Il Consiglio pastorale diocesano in vista dell’Assemblea sinodale

La strada fatta e quella da fare

Camminare insieme, paradigma di ciò che sta vivendo e che vivrà la Chiesa di Belluno-Feltre

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Una mattinata di sole e aria tersa ha accolto i membri del Consiglio Pastorale diocesano sabato 26 giugno nello splendido Centro di spiritualità e cultura Papa Luciani a Santa Giustina.

L’occasione è stata una di quelle importanti: salutarsi dal vivo dopo tanto tempo, trascorrere qualche ora di condivisione spirituale, ecclesiale e conviviale. A conclusione di un anno pastorale difficile, ancora segnato dagli effetti della pandemia da Covid-19, si è voluto individuare quanto di buono è stato seminato per offrirlo a Dio come ringraziamento in un intenso e itinerante momento di preghiera. Tante sono state le parole che hanno rappresentato il percorso fatto in Consiglio Pastorale e tante quelle che saranno da stimolo per continuarlo con convinzione. Alcune di esse meritano di essere richiamate, rigorosamente in ordine sparso, perché costituiscono gli atteggiamenti che fondano un approccio sinodale a cui la nostra Chiesa è chiamata: “disponibilità”, “relazione”, “pensare insieme”, “famiglia”, “carità”.

Quale percorso ha portato la nostra Chiesa in procinto ad affrontare l’Assemblea sinodale del 18 e 25 settembre prossimi? La risposta a questa domanda ha costituito il clou dell’incontro. Il percorso stesso fatto dai membri del Consiglio Pastorale è stato un camminare insieme, un vero e proprio paradigma di ciò che sta vivendo e che vivrà la Chiesa di Belluno-Feltre. I delegati foraniali non hanno nascosto le difficoltà incontrate nelle condivisioni in seno ai Coordinamenti foraniali, per prepararci come Chiesa all’Assemblea sinodale, soprattutto nella prima parte del loro mandato. Difficoltà nell’entrare in sintonia, nel conoscersi, nell’imparare ad ascoltarsi, nel condividere e far proprie le esperienze e le realtà più diverse che caratterizzano le nostre comunità. Proprio attraverso la disponibilità offerta da ciascuno, la cura delle relazioni personali, con un forte approccio di pensiero fatto insieme, di senso di famiglia e di carità si è riusciti a costruire una solida e coinvolgente esperienza umana ed ecclesiale. Il vescovo Renato non ha mai fatto mancare il suo sostegno e il suo accompagnamento mettendosi convintamente in cammino come tutti gli altri. A tratti il cammino si è fatto anche piuttosto accidentato, e non si può non tenerne conto per il proseguo: la fatica del rapportarsi con gli altri, di cercare un passo adatto, di creare sintonia tra tutti gli attori – ad esempio tra laici e sacerdoti – ha portato anche a disilludersi, ad avere perplessità, senza tenere conto che alcuni atteggiamenti di “protezionismo” parrocchiale sovente hanno rappresentato ostacoli ad una Chiesa più sinodale. I delegati foraniali hanno riconosciuto però come la fede e la preghiera hanno dato entusiasmo e fiducia ed hanno suggerito di guardare al Popolo di Dio con occhi di pazienza e di attesa, atteggiamenti evangelici tanto difficili da maturare quanto necessari da vivere per essere Chiesa. Resta comunque che il pensiero e l’intenzione di collaborare ci porta oltre, come Chiesa in uscita.

Che cosa significa più precisamente essere Chiesa sinodale? Don Davide Fiocco ha risposto puntualmente alla domanda tracciando le tappe che la Chiesa ha raggiunto, e prossimamente percorrerà, attraverso le sollecitazioni di Papa Francesco: «il Sinodo dei Vescovi è il punto di convergenza del dinamismo di ascolto reciproco nello Spirito Santo, condotto a tutti i livelli della vita della Chiesa». Quindi esso non è solo un evento, ma un processo che coinvolge in sinergia il Popolo di Dio, il Collegio episcopale e il Vescovo di Roma, ciascuno secondo la propria funzione.  Tra pochi mesi entreremo nella fase della consultazione diocesana: ci metteremo in “ascolto” di tutto il Popolo di Dio, nessuno escluso, con particolare attenzione a coinvolgere anche chi è più lontano e con maggiore difficoltà viene consultato.  In questo processo la Chiesa locale, quella diocesana, ha piena dignità di essere considerata una “porzione” – e non una semplice “parte” – della Chiesa universale. La consultazione diocesana sarà anticipata dall’Assemblea sinodale, “luogo” nel quale trovarci per iniziare a “costruire” una Chiesa sinodale in comunione («Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri», Gv 13-35), partecipazione (siamo tutti attori della vita ecclesiale, non spettatori) e missione (la Chiesa non vive per se stessa, ma per testimoniare Gesù). La consultazione del Popolo di Dio in ciascuna Chiesa particolare si concluderà con una riunione pre-sinodale, che sarà il momento culminante del discernimento diocesano. Dopo la chiusura della fase diocesana, ogni Chiesa particolare invierà i suoi contributi alla Conferenza Episcopale.

La riunione del Consiglio Pastorale ha proseguito con la presentazione da parte di Stefano Perale, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro, dell’esperienza di Formazione all’impegno sociale e politico (FISP) che è stata proposta tra i mesi di novembre 2020 e marzo 2021 in collaborazione con l’omologo ufficio della diocesi di Padova. Una trentina sono stati i partecipanti provenienti dalla nostra diocesi. L’esperienza, soddisfacente e altamente formativa, verrà riproposta con una maggiore connotazione al nostro territorio.

Irene Pilotto ha accennato, infine, al Progetto Parrocchia, che la trova coinvolta insieme ad altri rappresentanti delle diocesi del Triveneto, Toscana ed Emilia Romagna, Puglia. Il progetto, sotto la direzione di fratel Enzo Biemmi e attraverso il metodo della narrazione di esperienze (teologia pratica), si propone di riflettere sulle “strutture” di parrocchia e di unità pastorale per offrire uno studio e degli spunti affinché esse possano assumere una configurazione sempre più missionaria oggi.

Massimo Diana