A cura di don Alessandro Coletti (33ª domenica del tempo ordinario - anno B)

Non siamo disarmati

Conoscenza, preghiera, ascesi e penitenza, la parola: quattro armi per vincere il male

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Le letture di questa domenica affrontano il tema della fine ultima del mondo. I teologi direbbero il tema “escatologico”. Il mondo finirà… Non sappiamo quando; nessuno lo sa o può saperlo. Gesù è molto chiaro: non vale la pena credere a chi dichiara che il mondo finirà in una o in un’altra data: mentono, sono dei disonesti. Però il mondo finirà (ce lo dice anche la scienza) e tutta l’umanità verrà giudicata. Ma c’è un dato di cui facciamo esperienza ancor più spesso; se non sappiamo quando verrà il Giudizio Universale e possiamo anche credere che manchi moltissimo, sappiamo che probabilmente più vicino e il nostro giudizio. La nostra vita è un bene incerto, un bene fragile…

Che sia l’umanità a dover essere giudicata o che il giudizio riguardi solo me, l’invito del Signore è quello di essere pronti. Non lasciamoci cogliere impreparati. La nostra vita qui sulla terra è una battaglia. Una battaglia in cui non si usano bombe, una battaglia che non lascia morti sul campo eppure pur sempre una battaglia. I primi teologi cristiani, i Padri della Chiesa parlano di combattimento spirituale. Ecco allora quattro armi di cui disponiamo.

La prima arma: la conoscenza e la formazione. La nostra fede deve crescere. Crescendo cambiamo i nostri vestiti. Perché crediamo che la fede che abbiamo appreso a catechismo a 10 anni possa rispondere alle domande di quando ne abbiamo 15, 20, 50? Allora qualche buon libro, qualche buona rivista, qualche incontro… Ci può aiutare a crescere nella fede e resistere al male. La religione non è una favola, la teologia è una scienza e come ogni scienza va approfondita e deve crescere con noi.

La seconda arma: la preghiera. Sant’Alfonso Maria De Liguori diceva:  «Chi prega si salva, chi non prega si danna». Padre Pio aggiungeva: «Chi prega poco è in pericolo». La preghiera è un arma straordinaria. La Messa prima di tutto… Anche la Messa feriale. Credo sia una mezz’ora davvero ben spesa. La Confessione; l’abbandono della confessione penso che sia una dei successi migliori del diavolo in questi ultimi decenni. Ma anche il rosario, le lodi, i vespri, la preghiera personale, l’Adorazione eucaristica: sono tutte armi validissime per opporsi al male.

Una terza arma: l’ascesi. “Vorrei tanto essere buono, essere un bravo cristiano, comportarmi meglio, ma non ce la faccio” dice qualcuno… “Non ce la faccio…” In tutti i settori della vita per riuscire bisogna allenarsi. Lo sanno bene gli sportivi, lo sanno bene i musicisti, i coristi, i ballerini, gli scrittori… Credete che nella vita dello spirito l’allenamento non sia necessario? “Nessuno nasce maestro” si dice… Vale anche per la nostra vita spirituale. Qualche sacrificio e qualche rinuncia, qualche piccola mortificazione, qualche fioretto… E un po’ alla volta si cresce. Se oggi decido di iniziare a correre non posso partire e fare 30 km… Magari ce la faccio ma poi per tre giorni non mi alzo più e resto con l’idea che la corsa non faccia per me. Ma se inizio ad allenarmi nel piccolo, nel poco, con costanza, poi, un po’ alla volta, posso anche arrivare a farli. Diventiamo culturisti dello Spirito!

Una quarta arma e mi fermo: la parola. Lo ripeto, noi come cristiani, non vogliamo e non possiamo usare armi, ammazzare, uccidere. Però abbiamo la parola. Anche la parola è un arma. Neppure questa ci è stata data per insultare, calunniare, ferire gli altri. Però la parola ci permette di dire la verità, di denunciare il male ovunque si trovi. A volte il silenzio rischia di diventare connivenza con il male, complicità. Una parola ben detta, detta per amore, detta al momento giusto resta, lascia il segno. Porta frutto, magari non subito ma lo porta.

Conoscenza, preghiera, ascesi e penitenza, la parola: ecco quattro armi, quattro strumenti per vincere il male. Quattro armi che Cristo ci affida per non trovarci impreparati e per vincere la nostra sfida come Cristo, che è vincitore!