La varietà degli elementi dell’Ufficio divino

Le letture della Sacra Scrittura, le letture dei Padri della Chiesa e le letture agiografiche

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Nella presentazione dei vari elementi che compongono la preghiera ufficiale della Chiesa, l’Ufficio divino, mi sono soffermato su un precedente articolo sui salmi e sulle antifone. Le letture della Sacra Scrittura, le letture dei Padri della Chiesa e le letture agiografiche sono altre parti che si trovano nella Liturgia delle Ore.

Lettura della Sacra Scrittura

I testi che nelle singole Ore sono proposti, vengono definiti “Lettura breve” per la ridotta dimensione del brano. Per l’Ufficio delle Letture è prevista la lettura di un brano più lungo, generalmente in correlazione con i brani letti nella Liturgia della Parola della Messa prevista per il singolo giorno. Il significato di questa parte è richiamato da “Principi e Norme” al N.40:

«La lettura della Sacra Scrittura, che per antica tradizione si fa pubblicamente nella liturgia, non soltanto nella celebrazione eucaristica, ma anche nell’Ufficio divino, dev’essere tenuta nella massima considerazione da tutti i cristiani, perché viene proposta dalla Chiesa stessa, non a scelta dei singoli o secondo la disposizione più favorevole del loro animo, ma in ordine al mistero che la Sposa di Cristo «svolge attraverso il ciclo annuale dall’Incarnazione e dalla Natività fino all’Ascensione, al giorno di Pentecoste e all’attesa della beata speranza e del ritorno del Signore. Inoltre nella celebrazione liturgica la lettura della Sacra Scrittura è sempre accompagnata dalla preghiera, in modo che la lettura porti maggior frutto e a sua volta la preghiera, specialmente dei salmi, venga compresa più pienamente e fatta con più intensa pietà in forza della lettura».

Lettura dei Padri della Chiesa

Nell’Ufficio delle Letture, dopo la recita dei Salmi e dopo la lettura biblica, è previsto un brano dagli scritti dei Padri, dei Dottori e di altri Scrittori ecclesiastici sia della Chiesa orientale che occidentale. In alcune occasioni questa parte è sostituita da una lettura agiografica.

«Lo scopo di tale lettura è principalmente la meditazione della parola di Dio, così come è accolta dalla Chiesa nella sua tradizione. La Chiesa, infatti, ha sempre ritenuto necessario spiegare ai fedeli in maniera autentica la parola di Dio, perché “la linea dell’interpretazione profetica e apostolica si svolgesse secondo la norma del senso ecclesiastico e cattolico”. Dal contatto assiduo con i documenti presentati dalla tradizione universale della Chiesa, i lettori sono condotti a una più profonda meditazione della Sacra Scrittura e a un soave e vivo amore per essa. Gli scritti dei santi Padri, infatti, sono splendide testimonianze di quella meditazione della parola di Dio, prolungatasi per secoli, con la quale la Sposa del Verbo incarnato, cioè la Chiesa “che ha con sé il consiglio e lo spirito del suo Sposo e Dio” si sforza di giungere giorno per giorno a una più profonda intelligenza delle Sacre Scritture. La lettura dei Padri inoltre aiuta i cristiani a comprendere meglio il significato dei tempi e delle celebrazioni liturgiche. Apre loro l’accesso alle inestimabili ricchezze spirituali che formano il prezioso patrimonio della Chiesa, e insieme presentano il fondamento della vita spirituale ed un ricchissimo nutrimento della pietà. I predicatori poi della parola di Dio hanno così tra mano, ogni giorno, eccellenti esempi di sacra predicazione» (Principi e Norme n.163-165).

Lettura agiografica

In alcune circostanze, quando il Calendario liturgico prevede la celebrazione di un Santo, la seconda lettura dell’Ufficio delle Letture è di carattere agiografico.

«Col nome di lettura agiografica si intende sia il testo di qualche Padre o scrittore ecclesiastico che tratta espressamente del santo celebrato o che a esso si può ragionevolmente applicare, sia un brano degli scritti dello stesso santo, o il racconto della sua vita. Nel comporre i Propri particolari dei santi, ci si deve attenere sempre alla verità storica ed avere di mira il vero profitto spirituale di coloro che leggeranno o ascolteranno la lettura agiografica. Si deve diligentemente evitare ciò che desta soltanto ammirazione; si ponga invece in luce la spiritualità specifica dei santi, in una forma accettabile ai nostri tempi, come pure la loro importanza per la vita e la pietà della Chiesa» (Principi e Norme n. 166-167).

Giuliano Follin
(continua)