A cura di don Renzo Roncada (3ª domenica di Pasqua - Anno B)

Pace è la prima parola di Gesù

Questo saluto, nell’epoca in cui stiamo vivendo, dobbiamo capirlo molto bene

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Nel brano del Vangelo che la liturgia ci ha proposto, possiamo notare tre passaggi: Primo: l’iniziativa divina, inattesa e sorprendente. Poi il riconoscimento da parte dei discepoli, piuttosto lento, difficoltoso, pauroso. Terzo: la missione affidata agli apostoli: “Di questo voi siete testimoni”.

Un incontro che sconvolge la vita di quei discepoli spauriti, ma che rende saldo il legame con il Risorto che li lancia verso l’avvenire. Un momento questo molto denso sottolineato dal saluto confortante e sereno: «Pace a voi». “Pace” è la prima parola di Gesù dopo la risurrezione. Questo saluto, nell’epoca in cui stiamo vivendo, dobbiamo capirlo molto bene, in quanto oggi viene facilmente strumentalizzato per i propri interessi di parte ed è costretto a coabitare con i carri armati, con le violenze, con le minacce, con l’odio. È una parola che si grida nelle piazze, nei cortei, ma pochi si rendono conto che questa parola “sacra” deve essere accolta come un seme nelle profondità del nostro essere e maturare come esigenza di amore, di forza ostinata al bene, di passione per la giustizia.

In questa prospettiva la pace è legata strettamente alla lotta contro l’avidità, l’egoismo, la violenza, l’istinto di dominio, l’odio. Tutte forze, tutti nemici che stanno “dentro” di noi. In questo senso ha validità il detto: «Se vuoi la pace, prepara la guerra»; di più: «Vivi in stato di guerra. Non abbassare mai le difese». Non dare tregua a tutto ciò che in te è prepotenza, risentimento, astio, menzogna, ipocrisia, ingiustizia… La pace è un punto di arrivo che comporta combattimento, dominio su se stessi, purificazione interiore. La pace più che gridata, deve essere irradiata da ciascuno di noi. La pace non è un sogno, è una grande possibilità. La pace di Cristo, attraverso la croce, diventa una pace vittoriosa. Una forza superiore a quella dell’odio, della vendetta, della violenza.

Nella luce della Pasqua tutto questo diventa possibile, perché Cristo non è un fantasma, è un risorto che ci dà la pace, che ci libera da ogni male. Se questo in noi non si avvera, probabilmente non abbiamo ancora capito bene la Pasqua, non l’abbiamo ancora accettata fino in fondo.  Ma stiamo sereni perché san Giovanni nella seconda lettura afferma: «Se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo che è vittima di espiazione per i nostri peccati e per quelli del mondo intero».

È grande il tuo peccato? Più grande è l’amore di Dio! La forza di gravità delle nostre colpe ci farà precipitare… nell’abbraccio della misericordia di Dio.