AMAZZONIA – Anche il nostro Ufficio Missionario si prepara al Sinodo speciale sull’Amazzonia

Regione Panamazzonica: una vita minacciata…

Indigeni dimenticati e senza prospettiva di avvenire sereno, anche a causa della crisi della foresta

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Un Sinodo per la regione Panamazzonica

(Seconda parte) – 15 ottobre 2017. Papa Francesco annuncia: «Scopo principale della convocazione a Roma (dal 6 al 27 ottobre 2019) di un’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la regione Panamazzonica è individuare nuove strade per l’evangelizzazione di quella porzione del Popolo di Dio, specialmente degli indigeni, spesso dimenticati e senza la prospettiva di un avvenire sereno, anche a causa della crisi della foresta Amazzonica, polmone di capitale importanza per il nostro pianeta…»

9 giugno 2019. Nel Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale del 20 ottobre, papa Francesco ricorda il Sinodo speciale sull’Amazzonia: «La provvidenziale coincidenza con la celebrazione del Sinodo Speciale sulle Chiese in Amazzonia mi porta a sottolineare come la missione affidataci da Gesù con il dono del suo Spirito sia ancora attuale e necessaria anche per quelle terre e per i loro abitanti. Una rinnovata Pentecoste spalanca le porte della Chiesa affinché nessuna cultura rimanga chiusa in se stessa e nessun popolo sia isolato ma aperto alla comunione universale della fede…».

Il grido della terra e dei poveri

17 giugno 2019. Esce l’Instrumentum laboris (documento preparatorio) per l’assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per la regione Panamazzonica. Papa Francesco intitola questo Sinodo: “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale”.

L’Instrumentum parte dal basso, sentite le urgenze e le preoccupazioni delle popolazioni di quei Paesi e il gran rischio con il clima e l’ecologia del pianeta-terra. Questo “ascolto” sarà la piattaforma di lavoro per i membri del Sinodo.

Il documento preparatorio è suddiviso in tre parti.

La prima parte è la voce dell’Amazzonia, che presenta la vita dei popoli del territorio, la vita della Chiesa e la vita del Pianeta.

La seconda parte tratta dell’ecclesiologia integrale: il grido della terra e dei poveri.

La terza parte presenta le prospettive per una Chiesa profetica in Amazzonia (sfide e speranze), per un’adeguata e attenta presenza di Chiesa dalla parte delle popolazioni indigene, per una Chiesa in uscita e in ascolto, per un’adeguata ed evangelica relazione tra Chiesa e potere.

Una vita minacciata…

Dalle numerose consultazioni condotte in molte regioni amazzoniche, le Comunità ritengono che la vita nei loro territori è minacciata soprattutto da: criminalizzazione e assassinio di leader e difensori del territorio; appropriazione e privatizzazione dei beni naturali come l’acqua; concessioni a imprese di disboscamento; caccia e pesca predatorie, soprattutto nei fiumi; megaprogetti idroelettrici, concessioni forestali, disboscamento per produrre monoculture, strade e ferrovie, progetti minerali e petroliferi; inquinamento provocato dall’intera industria estrattiva che crea problemi e malattie, in particolare ai più giovani; narcotraffico; conseguenti problemi sociali associati a minacce come alcolismo, violenza contro la donna, lavoro sessuale, traffico di esseri umani; perdita della loro cultura originaria e della loro identità (lingua, pratiche spirituali e costumi) e, per concludere, condizione di povertà a cui sono condannati i popoli dell’Amazzonia.

La saggezza delle popolazioni amazzoniche

I popoli dell’Amazzonia, oltre ad avere il diritto di aprirsi alla Missione, possono contribuire anche alla Missione della Chiesa Universale con la loro saggezza culturale e spirituale.

Papa Francesco: «Quanti non abitiamo queste terre abbiamo bisogno della vostra saggezza e delle vostre conoscenze per poterci addentrare, senza distruggerlo, nel tesoro che racchiude questa regione…» «I popoli dell’Amazzonia non sono un museo, ci insegnano la saggezza».

Marcel Aymé: «La foresta è ancora un po’ di paradiso perduto. Dio non ha voluto che il primo giardino fosse eliminato dal primo peccato».

Christoph Waltz: «La foresta non si è fatta in un giorno. Ma noi possiamo distruggerla in un giorno».

Proverbio dell’Amazzonia Brasiliana: «Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, l’ultimo animale libero ucciso. Vi accorgerete… che non si può mangiare il denaro».

Proverbio dei nativi americani: «Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli».

Tribù dei Nasi Forati: «Io non ho mai rivendicato il diritto di poter fare con la terra quello che ritengo giusto. L’unico che ha un tale diritto è Colui che l’ha creata».

“Unidad Indigena” (giornale colombiano): «Noi parleremo con la nostra voce secondo quello che realmente siamo: uomini, donne e bambini in carne ed ossa, con una nostra dignità, una nostra lingua, religione, legge… decisi e scrivere e organizzarci per difendere tutte queste cose da chi vuole continuare a toglierci ciò che è nostro».

Popolo Enawene Nawe: «Non avremmo mai pensato che potessero arrivare così in tanti. Fino a cinque anni fa non c’era nessuno… Sono sempre più numerosi e, un ranch dopo l’altro, si stanno avvicinando sempre più alle rive del fiume. Questi sono molto diversi da noi. Distruggeranno tutto e così non ci saranno più pesce né feste né antenati, e noi moriremo. Noi, gli Enawene Nawe, non distruggeremmo mai la foresta. Vogliamo che gli animali vivano e desideriamo tanto che la terra si conservi bella per sempre».

Popolo Guarani: «Viviamo in condizioni disumane, in case minuscole, sopraffatti da una miseria degradante. Non abbiamo niente da mangiare eppure il nostro popolo ha ancora la forza di cantare con gioia e con speranza… Noi non vogliamo denaro e ricchezza. Vogliamo solo terra a sufficienza per poter vivere come preferiamo».

Per maggiori approfondimenti, richiedere all’Ufficio Missionario l’opuscolo “Notizie – Il grido dell’Amazzonia”, di recente pubblicazione.

Edieffe