a cura di don Sandro De Gasperi (23ª domenica del tempo ordinario - anno C)

Mai avrei immaginato

La sapienza è l’arte di scoprire la vita di Dio nelle pieghe della nostra quotidianità

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«Mai avrei immaginato quello che stava per succedere», commentava, con voce tremolante e con il cuore gonfio di commozione, Albino Luciani, dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro. È il sentimento che percepiamo forte anche noi, oggi, mentre a Roma, papa Francesco dichiara beato questo prete figlio delle nostre montagne e delle nostre valli.

Il libro della Sapienza, che ha aperto la liturgia della Parola, ci suggerisce che l’azione di Dio ci sorprende, che non possiamo pienamente intercettare le sue traiettorie, che è oltre la nostra immediata comprensione. Eppure, proprio come ci rivelano le vicende biografiche di un povero prete salito al soglio di Pietro, Dio comunica con l’uomo, collabora con lui, gli confida i suoi progetti, le sue leggi, il suo volere.

La sapienza è l’arte di scoprire la vita di Dio nelle pieghe della nostra quotidianità, è il dono che il Signore ci invia per scovare le sue tracce, per illuminare le sue orme, per percorrere strade e vie nuove con Lui: pensiamo, ancora una volta oggi, ad Albino Luciani, ai suoi sogni di seminarista e di giovane prete, al suo rendersi conto, piano piano, che il servizio che la Chiesa gli richiedeva era da un’altra parte rispetto a quello che avrebbe potuto aspettarsi. Gesù non nega che la croce e la rinuncia agli averi sono passi imprescindibili per la sequela: non fa sconti, non promette che i discepoli passeranno indenni attraverso le vicende della storia.

Qual è il sapore del nostro essere cristiani, qual è la forza, il segreto, l’intima anima del nostro cammino di fede? Spogliati dei nostri averi, invitati a prendere con gioia e con fiducia la nostra croce, non siamo lasciati in preda alla disperazione, alla sofferenza fine a se stessa, alla prigionia: da parte di Dio, siamo oggetto – come disse papa Luciani, nell’Angelus del 10 settembre 1978 – «di un amore intramontabile. Sappiamo: ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. È papà; più ancora è madre. Non vuol farci del male; vuol farci solo del bene, a tutti».

La sapienza che viene dall’alto è semplicemente la capacità di riconoscere, di vedere, di accogliere, di ricambiare questo amore, nel servizio ai fratelli e alle sorelle che incontriamo, nello sguardo buono sulla realtà che abbiamo intorno, nei gesti semplici e concreti che seminano vita.

«Mai avrei immaginato quello che stava per succedere»: è quello che ogni discepolo annuncia sulle strade del mondo dopo aver portato il Vangelo, contemplando la vita che fiorisce lì dove sembrava dominare solo la tragica insensatezza del male, lì dove guariscono ferite che sembravano mortali.

«Mai avrei immaginato quello che stava per succedere»: è lo sguardo colmo di gratitudine dell’uomo sapiente, della comunità di credenti, che osservano il tessuto della propria vita e proclamano che l’amore del Signore li ha visitati, li ha custoditi, li ha accompagnati.

«Mai avrei immaginato quello che stava per succedere»: sono le parole che diciamo anche noi, trepidanti per il dono di Albino Luciani, che viene restituito beato, «come fratello carissimo, come uomo, come fratello nel Signore»: come sapiente, uomo che ha saputo assaporare la presenza di Dio nella sua vita, e che ha saputo restituire nel ministero l’amore ricevuto. Restituire: è la capacità che chiediamo per noi, in questa domenica.

È il secondo passo dell’amore, che segue l’esperienza viva e profonda di essere amati. È il segreto dell’uomo, della donna, che vivono la sapienza. Ed è possibile, davvero, oggi più che mai – almeno ai nostri occhi –, anche qui, nel Bellunese.