Riunione congiunta, alla fine anno dell’anno pastorale, per gli organismi diocesani: il consiglio presbiterale, il consiglio pastorale diocesano, i vicari foranei, i direttori degli uffici diocesani di pastorale. Un’occasione per incontrarsi, guardarsi in faccia, rendersi conto di essere tutti parte della stessa Chiesa. Un «esercizio di sinodalità», lo ha definito il vicario generale, don Graziano Dalla Caneva.
Dal Consiglio presbiterale
Don Lorenzo Sperti ha riassunto in tre temi il lavoro svolto in cinque anni dal consiglio presbiterale uscente, di cui era moderatore. In primo luogo la semplificazione dei corpi intermedi della diocesi, che si vogliono funzionali a tutta la pastorale.
In secondo luogo, fin dalla prima riunione nel 2013, il Consiglio è stato interpellato ad interessarsi preti, alla loro diminuzione e all’invecchiamento. Le generose annate dei decenni passati, che erano una benedizione, devono continuare a esserlo anche ora che quei preti invecchiano. Ma le strutture diocesane necessitano di adeguamenti per ospitare preti anziani. E soprattutto il Consiglio ha delineato modalità di accompagnamento dei preti che diventano anziani. A questo proposito, il Vescovo ha annunciato la nomina di don Moreno Baldo come delegato vescovile per i presbiteri anziani. Don Giulio Giacobbi collaborerà con lui, mentre si completerà un’equipe che possa aver cura del passaggio esistenziale della rinuncia all’incarico canonico e all’età anziana.
La riflessione sulla diminuzione del numero di preti è stata sintetizzata in un documento già presentato ai preti nelle foranie: “Criteri di pastorale integrata tra parrocchie vicine”. È stata l’occasione per uscire dall’equivoco che tutto possa rimanere come prima. L’avvicendamento episcopale non ha interrotto la riflessione, ma le ha dato nuovo impulso: si sono tenuti due incontri per i parroci cui sono affidate più parrocchie, le cui considerazioni sono diventate materiale per il Consiglio presbiterale.
In terzo luogo, il Consiglio presbiterale ha ritenuto di modificare lo Statuto e il Regolamento per le elezioni del nuovo Consiglio che si terranno in autunno.
Dal Consiglio pastorale diocesano
Giunge alla fine del suo mandato anche il Consiglio pastorale diocesano. Il direttore Francesco Canal ha presentato il lavoro del quinquennio 2013-2018, sintetizzandolo nell’ottica della sinodalità, per cui «preti e laici hanno sperimentato… la bellezza dell’incontrarsi, di investire tempo in ascolto gli uni degli altri».
Anche nel Consiglio pastorale si è avvertito l’avvicendamento dei due vescovi: mons. Andrich aveva sottolineato che “Lui deve crescere” e che “noi siamo il profumo di Cristo”; gli anni forti vissuti dalla Chiesa universale e italiana (il giubileo della misericordia, il sinodo sulla famiglia, il convegno di Firenze) e poi l’arrivo in diocesi di mons. Marangoni hanno insegnato «ad usare parole “gentili” come sguardo, intonazione, percorso», sottolineando che «nella gioia del Vangelo è il nostro futuro».
Il vicario generale ha concluso sottolineando che una quarantina di parrocchie hanno il Consiglio pastorale.
Il coordinamento degli Uffici diocesani di pastorale
Josè Soccal e Chiara Zavarise, incaricati della neonata segreteria pastorale diocesana, presentano il lavoro fatto in seno al Coordinamento degli Uffici diocesani di pastorale, dove si è giunti a un riassetto degli Uffici e dei direttori. Sono in fase di composizione le commissioni di ogni ufficio: alcune sono già state nominate e insediati, altre si stanno componendo con persone vicine al tema dell’ufficio, ma rappresentative del territorio diocesano.
Il lavoro di questi mesi si è concentrato su tre linee: la redazione di un bilancio consolidato; la gestione delle anagrafiche e dei dati, con particolare attenzione alla privacy; l’individuazione di buone pratiche che aiutino lo sviluppo della collaborazione tra più soggetti.
Alla segreteria pastorale è demandata la gestione di un’agenda comune, mentre si annunciano due eventi diocesani: il convegno di settembre su “Ecologia e bene integrale per il bene della persona” (promosso dagli Uffici di pastorale sociale, della missione, della carità e dell’ecumenismo) e quello di gennaio (promosso dagli Uffici di catechesi, liturgia e carità).
Il sinodo dei giovani
Don Roberto De Nardin (pastorale giovanile) e don Alex Vascellari (Ufficio Scuola) hanno presentato la vasta iniziativa di ascolto dei giovani della diocesi, svolto negli ultimi mesi in vista del prossimo Sinodo dei vescovi. Per ascoltare ad ampio raggio e uscire dal recinto dell’oratorio, sono stati coinvolti 23 insegnati di religione, in 25 istituti superiori, per 179 classi (dalla III alla V superiore), coinvolgendo 2514 studenti.
Seicento schede sono state studiate a campione, per un lavoro ancora “in fieri” che ha spiazzato i due Uffici per la vastità della risposta. È emerso che i nostri giovani si fidano di persone non perfette ma vere, nelle quali riconoscono valori come autenticità, perseveranza e coerenza, che sappiano ascoltare e dalle quali non si sentano giudicati.
Alla richiesta se abbiano incontrato cristiani credibili, il 77% ha risposto di sì; il 25% di questi incontri si è avuto tra i consacrati, e all’interno della famiglia le persone più credibili sono ancora i nonni. Alla comunità cristiana chiedono di poter vivere insieme agli adulti la loro fede, chiedono di essere investiti di responsabilità, perché si sentono anch’essi portatori di valori che a loro volta hanno ricevuto.
L’ampiezza dello studio ha suggerito il coinvolgimento di Paola Bignardi, della Cattolica di Milano, che a giorni verrà a Belluno per incontrare la commissione di pastorale giovanile
Lavori di gruppo
La seconda parte della mattinata è stata impegnata nei lavori di gruppo, dai quali sono emerse alcune indicazioni: innanzitutto la collaborazione tra istituzioni, parrocchie e persone, che evidenzia l’utilità di questi incontri di condivisione tra le varie realtà diocesane; in secondo luogo la necessità di un accompagnamento a tutti i livelli, per una formazione comunitaria e personale, perché l’improvvisazione a tutti i livelli è dannosa. In questo gli Uffici pastorali sono ritenuti un nodo strategico. Gli Uffici hanno la possibilità di essere vicino alle parrocchie.
Conclusioni
Nel concludere l’incontro, il Vescovo ha evidenziato l’efficacia dell’incontro vissuto: «nessuno sapeva in partenza quei tratteggi che abbiamo visto». Ha sottolineato come l’atto più difficile della comunione e della sinodalità stia nel riconoscere l’altro: anche i laici possono insegnare la fede e perciò nella Chiesa è doveroso fuori tutte le possibili soggettività. I giovani ci fanno capire che la trasmissione della fede non riguarda i contenuti, visto che la credibilità si gioca nella concretezza.