Le feste epifaniche nel calendario liturgico

Epifania e Battesimo di Gesù: feste conclusive del tempo di Natale

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Il periodo natalizio va concludendosi. Nella società civile si guarda alla fine di questo periodo che pur quest’anno segnato da una situazione drammatica, rimane sempre alla attenzione di singoli e famiglie. La data del 6 gennaio, festa dell’Epifania, è indicata nel calendario civile come linea di demarcazione e come conclusione delle festività natalizie. Nel calendario liturgico, che guida le celebrazioni e la spiritualità delle comunità cristiane, la linea di demarcazione è data dalla domenica denominata “Battesimo del Signore”. Nel 2021 questa ricorrenza è datata 10 gennaio.

Feste epifaniche nel Calendario Liturgico

La parola “epifania” è conosciuta nel suo significato di “manifestazione”, “apparizione”, “venuta, “presenza di una divinità”.  Così vengono definite nel calendario liturgico “Festa epifaniche” quelle che celebrano la manifestazione del Signore nella sua vicenda, come narrata nei testi sacri e professata dalla fede cristiana. Il primo di questi eventi è quello della Nascita del Signore, la sua “apparizione nella carne”.  Troviamo poi di seguito, nel calendario liturgico in uso nella chiesa latina, la solennità dell’Epifania del Signore e quindi la festa (di domenica) del Battesimo del Signore. Origine orientale od occidentale, richiami agli eventi e al loro significato teologico, accoglienza e scambio di significati hanno caratterizzato la definizione del calendario religioso. Nei primi quattro secoli queste tre feste si fondono e si richiamano nel loro significato teologico, fino alla definitiva separazione dell’evento celebrato nella sua originalità e caratteristica. La nascita a Betlemme, la adorazione dei Magi, il Battesimo al fiume Giordano rappresentano la connotazione di queste feste. Qui la nostra attenzione si ferma sulla Epifania del Signore e sul Battesimo del Signore.

Epifania del Signore

La Epifania del Signore è celebrazione più antica del Natale. Già nei primi secoli, in Oriente, con questo termine si definisce la “apparizione di Cristo nella carne”, il suo Natale.  Anche la data del 6 gennaio è collegata in Oriente all’aumentare della luce. I cristiani vedono in questo l’apparire di Cristo “vera luce”.

Nei legami celebrativi tra oriente e occidente, nello scambio di significati e sottolineatura degli eventi della vita di Cristo, si è creata la netta distinzione tra “Natale” che celebra la nascita di Cristo in mezzo al suo popolo e la “Epifania” che celebra la sua manifestazione alle Genti, rappresentate dai Magi. Così con queste caratterizzazioni specifiche noi celebriamo i due eventi distinguendoli. Alcune tradizioni popolari, legate anche al mondo agricolo, pur senza motivazione, si fondono con i richiami religiosi in questo giorno. Nella iconografia religiosa le figure dei Magi – sapienti dell’oriente chiamati re e indicati dalla tradizione popolare con nome proprio –, della stella che li ha guidati (come dice il testo evangelico), dei doni da loro portati (oro, incenso e mirra) sono molto rappresentati.

Un richiamo particolare è dovuto alla indicazione celebrativa della liturgia per la quale il giorno dell’Epifania, dopo la lettura del Vangelo, viene dato “l’annuncio del giorno della Pasqua”, nella sua collocazione precisa nel calendario annuale, con le feste più importanti ad essa collegate. Il significato di questo annuncio è quello di richiamare ai fedeli che negli eventi pasquali si realizza la piena manifestazione del Signore Gesù nella sua identità e missione.

Battesimo del Signore

La celebrazioni conclusiva del Tempo di Natale è rappresentata dalla domenica detta del “Battesimo del Signore”. L’episodio, noto nella sua dinamica, ampiamente raffigurato nella iconografia religiosa (sia pittorica che scultorea), è dai Vangeli presentato come il momento preciso dell’inizio della missione di Gesù di Nazareth. Egli è il Messia amato dal Padre, inviato all’umanità, da ascoltare. Il Battesimo che Gesù riceve da Giovanni lo collega nel gesto all’umanità. La manifestazione della sua divinità come annunciata dal Vangelo (la teofania, la voce del Padre) lo presenta Salvatore-Messia. Il Battesimo che lui dona alla sua Chiesa è rinascita come “figlio di Dio” per chi lo riceve. Realtà ben diversa dal rito penitenziale-purificatorio compiuto da Giovanni Battista. È quello che il testo liturgico chiama “il mistero del nuovo lavacro”. È la realtà del Battesimo, rito nella fede che segna la vita dei discepoli di Cristo.

Giuliano Follin