Un articolo del Corriere delle Alpi ne mette in luce le risorse e le potenzialità

Si parla della nostra tipografia

Dal 2010 l'azienda ha dovuto ripensarsi, uscendo dal perimetro provinciale

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Ha fatto piacere leggere sul Corriere delle Alpi del 23 novembre scorso la pagina curata da Fabrizio Ruffini: un’intera pagina dedicata alla Tipografia Piave, azienda che afferisce all’Opera Diocesana San Martino Vescovo, attività al servizio della diocesi e delle parrocchie.

Il giornalista ne ha indagato con acribia la storia: «L’odierna “Tipografia Piave” è il risultato di una serie di passaggi ed evoluzioni societarie che iniziano il 20 febbraio 1932, quando si costituiva a Belluno “La Cartolibraria”, società formata da quattordici soci». E si chiede: «Perché tanto interesse dei cattolici per la stampa e l’editoria?». In quei primi decenni del “secolo corto” la Chiesa puntava decisamente sulla stampa, per far arrivare in ogni casa le prese di posizione del vescovo o dei parroci. Questo perché di fatto la pubblica opinione rischiava di essere controllata dai vari movimenti anticlericali che ciclicamente contrassegnano l’italica storia. Innanzitutto 110 anni fa nasceva L’Amico del Popolo, un settimanale che ha solcato tanti decenni della nostra storia e che continua a reggere, mentre altri settimanali faticano o chiudono. Nascevano anche numerosi bollettini parrocchiali, quelli che ancor oggi nella testata attestano numeri d’annata ormai ottuagenari e anche oltre. Allora le macchine della tipografia diocesana ruggivano in via San Pietro, finché all’inizio degli anni Sessanta l’azienda si trasferì nella sede attuale in piazza Piloni. Intanto dopo la guerra il vescovo Bortignon aveva acquisito la Cartolibraria, per farne la “Tipografia vescovile”, che nel 1964 venne ribattezzata “Tipografia Piave”.

Sempre con tocco da storico, Ruffini mette in evidenza il continuo rinnovamento tecnologico cui l’azienda venne chiamata dagli anni Cinquanta in poi, passando dai caratteri mobili alla stampa offset, dal piombo ai layout a video, fino all’innovativa stampa digitale, ideale per la basse tirature. «Nel 1974 venne acquistata la rotativa “Goss Comunity”, unica mai esistita in provincia di Belluno, usata anche in alcuni spezzoni del film “Vajont”». Dietro a tutto ciò si scorge un continuo rinnovamento di professionalità, perché prima dello stampatore opera il grafico, che spesso deve porsi come comunicatore, «un mediatore culturale tra chi scrive e chi legge». Mentre continua il lavoro di stampa, rilegatura, cellofanatura, etichettatura, spedizione.

Nel 2010 – da quando L’Amico del Popolo viene stampato a Grisignano, in provincia di Padova – l’azienda ha dovuto riposizionarsi, puntando sull’editoria e aprendo la casa editrice “TiPi”: non è difficile scorgervi l’acronimo di Tipografia Piave, che nel gioco di parole fa pensare ai tipi, strumenti di lavoro dei tipografici. A guidare il passaggio è stato l’ing. Marco Maierotti, direttore dell’azienda dal 2008. Dalla sua intuizione sono venute le sorprese: il dialogo con il mondo dello scautismo ha portato la Tipografia Piave in circuiti di livello nazionale. L’intuizione di stampare libri piccoli e brevi come la collana “Nova et vetera” si è dimostrata vincente: il primo numero “L’altra metà del mantello” venne dedicato a san Martino, patrono della diocesi; sullo stesso santo è stato parallelamente approntato un volumetto dedicato ai bambini, corredato dai codici QR, che attivano il giovane lettore alla ricerca di pagine web dedicate: così il libro tradizionale si apre a un uso intelligente di internet, perché ormai la comunicazione non può che essere multimediale.

Non si è persa però l’ispirazione diocesana: oltre ai bollettini parrocchiali, continua il servizio di preparazione del foglietto liturgico “Domenica”, diretto oggi dal vescovo emerito mons. Andrich e utilizzato in quasi tutte le parrocchie della diocesi, che parallelamente esce in un’edizione extradiocesana, dove i contenuti locali sono sostituiti da riflessioni di valore universale: non è solo il nome del vescovo a cambiare!

Nonostante la difficile congiuntura economica, la Tipografia Piave continua a proporsi come una risorsa. Fa piacere che l’abbia sottolineato anche il Corriere delle Alpi. [EP]