Il messaggio natalizio del vescovo Renato

Poche parole per dischiudere una storia nuova

«Andiamo a Natale scorgendo il segno della Vita che si rinnova»

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Tante parole sono state spese in questi giorni in vista del Natale.
Ci siamo chiesti come festeggiarlo, come viverlo, come organizzare tutto ciò che tale ricorrenza richiede.
In realtà restano poche parole, molto scarne,
a scombinare i nostri pensieri e a dischiudere una storia nuova:
«Troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12).

È avvenuto un parto. In quel luogo a parte, sprovvisto di tutto,
«c’è solo la vita che conti» (J. Tolentino Mendonça).
Sembra che tutto ricominci da lì,
anche il cammino affaticato e ormai insostenibile della giovane mamma
che mette al mondo quell’esile creaturina,
simile a un germoglio che si dischiude quale primizia di una nuova stagione.

In questo anno di sfibrante pandemia con l’incertezza economica,
il lamento della terra e l’insicurezza esistenziale che comporta, andiamo a Natale così:
scorgendo il segno della Vita che viene alla luce, che si rinnova,
che ci coglie nella notte e quando riteniamo esclusa ogni via di uscita.

Nel Natale di Gesù, laggiù a Betlemme, in quel punto della storia,
la Vita si manifesta donando se stessa.
Ci appare come una lacerazione fuori luogo,
ma essa genera guarigione:
«Una grande gioia… di tutto il popolo… è nato il Salvatore» (cfr. Lc 2,11).

Andiamo a questo parto di Vita! Auguri e benedizione a tutti!

Belluno, nella IV domenica di Avvento: 20 dicembre 2020

+ Renato, vescovo

Nel riquadro: NATIVITÀ
opera originale di don Paolo Arnoldo, parroco in Zoldo