Si tiene domenica 27 ottobre al Centro diocesano «Giovanni XXIII» di Belluno il convegno «Maria, ponte tra le fedi», organizzato in occasione della Giornata nazionale per il dialogo cristiano islamico. Con inizio alle ore 16, sono stati chiamati a presentare la Vergine nel Vangelo e nel Corano don Valentino Cottini, già preside del Pontificio istituto di studi arabi e d’islamistica, e il professor Said Chabbar, docente di scienze islamiche e presidente del Consiglio degli Ulema dell’università di Beni Mellal in Marocco. Nessun dubbio per la traduzione dall’arabo in italiano, che sarà effettuata da Hamid Zariate, presente al Centro Papa Luciani per la Giornata del dialogo cristiano islamico 2018: Zariate è medico in Piemonte, imam, e da anni si occupa di interculturalità nel nostro Paese. Anche la giovane Ikram al Mustachrik, studentessa piemontese attiva nella sezione giovani delle associazioni islamiche, a fianco di Renzo Andrich per presentare i vari momenti del convegno, è nota al pubblico bellunese e feltrino per aver partecipato al convegno dell’anno scorso.
L’iniziativa, che si apre con la conoscenza della cultura marocchina – dalle 14.30, nel chiostro del Centro diocesano, saranno attivi dei laboratori di henné e di calligrafia araba, mentre sarà possibile gustare un sorso di tè alla menta – è stata presentata ai media sabato scorso.
A prendere la parola per primo – durante la conferenza stampa di presentazione di sabato scorso – è stato Ait Alla Lhoussaine, presidente della Federazione islamica regionale del Veneto: «prima delle religioni – ha detto Lhoussaine – c’è l’uomo. Il nostro incontro è per incontrare ogni persona e per dare un segnale di pace a tutta la popolazione veneta». Gli ha fatto eco Giulio Battaiola, del Movimento dei Focolari, che dal 2015, con la marcia dell’8 dicembre all’indomani degli attentati del Bataclan, si fa carico della promozione di questi momenti: per Battaiola «ognuno di noi uomini è fatto per la relazione: il primo dato è il noi, non l’io. Questa spinta ci spinge a conoscere chi è diverso da noi senza alcun tipo di pregiudizio, di spavento, di remora. E questo fa nascere un’energia nuova che circola nelle nostre comunità».
Non mancava l’imam della provincia di Belluno, Hassan Frague, che ha sottolineato come cristiani e musulmani bellunesi «non collaborino solo quando c’è un convegno: ci sono più di cinque attività all’anno che sono condivise, preparate e realizzate insieme».
La seconda parte degli interventi durante la proposta ai media è stata affidata a coloro che organizzano il convegno – che riproduce in tutto e per tutto quello bellunese – del 26 ottobre a Pieve di Soligo: Valentina Lucchetta, consigliere comunlae a Pieve di Soligo, si è rammaricata di come purtroppo nei rapporti tra cristiani e musulmani prevalga ancora il pregiudizio; nel convegno (presso l’auditorium Battistella-Moccia di Pieve di Soligo, in piazza Vittorio Emanuele II, a partire dalle 17.30, ndr) vediamo un’occasione di informare i cittadini pievigini.
Andrea Berton, giornalista del Quotidiano del Piave, ha notato invece con piacere come «anche in provincia di Treviso si possono sfatare i pregiudizi nei confronti del dialogo tra le religioni» e ha annunciato come l’Unione buddista italiana l’Unione induista manderanno due rappresentanti a Pieve di Soligo. La parola, infine, anche ad Ajar Bouharid, del gruppo giovani della Federazione islamica del Veneto.