«La liturgia della strada»: lo hanno chiamato anche così questo racconto evangelico che non finisce di ispirare preghiere, canti, opere d’arte, piste di confronto. Effettivamente fa colpo la duplice collocazione, il doppio fulcro di quell’incontro fortunato: la strada e la mensa. Che ne diventano quasi le coordinate intramontabili, di cui farsi gelosi senza sconti.
1. Perché coordinate? Cosa sono le coordinate? Sono due (o più) linee immaginarie che permettono di individuare un luogo, un sito, consultando una carta geografica o una carta nautica. Basta una minima conoscenza o dell’atlante o dei mezzi più moderni che si chiamano “maps” per capire l’espressione. Una volta che le hai fatte incontrare, le linee ti permettono di trovare il luogo che stai cercando.
«Lungo la via» è la prima coordinata che Gesù ha prescelto per la conversione o ri-conversione dei due discepoli dimissionari. Lungo la via potrebbe significare ciascuna delle nostre vite di uomini. Lungo la via è senz’altro anche il tratto percorso nel cammino di fede, e ciascuno – lo diciamo per onestà – ha al suo attivo qualche passo in tale direzione: da chi si è fermato subito dopo i rudimenti del catechismo infantile a chi si è avventurato in approfondimenti scientifici sul mondo di Dio, a chi persiste fedelmente nell’aggiornamento del proprio cristianesimo.
2. Il Vangelo di Emmaus racconta il pellegrinaggio verso l’accensione del cuore da parte di due discepoli sconsolati, tristemente incamminati oltre un sogno finito nel sangue. I due erano partiti da Gerusalemme come una catasta di legna bagnata; terminano l’avventura come un roveto ardente di entusiasmo e di voglia di testimoniare.
Lungo la via – e in questi tempi tutti sentono nostalgia della sane e distensive camminate – ci può essere una tale ricchezza di spunti che si capisce, per esempio, chi ancor oggi programma il famoso Cammino di Santiago, che totalizza, nel suo itinerario più classico, 800 chilometri a piedi.
Il Signore Gesù cammina per le strade del mondo come quello sconosciuto si accosta a loro due, piccola comunità in affanno. Salvezza che ti cammina a fianco. Ti parla in colui che già sta facendo strada o vita con te, nella tua casa, nella tua parrocchia, nel tuo ambiente professionale, nel tuo circolo culturale.
3. La liturgia della speranza, però, ha bisogno anche della seconda coordinata. Sono due, fanno strada insieme, condividono lo stesso dolore, capaci di ascoltarsi e di accogliersi. E dicono di una storia capita male, di un amore sfociato nel fallimento, nell’illusione. Ed ecco che Lui crea comunità, comincia a coniugare in modo avvincente l’avverbio “insieme”, lo fa diventare concreto sedendosi a tavola con loro che non lo vogliono più mollare.
Un gesto è sufficiente a catapultarli nel senso di tutti gli avvenimenti pasquali: spezzare il pane. Glielo hanno visto fare tante volte, fino all’ultima sera quando hanno cenato insieme prima che Giuda lo tradisse! Non fanno in tempo a dirgli nulla, perché scompare dalla loro vista, però ormai tutto è cambiato!
È il Maestro! Non è uno sconosciuto: è il Signore! È vivo! È ancora, e per sempre, con noi.