A cura di don Alessandro Coletti (Solennità dell'Assunzione di Maria)

Risorta in anima e corpo

«Vergine, anello d’oro del tempo e dell’eterno, tu porti la carne in paradiso e Dio nella nostra carne» (Turoldo)

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C’era chi sosteneva e sostiene anche ora che Dio solo vale ed è importante. L’uomo, nel suo esistere e nel suo operare non vale niente! Noi invece crediamo in Maria Assunta.

Potrebbe esserci qualcuno che mi risponde: “E allora? A me che importa?” Provo allora a rispondere a due interrogativi che magari sorgono: “Che cosa significa credere nell’Assunzione di Maria?” e “Cosa dice a noi questa festa?”

Alla prima domanda è più facile rispondere. Maria, al termine della sua vita terrena, è stata portata in paradiso non solo in anima, come accadrà anche a noi quando moriremo, ma, fin da subito, in anima e corpo. Si è presentata a Dio nella sua pienezza. Quando recitiamo il credo degli apostoli diciamo anche noi: “credo la risurrezione della carne”. Anche i nostri corpi risorgeranno ma alla fine dei tempi, quando ci sarà il giudizio universale. Maria invece non ha dovuto attendere; come è capitato a Gesù, è risorta in anima e corpo.

La seconda domanda richiede una risposta un po’ più articolata. Cosa dice a noi questa festa?

Condivido con voi tre insegnamenti che mi sembrano importanti.

1. Ci fa guardare avanti. Quello che è toccato a Maria, capiterà anche a noi. Il privilegio di Maria è l’essere risuscitata subito con il corpo, non la risurrezione della carne in generale. Certo saranno corpi diversi, trasfigurati, non più segnati da difetti, limiti, malattie; questo mostra la grande dignità che ha l’uomo di fronte a Dio. Dio non vuole che nulla di ciò che siamo vada perso.

2. Ci fa vedere la nostra esistenza in modo unitario. Anima e corpo non sono per forza in contrapposizione. La filosofia greca e, in generale, il pensiero ai tempi di Gesù era di una distinzione netta tra corpo e anima, da cui l’idea del corpo come “carcere dell’anima”. Il cristianesimo invece rivaluta il valore del corpo. Se anche Dio ha assunto una carne mortale, è diventato uomo. E se Gesù che è Dio ha accettato di avere un corpo dobbiamo trattare bene il nostro corpo. Non possiamo vivere una vita spaccata in due. Uso smodato del cibo e dell’alcool, cattivo uso della sessualità sono tutte cose che sviliscono il nostro corpo. Pensate a quante persone, soprattutto ragazze, vendono il proprio corpo: prostituzione, pornografia, pubblicità che ci mostrano una donna (o un uomo) oggetto: sono altrettanti modi per svilire il valore del corpo. Le varie schiavitù: alcool, droga, gioco d’azzardo sono catene che umiliano la nostra umanità. Anche la nostra carne risorgerà. Noi siamo tempio dello Spirito Santo. Anche se il nostro corpo è fragile, a volte sembra una zavorra, a volte ci spinge al peccato, è anch’esso destinato alla stessa sorte gloriosa dell’anima… anch’esso è destinato alla risurrezione.

3. Ci fa guardare a Maria come a un modello. Scrive il poeta David Maria Turoldo: «Vergine, anello d’oro del tempo e dell’eterno, tu porti la carne in paradiso e Dio nella nostra carne». Maria porta in se stessa l’unione tra terra e cielo. Nella prima lettura abbiamo sentito di una donna vestita di sole: è figura della Chiesa, di Maria, se vogliamo anche dell’umanità… può essere anche immagine di ciascuno di noi. Anche noi possiamo essere vestiti di luce, anche noi possiamo portare luce nel mondo. Essere solari, generatori di vita, essere persone positive, aperte. Questa donna sta combattendo contro un drago rosso. È il peccato, il male nel mondo; sono le tenebre contro cui anche noi siamo chiamati a combattere. La donna sta partorendo e anche noi siamo chiamati ad essere portatori di vita. L’ultima parola è sempre una parola di vita, di speranza, di amore. Maria è congiunzione tra cielo e terra perché con Gesù nel grembo è partita per mettersi al servizio della cugina che ne aveva bisogno.

«L’Assunta» – dice padre Ermes Ronchi – «è la festa della nostra comune migrazione verso la vita. Siamo umanità dolente, ma incamminata; umanità ferita, caduta, eppure incamminata; umanità che ben conosce il tradimento, ma che non si arrende, che ama con la stessa intensità il cielo e la terra».

Siamo piccoli, siamo deboli ma siamo amati da Dio è tanto preziosi ai suoi occhi. Ecco il messaggio dell’Assunta. E allora se siamo amati da Dio possiamo davvero gioire: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore, perché ha guardato all’umiltà della sua serva; d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata».