La varietà degli elementi dell’ufficio divino

Gli inni, i responsori, i cantici evangelici, le intercessioni, le orazioni conclusive

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Nella presentazione dei vari elementi che compongono la preghiera ufficiale della Chiesa, l’Ufficio divino, mi sono soffermato su un precedente articolo sui Salmi, Antifone, Letture della Sacra Scrittura, Letture dei Padri della Chiesa e Letture Agiografiche. Completo la presentazione dei vari elementi della preghiera della Chiesa contenuta nel libro liturgico “La Liturgia delle Ore”, chiamata anche “Ufficio Divino” o, con termine popolare: “Breviario”, con altri elementi.

Gli inni

All’inizio di ogni Ora è proposto un inno. Questo testo indirizza l’orante al clima spirituale che la celebrazione stessa vuole creare nella mente e nel cuore. Viene così presentato (Principi e Norme 171-173):

«Gli inni, che già per antichissima tradizione facevano parte dell’Ufficio, conservano anche ora la loro funzione. In realtà, per la loro ispirazione lirica, non solo sono destinati specificamente alla lode di Dio, ma costituiscono un elemento popolare: anzi, di solito caratterizzano immediatamente e più che le altre parti dell’Ufficio, l’aspetto particolare delle Ore e delle singole celebrazioni muovendo e stimolando gli animi a una pia celebrazione. Spesso tale efficacia è accresciuta dalla loro bellezza letteraria. Inoltre gli inni nell’Ufficio sono come il principale elemento poetico composto dalla Chiesa. L’inno, secondo la tradizione, si conclude con la dossologia, che di solito viene diretta alla medesima Persona divina, alla quale è rivolto l’inno stesso».

I responsori

Al termine delle Letture, sia in forma lunga che nella forma breve, viene recitato un responsorio. Così viene presentato nelle Premesse alla Liturgia delle Ore (nn. 169-170):

«Nell’Ufficio delle letture, alla lettura biblica segue il suo responsorio proprio, il cui testo è stato scelto dal tesoro della tradizione, o composto ex nova, al fine di portare nuova luce per la comprensione della lettura appena letta, o di inserire la lettura nella storia della salvezza, o di ricondurre dall’Antico al Nuovo Testamento, o di cambiare la lettura in preghiera e contemplazione, o, infine, di conferire con la sua bellezza poetica una piacevole varietà. Così pure alla seconda lettura è aggiunto un responsorio appropriato; questo, però, non è strettamente congiunto con il testo della lettura, e perciò favorisce maggiormente la libertà della meditazione”. Anche i responsori brevi presenti nelle altre “Ore” hanno un preciso significato (vedi n.172: “…sono una risposta alla lettura breve, come una specie di acclamazione, allo scopo di imprimere più profondamente la parola di Dio nell’animo di chi ascolta o di chi legge».

I canti evangelici

Tra le preghiere proposte nell’Ufficio Divino hanno un posto particolare i tre cantici evangelici. Alle lodi il “Benedictus”, il cantico di Zaccaria (Lc 1,68-79); ai Vespri il “Magnificat”, il cantico della Beata Vergine Maria (Lc 1, 46-55); alla Compieta il cantico di Simeone “Nunc dimittis” (Lc 2, 29-32). Sono testi conosciuti e apprezzati, per secolare tradizione, nella Chiesa. Le antifone che li accompagnano indirizzano all’aspetto particolare, in quella celebrazione, della preghiera. Per le Lodi e i Vespri l’atteggiamento fondamentale suggerito è quello della lode e del rendimento di grazie per la redenzione. Il cantico alla Compieta accompagna la conclusione della giornata, con il rendimento di grazie, prima del riposo notturno.

Le intercessioni

L’ufficio divino è per tradizione preghiera di Lode. Però nella tradizione giudaica e cristiana a questo tipo di preghiera si aggiunge, quasi da questa la si fa scaturire, la preghiera di domanda. Le intercessioni, divenute familiari nella Messa con la “Preghiera dei Fedeli” sono state introdotte anche nelle Lodi e nei Vespri. La caratteristica di queste preghiere è quella di essere universali. Lo richiama l’Introduzione al n. 187:

«Poiché la Liturgia delle Ore è principalmente preghiera di tutta la Chiesa per tutta la Chiesa, anzi per la salvezza di tutto il mondo è necessario che nelle preci le intenzioni universali abbiano senz’altro il primo posto: si preghi cioè per la Chiesa con la sua gerarchia, per le autorità civili, per coloro che sono afflitti da povertà, malattia, dolore, per le necessità del mondo intero, cioè per la pace e per altre circostanze simili».

La preghiera del Signore e le orazioni conclusive

Nelle Lodi e nei Vespri dopo le preci di intercessione viene recitata la preghiera del Signore, il Padre nostro. È una sottolineatura della dignità e la continuazione di una venerabile tradizione.

Ogni Ora poi si conclude con la recita di un’orazione. Sono testi proposti in relazione ai Tempi Liturgici, alle particolari celebrazioni indicate dal calendario, o anche solo in relazione al carattere delle singole Ore. Il libro liturgico “La Liturgia delle Ore” indica sempre l’orazione conclusiva da utilizzare.

Preghiera da valorizzare

Concludo così la presentazione dell’Ufficio Divino, la Liturgia delle Ore, già presente nei momenti comunitari o nella spiritualità individuale. L’utilizzo e la valorizzazione ulteriore di questa preghiera porterà sicuramente abbondanti frutti spirituali per le comunità cristiani e per i singoli.

Giuliano Follin
(fine)