due non viviamo nella paura e non pensiamo di lasciare Haiti. La nostra scelta è stare con il popolo haitiano. Sentiamo che Dio ci vuole qui dove siamo, e ci chiede di essere il Suo mezzo per stare accanto ai più bisognosi. In questa situazione difficile possiamo solo sperare che le forze internazionali di mantenimento della pace – con l’aiuto di Dio – possano intervenire presto per sanate la difficile situazione haitiana e ristabilire l’ordine, la sicurezza e la pace che tutti noi auspichiamo». Le foto allegate alla lettera sono eloquenti.
Ci lasciano una benedizione: «Con tutto il cuore, volgiamo al Signore il nostro ringraziamento chiedendo a Lui di ricompensarvi con il Suo centuplo per tutto ciò che fate per la Chiesa e per i bisognosi, e, in particolare, per quello che avete fatto per noi. Rimaniamo uniti nella preghiera e nel bene». E noi assicuriamo di farlo.