Sinfonie celebrative pasquali

Il centro dell’anno liturgico, la celebrazione del triduo sacro

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È ormai prossima per le comunità cristiane e per i singoli fedeli la celebrazione della Pasqua del Signore. Tutta la Chiesa si sta preparando a vivere questi eventi. Nella diocesi di Belluno-Feltre sono stati vissuti due giorni di formazione sul tema: “Preparare e celebrare le feste pasquali”. Sentiamo il bisogno di vivere al meglio alcuni gesti che la Chiesa attraverso la Liturgia ci propone.

Celebrazioni liturgiche pasquali come una sinfonia

Pensando alle prossime celebrazioni della Domenica delle Palme e del Triduo sacro mi è venuta in mente l’immagine di una sinfonia. Questo soprattutto perché le dinamiche celebrative di ognuno di questi riti solenni coinvolgono una serie di persone impegnate nei diversi ministeri liturgici, c’è poi uno spartito, c’è una direzione. Il risultato solenne e gratificante è il frutto di un lavoro, di una volontà e di un impegno di tutti i componenti. Da ricordare che in questa esperienza rituale sono tutti protagonisti, non ci sono spettatori. La stessa assemblea, per quanto numerosa, è coinvolta come protagonista, con suoi ruoli specifici.

Il messale romano: spartito da studiare

Per esprimere la sinfonia celebrativa liturgica è necessario conoscere bene lo spartito di ogni celebrazione. Il messale indica l’evolversi dei vari momenti rituali e il coinvolgimento dei vari ministeri. I sussidi liturgici (foglietti) sono già strumento di conoscenza e di studio della ritualità. Chi farà parte dell’assemblea liturgica, specie se con compito di guida o di animazione non può improvvisare. Parti rilevanti delle pagine riguardanti i solenni riti sono riservati alla presentazione dei vari momenti e del loro succedersi. Più si conosce lo svolgimento del rito e più è facile diventare protagonisti dell’evento rituale che rende presente il mistero. Per chi ne ha il compito, anche diventare “trascinatori”. Anche il Lezionario, spartito della Parola, richiede conoscenza e studio per le significative parti che lo presentano come “libro liturgico”.

Il presidente della celebrazione

Colui che presiede la celebrazione ha il compito di guidarla, non come “dittatore”, ma come responsabile e mediatore tra il rito ufficiale proposto e l’assemblea nel suo insieme, nei suoi vari componenti. A lui per primo il compito di conoscere la sinfonia e i vari spartiti per ogni elemento che vive la celebrazione. È noto l’impegno di ogni prete in questa preparazione che chiede tempo e approfondimento. Per nessuna celebrazione e tanto di più per i solenni riti della Settimana Santa, si può arrivare impreparati e confidando in un’improvvisazione. Il risultato si può solo immaginare. Ogni prete che presiede i riti sente l’esigenza di incontrare coloro che hanno una responsabilità nella realtà dei ministeri liturgici. È un po’ come verificare la conoscenza dello spartito e poi accordare gli strumenti. Il disagio di ordini dati al volo, magari non capiti, nel corso dello svolgimento del rito è situazione purtroppo sperimentata.

Accordare lo stile

I ministeri liturgici chiamati a servire il rito, che si incontrano e insieme verificano i vari momenti di intervento, creano un accordo tra di loro e contribuiscono allo svolgimento scorrevole e solenne del rito. Sotto la responsabilità di chi presiede, viene indicata l’esecuzione dello spartito liturgico. Questo anche nel rispetto del sacro rito e del mistero che si rende presente. Sacristi, chierichetti, cantori, lettori, commentatori, responsabili dell’accoglienza, coordinatori delle processioni, hanno bisogno di essere sintonizzati tra di loro in funzione della proposta del messale e del Lezionario. Questa esigenza è diventata sempre più  impellente, data la provenienza di queste persone da comunità diverse e con modalità rituali-celebrative non sempre simili.

Esperienza interiore trasformante

La preoccupazione rituale-organizzativa non cancellerà di sicuro il valore spirituale richiamato anche dalle parole del nostro Vescovo «siamo sollecitati a predisporci alla celebrazione annuale della Pasqua lasciandoci rigenerare interiormente e, di conseguenza, nel nostro stile di vita dalla sorprendente novità dell’Evangelii gaudium: La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia (EG 1)».

Giuliano Follin