A cura di don Vito De Vido (Battesimo del Signore)

Mio alimento è la tua parola, Signore

Con lui sepolti nel fonte battesimale e con lui risorti a vita nuova

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Le feste del Natale si concludono con l’Epifania del Signore Gesù sulle rive del fiume Giordano. Se a Betlemme Gesù si è manifestato come luce delle genti e Salvatore del mondo ai magi venuti da Oriente, oggi a trent’anni di distanza Gesù è manifestato dalla voce del Padre e dallo Spirito Santo come colui che porta il mondo alla salvezza.

Questa scena solitamente viene dipinta presso i fonti battesimali delle nostre chiese, non mancava negli antichi battisteri delle cattedrali: Gesù spogliato delle sue vesti immerso nelle acque del fiume Giordano riceve l’austero battesimo da Giovanni Battista.

Giovanni comprende che colui che gli sta di fronte non è un uomo qualsiasi: Egli è l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato dal mondo! «Non son degno di sciogliere nemmeno il legaccio del tuo sandalo!», protesta Giovanni. Ma Gesù insiste per ricevere anch’egli il battesimo di conversione.

Nel Natale abbiamo contemplato e adorato l’incarnazione del Figlio di Dio. Egli che era eterno con il Padre si è fatto uomo e si è messo in fila con i peccatori, perché rivestito anch’egli della fragilità del corpo umano. Giovanni sa che il battesimo che lui amministra nelle acque del Giordano non lava via i peccati.

In ogni religione troviamo le cerimonie di purificazione e iniziazione. Quello che chiede Giovanni a coloro che scendono con lui nell’acqua che scorre è che accettino di abbandonare il vecchio stile di vita per acquisirne uno rinnovato: «Convertitevi!», ripete a tutti.

A Gesù non può dire “convertiti”. Per questo non vorrebbe che scendesse nell’acqua fino a lui. “Lascia fare” risponde Gesù. Perché il battesimo che lui è venuto a portare e che cancella davvero i peccati è quello nel suo sangue sulla croce, nella discesa nel buio della tomba e nella luce del mattino di Pasqua.

È questo il battesimo che noi abbiamo ricevuto: il battesimo in Spirito santo e fuoco! Con lui sepolti nel fonte battesimale e con lui risorti a vita nuova. Il nostro corpo mortale è rivestito di immortalità, la nostra anima è preparata alla vita eterna in Dio! Non sempre riflettiamo su questo grande mistero e anche a causa del battesimo ricevuto quando eravamo molto piccoli non ci rendiamo conto del dono ricevuto.

Da qui due estremi nella vita spirituale: il primo, ridurre il Battesimo a semplice cerimonia, necessaria per la salvezza, che prima si fa meglio è. Quasi che la vita divina che riceviamo in dono possa da sola produrre la salvezza senza la nostra opera. Il secondo pericolo è quello di dilazionare sempre più in là nel tempo il battesimo affinché possiamo arrivare pronti e informati su ogni aspetto di quello che stiamo per ricevere.

Da una parte e dall’altra ci sono risvolti pericolosi per la nostra salvezza, riassunti dalla Chiesa in questo modo: presumere di salvarsi senza merito. Quasi che il Battesimo lavando via il nostro peccato ci faccia pronti una volta per sempre a ricevere il premio eterno in Cielo dalle mani di Dio senza che noi collaboriamo con l’amore di Dio che ci ha salvati e redenti.

Disperare della salvezza. Pensare che nonostante il nostro Battesimo, le nostre buone opere, il nostro impegno, non siamo mai degni e pronti per ricevere da Dio il premio alle nostre fatiche. Tra questi due estremi questa festa ci insegna cosa fare!

La voce di Dio ci indica la via: prendere Gesù come modello e guida della nostra quotidianità, perché Lui è il figlio amato, e noi se lo seguiamo diventiamo figli amati, perché viviamo la fedeltà alla nostra carne mortale: una continua lotta per non cedere allo scoraggiamento, ma crescere nella gioia di fare di ogni parola che esce dalla bocca di Dio il nostro pane quotidiano come ha fatto Gesù.

Lo Spirito che si ferma sopra Gesù appena uscito dalle acque del Giordano, prende forma visibile di colomba: questa forma ci richiama alla colomba che Noè manda in perlustrazione sulla distesa delle acque dopo il diluvio universale. Essa ritorna con un ramoscello d’ulivo nel becco. Segno che il posto della nuova umanità, rinnovata nell’acqua è qui sulla terra.

È qui che il Signore ci manda a costruire la comunità rinnovata nella fede e nell’amore. È qui che il nostro cibo è fare la volontà di Dio. È qui che luce ai nostri passi è la sua Parola!