Dal 15 marzo scorso anche il nostro territorio si trova in zona rossa. Per il secondo anno consecutivo, celebreremo la Pasqua sotto l’incombere della pandemia. L’anno scorso il lockdown generalizzato ci aveva inchiodati di fronte agli schermi. Quest’anno la situazione è un po’ diversa, perché le celebrazioni in chiesa non sono vietate. Tuttavia il rispetto delle normative e dei protocolli è doveroso, perché ne va della salute di chi partecipa con noi alle celebrazioni in chiesa.
Visita alle chiese e partecipazione alle celebrazioni
In zona rossa le chiese restano aperte, secondo il consueto orario e con il rispetto delle normative di sicurezza sanitaria da tempo in vigore. È possibile accedere alla chiesa più vicina alla propria abitazione, esibendo (o compilando) a richiesta l’autocertificazione, contrassegnata “per situazione di necessità”. Possono anche essere raggiunti i luoghi di culto, che si trovino lungo il percorso già previsto in occasione degli spostamenti consentiti, cioè quelli determinati da comprovate esigenze lavorative o da necessità.
È possibile partecipare a una celebrazione, giustificando lo spostamento dalla propria abitazione “per situazione di necessità”, pronti a esibire (o compilare al momento) l’apposita autocertificazione. Anche in questo caso si è tenuti a frequentare la chiesa più vicina alla propria casa, di fatto quella della propria parrocchia. Qualora la celebrazione più vicina fosse prevista in una chiesa fuori del territorio comunale, è possibile parteciparvi muniti di autocertificazione.
Si può partecipare a funzioni religiose in altre località, al di fuori delle zone sopra stabilite, solo per motivi di necessità e con autocertificazione: per esempio, la partecipazione alle esequie di un parente o la funzione di padrino per un battesimo o una cresima.
Celebrazioni, le norme di prevenzione
Come già durante le feste di Natale, per accedere alle celebrazioni si dovranno osservare i consueti obblighi: non accedere alla chiesa in presenza di sintomi sospetti, evitare assembramenti in chiesa e sul sagrato, tenere le distanze di sicurezza, indossare correttamente la mascherina, usare il liquido igienizzante, ricevere la comunione solo sul palmo della mano. Va garantita l’igienizzazione degli ambienti. Le offerte dovranno essere raccolte in appositi cestini o con ceste munite di bastoni. Rispetteranno le norme anche i coristi, indossando tutti la mascherina e limitando il numero dei cantori al minimo indispensabile.
Pare decisiva la presenza di un servizio di accoglienza. I preti, i diaconi, i sacrestani, gli organisti, i volontari, che abbiano la necessità di intervenire a una funzione religiosa, possono giustificare lo spostamento per “comprovate esigenze lavorative”.
Queste indicazioni valgono per ogni altro momento di preghiera, fermo restando il divieto di indire processioni o di tenere la Via Crucis all’aperto in forma processionale; è ammessa solo la Via Crucis in chiesa, con i fedeli fermi nei banchi.
Cresime e prime comunioni
Come già indicato, si suggerisce di prevedere la prima comunione in diverse celebrazioni domenicali dell’Eucaristia. La celebrazione della cresima potrà essere fissata anche nelle serate dei giorni feriali, come già sperimentato nell’autunno scorso. La partecipazione dei fedeli e dei familiari va valutata sulla capienza della chiesa.
Catechesi per ragazzi e adulti
L’essere in “zona rossa” comporta l’impossibilità di svolgere in presenza le attività educative, compresa la catechesi per bambini, ragazzi, compresi gli incontri per adolescenti e giovani. Oltre ai momenti di catechesi in famiglia, suggeriti dagli Uffici diocesani di pastorale, resta la possibilità di tenere alcuni momenti di preghiera in chiesa, in prossimità o in preparazione alle feste pasquali. Si incoraggi però la partecipazione in presenza almeno all’Eucaristia di Pasqua. Quanto alle attività di formazione per adulti, la prudenza suggerisce che si svolgano tutte online. [DF]
LA SETTIMANA SANTA
Riprendiamo le indicazioni della CEI e del nostro vescovo Renato per la Settimana Santa. Nella celebrazione principale della Domenica delle Palme, per la commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, «si evitino assembramenti dei fedeli»; l’eventuale distribuzione dei rami sia fatta da due-tre persone incaricati che abbiano le mani igienizzate; si eviti di lasciare i rami in chiesa dopo la celebrazione. Per le altre celebrazioni «si utilizzi la terza forma del Messale Romano, che commemora in forma semplice l’ingresso del Signore in Gerusalemme».
Il Giovedì Santo, «nella messa vespertina della “Cena del Signore” sia omessa la lavanda dei piedi. Al termine della celebrazione, il Santissimo Sacramento potrà essere portato, come previsto dal rito, nel luogo della reposizione». Si possono prevedere tempi di adorazione eucaristica non troppo estesi, nel rispetto delle norme sanitarie e dell’eventuale coprifuoco.
Il Venerdì Santo «l’atto di adorazione della Croce mediante il bacio sia limitato al solo presidente della celebrazione». Sono vietate dalle normative tutte le forme esterne alla chiesa e che prevedano momenti processionali.
La Veglia pasquale «potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito, in orario compatibile con l’eventuale coprifuoco», quindi con inizio non oltre le ore 20.00. Il Vescovo raccomanda che all’inizio, per il lucernario, «la maggior parte dei fedeli rimanga nella chiesa» e comunque si evitino assembramenti; che il «celebrante indossi la mascherina nel momento dell’aspersione e non si lasci in chiesa l’acqua benedetta al termine della celebrazione».