Sabato 19 ottobre i racconti dei giovani della nostra diocesi

Uscire da sé… per entrare in sé

«Ho scoperto cose che non sapevo, ho pensato ad aspetti che non avevo mai pensato»

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Ho imparato a non dare niente per scontato, di smettere di credere che si pensa di sapere già tutto, di aver capito tutto. Oggi ho sentito raccontare esperienze che conoscevo già, che avevo fatto anch’io. Eppure ho scoperto cose che non sapevo, ho pensato ad aspetti che non avevo mai pensato”.

È solo una delle impressioni raccolte da tutti quelli – non moltissimi, in verità – che sabato pomeriggio hanno avuto la fortuna di intraprendere un viaggio di uscita, a tappe, attraverso i racconti di esperienze di giovani della nostra Diocesi. “Facciamo che usciamo?” è stato il titolo di questa singolare iniziativa che ha unito le forze dell’Ufficio di pastorale della missione insieme a quello dei giovani, in stretta sinergia per questo Mese missionario straordinario, voluto da Papa Francesco, con il significativo titolo di “Battezzati e inviati”.

E la gioia di un invio che parte e diventa Parola buona è stato davvero sperimentato nel pomeriggio di sabato 19, passato così, presso gli ambienti del Liceo “Lollino” e del Seminario Gregoriano, introdotto dalla testimonianza incisiva e ricca di essenzialità evangelica, di don Augusto Antoniol; è poi proseguita incontrando storie in sei stand appositamente predisposti in cui i vari gruppi “in ricerca” sono entrati in contatto con i loro coetanei che hanno narrato cosa per loro ha significato uscire da sé… per entrare in sé stessi. la dimensione della missione – dentro e fuori dal nostro Continente -; il cammino dei pellegrinaggi estivi; la varietà del volontariato presso Odar e a Lourdes; infine, la particolarità del percorso vocazionale hanno infatti rappresentato gli strumenti, i “luoghi”, di un’uscita da sé, ma soprattutto, di una profonda scoperta di sé e di quanta bellezza diversa si possa dischiudere nella semplicità di ogni incontro, nello scambio di un sorriso, in una mano offerta nella fatica. La bellezza sempre fresca del Vangelo.

Nel tardo pomeriggio la messa in Cattedrale, presieduta dal Vescovo, ha dato respiro celebrativo a quanto vissuto. Portando all’altare al momento della presentazione dei doni alcuni simboli rappresentativi delle singole esperienze ogni racconto è diventato testimonianza, l’amore ricevuto si è trasformato in offerta, la voglia di mettersi in gioco per continuare ad uscire da sé, non dando davvero niente per scontato, è stata preghiera.

rdn