La nostra Cattedrale è stata ammessa al Bando della CEI

L’adeguamento liturgico della Cattedrale

Il significato ecclesiale della Cattedrale

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Con lettera del 24 giugno scorso, è giunta dalla Conferenza Episcopale Italiana la comunicazione che la nostra Basilica-Cattedrale è stata ammessa al Bando per l’adeguamento liturgico delle Cattedrali. Erano 14 le diocesi italiane che avevano manifestato interesse per la candidatura. L’Ufficio liturgico nazionale e l’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto ne hanno selezionato sei: Acerenza, Asti, Cremona, Montepulciano-Chiusi-Pienza, Sessa Aurunca e Belluno-Feltre.

Necessità di un intervento

È ben evidente la provvisorietà che caratterizza tutta l’area del presbiterio della nostra Cattedrale, rivestita di moquette e con un altare per la celebrazione privo di valore artistico. L’impatto con l’insieme della struttura architettonica e decorativa della maestosa Cattedrale è stridente. Chi viene a Belluno da fuori e si impatta per la prima volta con l’area presbiterale resta colpito da questa “fasciatura”, da questo emendamento di emergenza, funzionale a un periodo di passaggio che si prolunga ormai dal 1966. La finalità celebrativa e il valore simbolico della Cattedrale non permettono più di considerare permanente una soluzione che è temporanea.

Il simbolo della Cattedrale

Nel nostro ambiente e nel nostro tempo la Cattedrale ha ancora un significato ecclesiale. Il territorio della nostra diocesi è complesso: si estende su un’area di 3.263 Kmq; è solcato da lunghe vallate che lo percorrono in ogni direzione; è costellato da paesi che si caratterizzano per aspetti socio culturali e religiosi particolari, tali da suscitare uno spiccato senso di autonomia territoriale nella popolazione. L’alta e la media montagna assumono caratteristiche proprie, a volte non sintonizzabili con quelle della zona meridionale della diocesi, la Valbelluna.

Inoltre l’attuale diocesi di Belluno-Feltre è “giovane”, istituita nel 1986, derivando dalla fusione delle due diocesi precedenti. La componente feltrina – l’ex diocesi di Feltre – ha maggiormente sofferto, avendo vissuto questo passaggio come un lutto con strascichi che arrivano fino ad oggi.

Per tutti questi motivi – dice il Vescovo – è necessario «attivare dinamiche che possano favorire una consapevolezza di essere una Chiesa unita, pur nella diversità degli apporti territoriali, storici e culturali. Il simbolo della Cattedrale può diventare importante e decisivo in questo processo».

Perché ora?

Ancora il vescovo Renato: «Ci sono almeno tre componenti che concorrono a sostenere e a richiedere il processo di adeguamento liturgico della Cattedrale, sulla scia di quanto il Concilio Vaticano II ha inteso attuare come “riforma liturgica”.

1. Il cammino sinodale su cui stiamo affinando il nostro vissuto di Chiesa». Alle 158 comunità parrocchiali disperse su un vasto territorio fanno bene «belli ed evidenti luoghi che manifestino l’appartenenza comune e favoriscano la bellezza dello stare insieme. Per corrispondere a tale finalità la Cattedrale risulta essere il luogo privilegiato. Inoltre il suo impianto rinascimentale mette in evidenza una spazialità armonica, ritmata e aperta che evidenzia tale destinazione alla varietà di componenti che abbisognano di ricomposizione nuova. Essa mostra una unicità che spicca rispetto alle tante chiese, spesso piccole, di stile montano disseminate ovunque e sembra chiamarle a convocazione

2. La pubblicazione per le diocesi italiane della terza edizione del Messale romano. Per scelta della CEI questa sarà l’occasione di un rilancio della riforma liturgica voluta dal Vaticano II. È intento della diocesi favorire al massimo questo rilancio anche con un più opportuno adeguamento liturgico di un numero considerevole di chiese la cui cura è molto sentita dalla popolazione per un rapporto di affetto che la lega ad esse.

3. Siamo ad un punto di arrivo nel lungo percorso di canonizzazione di papa Giovanni Paolo I che la diocesi ha assunto come suo impegno. La beatificazione di papa Luciani che stiamo attendendo è un altro momento forte del cammino diocesano. I più importanti eventi attorno alla canonizzazione richiedono che la Cattedrale sia predisposta a tale evento. Anzi, proprio questo aspetto, ci spinge a chiedere un’attenzione particolare affinché ci sia data la possibilità di portare a compimento questo cammino di adeguamento liturgico».

Il cammino compiuto

È dal 5 aprile che un “gruppo di lavoro” ha avuto dal Vescovo il mandato di verificare e creare le condizioni della nostra adesione al bando, in vista dell’adeguamento liturgico della Cattedrale. Il gruppo è coordinato dall’arch. Alberto De Biasio, già coinvolto in precedenti studi di progettazione per l’adeguamento. Ne fanno parte anche l’arch. Cristiano Da Rin Bettina, che è membro del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici; don Luca Sartori, laureato in conservazione beni culturali e specializzando in archeologia e storia dell’arte, e don Alex Vascellari, cerimoniere del Vescovo in Cattedrale. Inoltre partecipano al gruppo alcune “figure istituzionali”, che possano garantire il collegamento con la parrocchia e con il capitolo della Cattedrale (don Attilio Zanderigo), con l’Ufficio diocesano per la Liturgia (don Giuliano Follin), con l’Ufficio diocesano per i Beni culturali e l’Edilizia di culto (don Giacomo Mazzorana).

Per accedere al Bando è stato necessario interessare la Conferenza Episcopale Triveneta e la Consulta Beni Culturali e Edilizia di Culto della CET: il 2 maggio scorso il Patriarca di Venezia, mons. Moraglia, ha aderito alla candidatura della Cattedrale di Belluno-Feltre; il 9 aprile la Consulta Regionale per i Beni culturali e l’Edilizia di culto, ha valutato l’iniziativa.

L’ammissione al Bando non è un punto di arrivo, ma è l’inizio di un cammino. E se è cammino è anche questo un processo di sinodalità.