Mantenere viva la ministerialità ecclesiale

La chiamata-missione, la preghiera quotidiana e il sentire con la Chiesa

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I ministeri nella realtà della Chiesa sono una grande ricchezza. Nelle diverse tipologie che li caratterizzano: ordinati con il sacramento dell’ordine sacro, istituiti con un rito celebrato dal vescovo, esercitati (“de facto” li indica un’espressione latina) su mandato del parroco, esprimono la vitalità della comunità cristiana. Mantenere vivi i ministeri da parte di chi li ha ricevuti e li esercita è fondamentale per la loro efficacia ecclesiale. Di seguito alcune riflessioni di carattere spirituale, che valgono per tutti i ministeri, ma che vorrei offrire in particolare ai ministeri laicali, nella stragrande maggioranza esercitati senza un’istituzione rituale, ma che rappresentano la struttura vitale diffusa, utilizzando l’immagine di san Paolo, in tutto il corpo che è la Chiesa.

Chiamata, risposta, missione

La vitalità di un ministero ha il fondamento nella sua vicenda storica che si sviluppa nelle tre dimensioni di ogni chiamata a servire nel nome del Signore. C’è una chiamata, alla quale fa seguito la risposta della persona interpellata e quindi la missione ad esercitare il servizio, a svolgere il ministero. L’origine profonda della chiamata sono sia la predisposizione personale che l’invito di un responsabile della comunità cristiana. La chiamata interiore a vivere un servizio ecclesiale diventa disponibilità dichiarata, ma poi si realizza, salvo situazioni eccezionali, con una proposta del referente della comunità. Non si tratta di burocratizzare i ministeri all’interno della Chiesa, ma di indicare opportunità e possibilità di svolgere i ministeri per il bene della comunità. L’intuizione personale può essere corretta, ma potrebbe anche non tenere conto della realtà concreta in cui si vive, e talora, dei limiti della persona stessa. Il responsabile valuta ed esprime la chiamata alla quale la persona dà la sua risposta. È un sì al servizio per il bene della comunità. È una disponibilità che in tante situazioni chiede un impegno continuo e non saltuario. È una riposta che viene data con piena coscienza del suo significato. La disponibilità naturale ad un tipo di servizio sicuramente facilita, ma non può essere l’elemento determinante per un servizio ecclesiale. La missione affidata alla persona che ha risposto positivamente alla chiamata, diventa la base sulla quale realizzare il servizio all’interno della comunità cristiana, non solo sul piano celebrativo-liturgico o anche solo funzionale-operativo.

Preghiera personale e “Liturgia delle ore”

Uno degli elementi che garantisce la vitalità interiore del ministero è la preghiera. Si tratta prima di tutto della preghiera personale realizzata in vari momenti dal cristiano, nelle diverse tipologie esistenti e suggerite nella loro varietà: lode, rendimento di grazie, richiesta di perdono, domanda. Molto utilizzata è anche la preghiera ufficiale della Chiesa: la “Liturgia delle Ore”. Molti cristiani, aiutati da vari supporti (libretti, radio, TV) recitano le Lodi, i Vespri, la Compieta. Alcuni laici hanno fatto la scelta di una preghiera che li accompagna, in tutta la giornata, con i ritmo vissuto dalla Chiesa.

Formazione teologica e aggiornamento

La formazione di base che è presente nei cristiani che vivono all’interno della Chiesa, necessita di essere, al possibile, confermata e aggiornata. I cambiamenti nel linguaggio e nell’esposizione dei contenuti è opportuno che siano conosciuti e acquisiti da chi nella comunità cristiana ha un ruolo ministeriale. L’opportunità e la fatica nella lettura anche solo di alcuni articoli da riviste religiose, la possibilità di leggere qualche libretto a tema, sono alcune vie per il proprio aggiornamento teologico. I vari aspetti della dottrina della Chiesa: verità teologica (dogmi), sacra bibbia, morale, indicano le strade da percorrere per l’annuncio e la fedeltà al Vangelo. Il Catechismo della Chiesa Cattolica è in questo senso un testo valido e molto utile per una piena sintonizzazione anche nel 2022. È più facile servire una realtà di cui si conosce la realtà nella sua anima, e non solo nelle sue, sia pure importanti, strutture operative e funzionali.

Sentire con la Chiesa nelle parole del Papa e dei Vescovi

Il Papa e i nostri vescovi con la loro parola e con i loro messaggi accompagnano il cammino della Chiesa sia a livello universale che nella realtà locale. L’ascoltarli diventa importante per una sintonia con coloro che da Cristo hanno ricevuto il compito di guidare i fratelli, di guidare la sua Chiesa. È opportuno per il cristiano andare alla fonte originale del messaggio. Non raramente sintesi affrettate e superficiali, se non di parte, impediscono di cogliere il pieno contenuto e la importanza ecclesiale di quanto proposto alla riflessione e alla vita delle comunità. Un accostamento personale al testo originale, oggi non impossibile con gli strumenti a disposizione, fa arrivare alla mente e al cuore messaggi importanti, senza filtri o letture parziali e devianti. L’obiezione che tali testi sono numerosi, è valida, ma la valutazione di tematiche oggi importanti è doverosa. Il quotidiano cattolico e alcune riviste religiose offrono, nell’impossibilità di accedere al testo originale, una mediazione generalmente affidabile.

Esperienze presenti nella vita dei cristiani

Quanto sopra indicato non sarà sicuramente una novità per i lettori. Sono “frecce segnaletiche” offerte spesso, specie negli ultimi decenni, alle comunità cristiane e alle persone impegnate in “servizio ministeriale”. Riascolto, verifica personale, rinnovato impegno o nuova sintonizzazione, diventeranno azioni per il bene delle comunità cristiane.

Giuliano Follin