Si è svolta a Roma dal 19 al 24 marzo la riunione presinodale dei giovani, con l’obiettivo di dare la possibilità ai giovani di presentare ai Padri Sinodali, che si riuniranno in Assemblea nell’ottobre 2018 sul tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», un documento in cui esprimono il loro punto di vista. Vi hanno partecipato 315 ragazzi e ragazze in rappresentanza dei giovani dei 5 Continenti; a essi si sono uniti altri 15mila giovani, collegati attraverso gruppi Facebook.
Il Papa è intervenuto nella mattinata introduttiva, tenutasi lunedì 19 marzo a Roma, con un discorso e con la risposta a quattro domande postegli dai giovani. Un seminarista dell’istituto dello Spirito Santo di Lviv era preoccupato per il diffondersi della pratica dei tatuaggi tra i giovani e ha posto questo problema al Papa, che ha sdrammatizzato («Gli Eritrei – ha detto – per anni si sono tatuati la croce in fronte») e ha detto: «Non spaventarti: con i giovani non ci si deve spaventare, mai». A una suora cinese in Italia per studiare teologia, che chiedeva come bilanciare vita spirituale e rapporto con la cultura dominante, ha ricordato: «ciò che rende difficile lo sviluppo del germe della vocazione presente nei giovani è il fatto che essi sono immersi in un ambiente che spinge a intraprendere una corsa verso l’ottenimento di beni materiali sempre maggiori. Non dimenticatevi che il diavolo entra dalle tasche. Sempre».
Il documento conclusivo della riunione presinodale è stato consegnato al Papa durante la Messa della domenica delle Palme e costituirà una delle fonti per l’Instrumentum laboris. I giovani dicono, nel testo: «In breve, vorremo essere incontrati dove siamo — intellettualmente, emotivamente, spiritualmente, socialmente e fisicamente». Gli strumenti da utilizzare per l’incontro sono elencati nel testo: multimedia, anni sabbatici, arte e bellezza, adorazione, meditazione e contemplazione, testimonianza, sinodalità.
Giuseppe Bratti