In Valle del Biois è diventata consuetudine, nelle occasioni più importanti, ripercorrere in processione i confini dell’antica Pieve di Canale d’Agordo, con una solenne rogazione tra prati, boschi e campi, in occasione della festa – oggi soppressa – dell’Invenzione della Santa Croce, che fino al 1969 si celebrava il 3 maggio.
Quest’anno la processione era ispirata dai 500 anni di consacrazione delle chiesa mansionarile di Sappade, intitolata appunto al ritrovamento del Sacro Legno da parte dell’imperatrice Elena. Inoltre quest’anno cadono i 40 anni dall’elezione e morte Giovanni Paolo I, nativo di questa Valle, dichiarato venerabile dalla Santa Sede l’8 novembre scorso. Così le parrocchie di Canale d’Agordo, Caviola, Falcade e Vallada Agordina – costituenti l’antica Pieve – il 5 maggio scorso hanno voluto ritrovarsi insieme con le parrocchie di Cencenighe e San Tomaso per ripercorrere l’antico itinerario.
Il cammino è iniziato alle 7.00 del mattino, partendo dalla chiesa di Canale, l’antica matrice, per proseguire verso la chiesa della Salute di Caviola; poi verso quella di Villotta e di Falcade Alto. Da Somor, lungo il Troi de le Coste, i pellegrini hanno poi raggiunto la cappella di Valt e infine la chiesa di Sappade, dove alle 12.00 il vescovo emerito, mons. Andrich, ha presieduto l’Eucaristia, concelebrata con i parroci della Valle. Durante l’omelia, mons. Andrich ha spiegato il significato della Croce come simbolo e segno delle croci che siamo chiamati a portare sostenendoci l’un l’altro. Al termine della Messa, gli alpini e il Gruppo della festa di Sappade hanno lautamente rifocillato i partecipanti.
La processione è poi ripartita, per raggiungere i villaggi di Pescosta, Busin, Tegosa, Feder, Fregona, Carfon, Toffol, Todesch, Cogul, Andrich. La rogazione si è conclusa nella chiesa monumentale di San Simon, dove tutti hanno cantato il Credo in gregoriano, per riconfermare con convinzione l’adesione a Cristo, proprio in quella chiesa da cui, secondo la tradizione, iniziò l’evangelizzazione della Valle.
Suggestivo durante tutto il tragitto il rincorrersi del suono delle campane di ogni villaggio e il tradizionale “bacio delle croci“, quelle poste al vertice dei gonfaloni, “bacio” che si è ripetuto lungo la strada tra la croce della Pieve – sulla quale sono raffigurati tutti i santi patroni della Valle – e le croci delle chiese filiali. Il tutto in un intenso clima di preghiera e di fraternità, che prefigura il futuro pastorale di una valle in cui soprattutto i laici cristiani saranno sempre sempre più chiamati a lavorare insieme per il Vangelo.