In cattedrale

Sono stato vero? Ho amato?

Don Andrea Canal ha presieduto la celebrazione di fine anno scolastico sabato 1° giugno

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«Sono stato vero? Ho amato?». Risuonano forti, nella Cattedrale che accoglie tanti studenti delle scuole superiori, insegnanti e familiari, le domande poste nell’omelia dal più giovane prete della diocesi, ordinato nel mese di maggio. Don Andrea Canal ha presieduto la celebrazione di fine anno scolastico sabato 1° giugno, concelebrata dal preside del Liceo Lollino, don Giuseppe Bratti e da don Alex Vascellari.

Commentando la Parola di Dio e attualizzandola, il giovane prete ha invitato a guardare con verità alla nostra vita, in particolare al termine di un percorso di studio che ha richiesto impegno e fatica, insieme a soddisfazioni e relazioni significative. La Messa conclusiva dell’esperienza scolastica ha il sapore della consegna di ogni esperienza nelle mani del Signore, col desiderio di fare verità e guardare al futuro con speranza.

«Concedici la saggezza e la pazienza di affrontare le sfide che incontriamo e di imparare dalle nostre esperienze»: così hanno pregato gli studenti, che hanno riservato anche una richiesta speciale per gli alunni dell’ultimo anno che si preparano all’esame di Stato. Ugo, Alessandra e Paola dell’Ufficio-Scuola diocesano hanno consegnato a questi studenti un messaggio – preghiera per la pace di cui abbiamo estremo bisogno e  che nasce innanzitutto da un cuore riconciliato.

Il vescovo Renato, che aveva celebrato l’Eucaristia di fine anno scolastico il 31 maggio al Boscariz di Feltre, ha voluto salutare anche gli studenti bellunesi, augurando una buona estate e invitandoli a tornare nella cattedrale al termine dei lavori di ristrutturazione per “gustare” il messaggio della nuova disposizione e adeguamento degli arredi e dei simboli.

I canti del coro di Castion, sotto la guida esperta di Debora Piol, hanno ancora una volta sostenuto la preghiera e suscitato sentimenti di gratitudine e affidamento a Colui che “dice bene di noi” e ci incoraggia a non fermarci mai, a credere che non siamo soli e che «l’amore vincerà».