Amico del Popolo del 28 marzo 2019

Celebrazioni pasquali: nomi e contenuti

Comprensione dei termini e del significato dei giorni e dei Riti.

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Nel precedente contributo avevo richiamato la centralità assoluta della celebrazioni del Triduo Pasquale, in relazione anche al forte impegno delle Comunità cristiane nel vivere quei giorni. Mi soffermerò su alcuni termini utilizzati in occasione di quelle che riassumiamo con l’espressione: “Celebrazioni pasquali”.

“Settimana Santa”

E’ la prima espressione sulla quale mi soffermo. Indica la settimana che precede la Domenica di Pasqua. Ha inizio con la Domenica definita “Domenica delle Palme e della Passione del Signore”. In questa domenica la Chiesa fa memoria dell’ingresso del Signore a Gerusalemme per portare a compimento il suo Mistero pasquale. La commemorazione dell’ingresso trionfale e la memoria della Passione sono le due parti del Rito celebrato dalle Comunità cristiane,I giorni che seguono sono indicati con l’aggiunta dell’aggettivo “santo”. La domenica detta “Domenica di Pasqua” o solo “Pasqua” chiude la Settimana Santa.  E’ da notare come per la Comunità cristiana la domenica è il primo giorno della settimana. Nel linguaggio civile oggi utilizzato la domenica è, con il sabato, il fine settimana.

La Quaresima non si conclude con questa domenica ma si prolunga fino al Giovedì Santo (esclusa la Messa vespertina, collocata come anticipo rituale in quello che è definito Triduo Pasquale)

“Triduo Pasquale”

“Il Triduo della Passione e della Risurrezione del Signore risplende al vertice dell’Anno Liturgico, poiché l’opera della redenzione umana e della perfetta glorificazione di Dio è stata compiuta da Cristo specialmente per mezzo del mistero pasquale, col quale, morendo, ha distrutto la nostra morte, e risorgendo, ci ha ridonato la vita. La preminenza di cui gode la domenica nella settimana, la gode la Pasqua

nell’anno liturgico”. Espressioni significative del testo guida ufficiale del Calendario Liturgico, il “Calendarium Romanum” al n. 18.

Questa espressione è sicuramente solo utilizzata e percepita nel linguaggio religioso-ecclesiale. Nel contesto sociale a tutti ormai noto, la stessa rilevanza culturale del Venerdì Santo e del Sabato Santo (inteso solo come vigilia di Pasqua) si è andato sempre più affievolendo, presentandoli e vivendoli come giorni normali di una qualsiasi settimana.  Questo chiede ai singoli cristiani ed alle Comunità una attenzione ed un coinvolgimento più forte e convinto, per vivere ed annunciare la valenza religioso-esistenziale di questi tre giorni. Li definiamo con convinzione: “Giorni Santi”.

Tralascio, in questo contributo il richiamo ad una storia ecclesiale che ha dato, nei secoli, diverse sottolineature. Mi soffermo sulla struttura attuale che le comunità cristiane sono chiamate a vivere nelle loro celebrazioni liturgiche.  Dell’affiancamento di espressioni della Pietà popolare (vedi Via crucis) ho già accennato nel precedente articolo.

Vivere i tre giorni Santi.

Il Triduo pasquale ha un suo anticipo celebrativo nella Messa vespertina del Giovedì Santo. E’ un anticipo rituale, vissuto da Cristo stesso, del Mistero Pasquale.

I tre giorni sono poi così definiti e proposti alla celebrazione: Venerdì Santo, Sabato Santo, Domenica di Pasqua nella  Risurrezione del Signore. E’ una presentazione “storica” del Mistero Pasquale distribuita e vissuta nei tre giorni.

Il culmine del Triduo Pasquale è rappresentato dalla Pasqua di Risurrezione o, meglio ancora in quella celebrazioni notturna che è la Veglia Pasquale. Questa solenne celebrazione rappresenta il vertice assoluto dei Riti liturgici che i fedeli cristiani sono chiamati a vivere.  La collocazione alla sera del Sabato Santo la fa diventare espressione di questo giorno. Non è così nel pensiero e nella proposta della Liturgia. Anche nei vari calendari-orario delle celebrazioni liturgiche della Settimana Santa o del Triduo Pasquale la precisione dei termini indirizza ad una comprensione.  Il Sabato Santo non è prevista nessuna celebrazione , è giorno di meditazione sulla Croce e di attesa della Risurrezione. Non è prevista nessuna celebrazione.  Nei Riti della Veglia pasquale inizia la Pasqua di Risurrezione. Una semplice annotazione temporale (es. “La notte del Sabato Santo”) dopo la espressione “Veglia Pasquale”, può aiutare la comprensione della sua collocazione oraria.

Il prossimo contributo presenterà il Triduo Pasquale nei suoi momenti rituali.  Giuliano Follin (continua)