Il Consiglio Pastorale nelle Parrocchie in collaborazione

Indicazioni diocesane per attivare il Consiglio Pastorale (CP) 2023-2028
Premesse

A. Le “Indicazioni diocesane per attivare i Consigli Pastorali nelle Parrocchie in collaborazione” si ispirano alla “Carta d’Intenti” (2021): «Uno dei segni più evidenti, ma anche più facilitanti di uno stile collaborativo tra comunità parrocchiali è la costituzione e l’azione del Consiglio pastorale parrocchiale unitario. Ciò evidenzia che gli orientamenti di fondo nella vita delle comunità in collaborazione sono condivisi» (CI 6.b).

B. Tutte le comunità parrocchiali della Chiesa di Belluno-Feltre hanno l’impegno di rinnovare il Consiglio Pastorale (CP) per il quinquennio 2023-2028. L’aspetto più nuovo di questo rinnovo è dato dall’atto con cui l’11 ottobre 2022 il Vescovo ha decretato l’avvio – avvenuto l’11 novembre successivo – del processo di collaborazione in pastorale per le 158 parrocchie.

C. La terza fase dell’anno pastorale 2022-2023, enunciata dal Vescovo nella lettera 48/2022, si estende «dopo la Quaresima fino all’inizio del periodo estivo» con queste attenzioni da tradurre concretamente in azione promozionale e formativa delle comunità, non escludendo che le operazioni per l’elezione dei CP possano protrarsi all’inizio dell’anno pastorale 2023-2024:

  • «Rinnovare i CP non è certamente un’operazione “burocratica”, ma comporta una maturazione comunitaria nello stile di corresponsabilità e di “fraternità” tra comunità, promuovendo relazioni di vicendevole riconoscimento e fiducia».
  • «Prevedere dei percorsi parrocchiali e inter-parrocchiali che sensibilizzino sul significato ecclesiale e pastorale della scelta dei candidati e sulle modalità per affidare loro il mandato di consiglieri».
  • In riferimento al “cammino sinodale” delle Chiese in Italia, il processo di rinnovo dei CP può essere inteso e vissuto come “cantiere dell’ospitalità e della casa” «per approfondire la tensione dinamica tra fraternità e missione nella Chiesa e per riconoscere nel contesto odierno la “mission” di tale organismo di partecipazione e di comunione/missione. Il cammino sinodale è finalizzato a esprimere più convintamente il volto sinodale delle comunità ecclesiali».

Si devono prevedere questi cinque passaggi:

1. Preparazione delle comunità parrocchiali

      • [I possibilità] almeno due domeniche subito dopo la celebrazione della Pasqua 2023
      • [II possibilità] nei mesi di maggio – giugno, prima del periodo estivo

2. Prima consultazione

      • [I possibilità] da completare con la domenica dell’Ascensione (21 maggio)
      • [II possibilità] in una domenica circa a metà del mese di settembre (10 o 17)

3. Votazione dei candidati che si presentano dopo la prima consultazione e la loro accettazione

      • [I possibilità] da collocare nel tempo successivo, possibilmente fino alla domenica 18 giugno
      • [II possibilità] in una domenica della prima quindicina di ottobre

4. Presentazione alle comunità parrocchiali

      • [I possibilità] si suggerisce di farlo all’inizio dell’anno pastorale 2023-2024 dopo il periodo estivo
      • [II possibilità] può essere significativo farlo nella giornata missionaria mondiale, 22 ottobre

5. Prima convocazione

      • [I possibilità] si veda l’opportunità di un momento conoscitivo per il CP neoeletto, rimandando comunque la designazione del vicepresidente all’inizio dell’anno pastorale
      • [II possibilità] si completi l’iter entro la fine del mese di ottobre

D. I Consigli Pastorali che completano il loro mandato nel 2023, devono predisporre il “passaggio di testimone”. Spetta ad essi prevedere le cinque tappe enunciate al punto III. Questa è l’opportunità anche di una verifica del mandato svolto, riguardante la crescita del senso di comunione e di corresponsabilità avvenuta in comunità e nel CP stesso.

  • Tenuto conto delle difficoltà emerse e degli aspetti da curare particolarmente, si valuti come organizzare le cinque tappe indicate.
  • Si veda l’opportunità di sviluppare maggiormente o sotto altri punti di vista qualcuna di esse.
  • Si tratta di una vera e propria progettualità pastorale da vivere come crescita nella comunione e nella missione.
I. La scelta diocesana: parrocchie in collaborazione con un unico Consiglio pastorale
  • A partire dalla Carta d’Intenti (25-09-2021), dalla Lettera di approvazione (8-10-2021) e dalla Mappa delle collaborazioni in pastorale tra parrocchie (11-10-2022), in diocesi si attua la preparazione e la costituzione di un unico CP per ogni gruppo di parrocchie in collaborazione.
  • In tal caso occorre avere l’attenzione a non elevare troppo il numero dei componenti il CP. Ogni comunità parrocchiale esprima i suoi rappresentanti, ma in modo proporzionale alla composizione del CP.
  • L’attuazione di un unico CP va maturata con pazienza, ma anche con sollecitudine, nel contesto collaborativo tra le parrocchie, così come la Mappa delle collaborazioni le raggruppa.
II. Le finalità
  • Il CP ha un fine “pastorale”: riguarda la testimonianza al Vangelo che le comunità parrocchiali sono chiamate a dare sul territorio e nei contesti di vita delle persone con il loro stile di vita, con il loro impegno e nella molteplicità dei servizi che svolgono. Il CP non sostituisce, dunque, le comunità che rappresenta, ma le accompagna e le sollecita con un atteggiamento e un’azione di ascolto, di cura, di vigilanza, di incoraggiamento e di promozione.
  • Il CP è, poi, attento a cogliere e a tradurre le indicazioni diocesane – in particolare gli Orientamenti pastorali – affinché possano orientare e supportare i vissuti parrocchiali. Il CP svolge un compito di collegamento tra livello diocesano e livello di vita inter-parrocchiale, sviluppando i rapporti tra comunità in collaborazione, che comporta «quel chiamarsi e quel riconoscersi “comunità sorelle”: ciascuna con la propria identità e caratteristiche, ma in una comune origine e appartenenza» (CI 4).
  • Il CP mantiene anche la comunicazione con la convergenza foraniale intesa come un coordinarsi nella vita pastorale tra le parrocchie di quel particolare territorio. Per questo è costituito l’organismo del Coordinamento foraniale. In esso è presente ciascun CP con un suo rappresentante, ordinariamente il vicepresidente, oltre che il parroco.
III. La natura
  • Il CP è chiamato a promuovere, sostenere, incoraggiare, coordinare e, poi, verificare l’insieme del vissuto di fede, di speranza e di carità delle comunità parrocchiali da cui ha ricevuto il mandato. Si dedica, cioè, alla loro crescita, sollecitando il senso di partecipazione di tutti, secondo le diverse vocazioni e situazioni di vita.
  • “Consigliare” nell’esperienza pastorale e nella tradizione della Chiesa è una missione delicata e impegnativa, essenzialmente “spirituale”: non è solo esprimere un parere, ma comporta un coinvolgimento profondo nel vissuto ecclesiale. Per questo “consigliare” richiede un’azione di “discernimento” in cui rendersi disponibili all’azione dello Spirito Santo.
  • Il CP non si identifica con le persone che già “fanno qualcosa” o che hanno la responsabilità diretta delle attività e iniziative in parrocchia. Chi svolge dei compiti e dei ministeri o assolve a specifiche responsabilità non è necessariamente membro del CP. La mission di un CP è più generale e complessiva: riguarda tutta la vita delle comunità e si concretizza nell’orientare il cammino di tutti. La designazione di fiducia da parte della comunità, tramite votazione, è necessaria e qualificante per far parte del CP.
  • Il CP non è “uno” dei gruppi che opera in un ambito particolare della vita pastorale. Esso svolge una funzione di rappresentanza dell’insieme delle comunità parrocchiali e agisce da vero e proprio “consiglio”, dunque come organismo che vive nella comunione dei suoi membri. La sua attenzione è rivolta all’insieme del vissuto comunitario e diventa garanzia per una sana e coordinata vita ecclesiale, affinché nessun gruppo o singolo si imponga sugli altri. Il CP promuove e cura la comunione tra le comunità parrocchiali in collaborazione e tra le varie componenti di esse, affinché cresca la capacità di sinodalità (= camminare insieme) da parte dei diversi soggetti che le costituiscono.
IV. Le competenze
  • Il cammino condiviso delle comunità in collaborazione è progettato, accompagnato, sostenuto, verificato dal CP.
  • La varietà dei servizi e delle attività e iniziative sul fronte dell’annuncio-catechesi, della liturgia e della carità ha un punto di sintonizzazione e di unità proprio nel CP. Non tutti gli aspetti particolari della pastorale, specialmente della pastorale d’ambito, vanno elaborati nel CP, ma l’orientamento e le scelte di fondo. Solitamente la programmazione delle iniziative di pastorale d’ambito matura tra gli operatori pastorali di quel preciso ambito che poi le attiveranno e, possibilmente, anche verificheranno. Al CP spetta offrire un indirizzo di sinodalità, di essenzialità e di priorità a tutto il vissuto pastorale delle comunità in collaborazione.
  • Le priorità pastorali vengono elaborate e scelte in CP in atteggiamento di ascolto e conoscenza della realtà comunitaria e dei processi in atto nella popolazione, attivando interattività nei riguardi delle componenti e dei fattori che incidono sul territorio, sviluppando un serrato dialogo con le istituzioni.
  • Spetta al CP incoraggiare la vicendevole stima e il fraterno aiuto tra tutte le persone che prestano un servizio comunitario come anche intercettare e segnalare eventuali criticità o difficoltà a cui la vita pastorale comunitaria può andare incontro.
  • Vi è un particolare rapporto che lega il Consiglio Pastorale al Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici (CPAE). Il CPAE designa – si vedano le indicazioni diocesane a riguardo – un proprio membro quale rappresentante in CP. Qualora fossero più CPAE nel gruppo di parrocchie che collaborano tra esse, i vari CPAE si ritrovino insieme e concordino di designare un solo rappresentante in CP di tutti i CPAE di quella collaborazione.
V. La composizione
  • In vista del rinnovo del CP, si rende necessario stabilire il numero più adeguato di membri del CP, in modo tale che ciascuna parrocchia tra quelle che sono in collaborazione possa esprimere la propria rappresentanza e il CP nella sua composizione risulti non eccessivamente numeroso. Tale scelta coinvolge responsabilmente i CP che chiudono il loro mandato a predisporre la fase di rinnovo.
  • In corrispondenza con quanto indicato nel primo e secondo capitolo di questo testo, la designazione dei membri del CP avviene per elezione da parte della comunità parrocchiale, in due momenti distinti:
      • la designazione di candidati;
      • a partire dalla lista dei candidati, la votazione dei consiglieri.
  • Si intende per comunità quanti tra i battezzati, anche se diversamente frequentanti, accedono alla vita comunitaria e alla celebrazione dell’Eucaristia e scelgono di adempiere a questo impegno di elezione.
  • Si consiglia alle comunità parrocchiali di porre l’età di 16 anni come condizione per eleggere i candidati e perché le persone siano candidabili.
  • Ne consegue che non vanno applicati altri criteri di designazione, in particolare quello di far rappresentare in CP i gruppi di servizio e di attività operanti in parrocchia. È bene che chi opera in ambiti e servizi parrocchiali entri a far parte del CP in quanto eletto e non per il ruolo che già riveste.
  • Si tenga conto, nel numero complessivo di consiglieri, che alcuni di essi entrano “di diritto” e lo sono per l’insieme delle parrocchie in collaborazione:
        • il parroco/i parroci con il compito di presidenza (cfr. più avanti al n. VII);
        • il vicario parrocchiale;
        • un diacono designato dall’eventuale gruppo dei diaconi;
        • un/a rappresentante delle comunità religiose;
        • un rappresentante del CPAE (nel caso delle collaborazioni tra parrocchie, ci sia un solo rappresentante di tutti i CPAE).
  • È opportuno che al parroco/ai parroci sia data l’opportunità di integrare il gruppo degli eletti con un proprio candidato.
  • Il numero dei membri eletti per parrocchia, esclusi quelli di diritto, siano secondo questi criteri:
        • fino a 1000 abitanti: non oltre 2
        • fino a 2000 abitanti: non oltre 3
        • fino a 3000 abitanti: non oltre 4
        • oltre i 3000 abitanti: non oltre 5
VI. Durata del mandato
  • Il CP rimane in carica per cinque anni. Tutti i CP saranno rinnovati nei tempi che saranno indicati dalla Diocesi.
  • Un consigliere può essere eletto per non più di due mandati consecutivi (a partire dal mandato 2018-23).
  • Un consigliere che non partecipi alle convocazioni consecutive di un anno intero senza giustificazione, decade dal suo mandato e viene sostituito (per questo occorre risalire alla lista di candidati dalla comunità).
VII. La Giunta: il presidente (parroco), il vicepresidente (laico eletto), il segretario
  • Un rapporto particolare vincola vicendevolmente il/i parroco/i al CP: oltre a svolgere lo specifico ministero ordinato, essi hanno il compito di presiedere il CP. Questo avviene in sintonia di intenti con un/a rappresentante laico/a dello stesso CP, che svolge la funzione di vicepresidente, eletto dal Consiglio stesso con votazione a maggioranza assoluta, all’inizio del mandato. Assieme, presidente (parroco/i) e vicepresidente coordinano tutta l’attività del CP, con la collaborazione di un segretario che ha il compito di redigere il verbale delle riunioni e delle attività del CP.
  • Il/i parroco/i sono chiamati a svolgere sapientemente e con senso di responsabilità il compito di presiedere proprio del loro ministero.
  • Come in assemblea anche in Giunta è da valorizzare il vicepresidente per il ruolo di moderatore.
  • In riferimento alla Carta d’Intenti, occorre considerare due situazioni che possono verificarsi tra parrocchie in collaborazione: un unico CP con due o più parroci; due o più CP nel medesimo contesto di collaborazione. L’ultimo caso deve essere considerato “di transizione”, in vista di realizzare il CP unico.
  • Nel caso della presenza di più parroci, costoro risultano presidenti “in solido” del CP, dunque spetta a loro accordarsi per chi concretamente esercita la presidenza in assemblea. Con loro, inoltre, opera il vicepresidente eletto in qualità di moderatore dell’assemblea.
  • Quando, invece, non è stato ancora costituito il CP unico tra le parrocchie che risultano in collaborazione (cfr. Mappa delle collaborazioni in pastorale tra parrocchie), perché necessitano ulteriori tempi e passaggi per poterlo realizzare, è necessario costituire e rafforzare il servizio di un’unica Giunta, composta dai parroci, dai vicepresidenti dei CP e dai segretari. È compito di questa unica Giunta operare affinché ci sia un’azione unitaria tra i CP nell’indirizzo di fondo e nelle scelte pastorali che ne derivano.
  • Compito della Giunta è la preparazione degli incontri del CP e dell’attuazione o trasmissione a chi di dovere di quanto elaborato in assemblea. La Giunta non è un organismo che si sovrappone al CP, ma una sua articolazione interna a servizio del Consiglio
VIII. Il metodo di lavoro: il “discernimento comunitario”
  • Per svolgere il suo servizio nelle comunità parrocchiali di cui è espressione – secondo quanto già descritto sopra ai nn. II, III, IV – il CP adotta ed elabora ulteriormente il “metodo di lavoro” che è stato sviluppato in pastorale a seguito del Concilio Vaticano II, chiamato “discernimento comunitario”. Questo metodo ha i caratteri dell’esperienza “spirituale”, si propone di ascoltare il Vangelo e di scrutare i “segni dei tempi”. Di recente, a seguito dei “gruppi sinodali” che hanno sperimentato la “conversazione spirituale”, tale metodo ha ancor più evidenziato la centralità dell’azione dello Spirito Santo nella vita della Chiesa. Questo sviluppo ha contribuito molto a tracciare il percorso metodologico con cui il CP cerca e promuove il bene pastorale e spirituale della comunità.
  • Occorre evitare il rischio di pensare e impostare il CP con criteri esclusivamente sociologici o come fosse un soggetto organizzativo sul modello aziendale. Esso va, invece, collocato sempre più nella prospettiva dell’ecclesiologia di comunione e a fine pastorale, curando l’attenzione alle persone, le relazioni interpersonali e istituzionali, le metodologie di incontro, i passaggi procedurali e la scelta dei contenuti e temi da affrontare.
IX. Convocazione del CP e assemblee
  • Il CP deve essere convocato non meno di 4 volte all’anno. È bene che le date delle convocazioni siano fissate e comunicate ai consiglieri all’inizio dell’anno. Durante l’anno possono sorgere questioni che richiedono convocazioni straordinarie.
  • L’ordine del giorno è strategico per il buon funzionamento del CP e va curato con attenzione da parte della giunta in modo che sui temi indicati sia possibile un reale confronto.
  • Il CP viene convocato sempre da chi lo presiede (parroco/parroci) unitamente al vicepresidente per iscritto, con ordine del giorno concordato in Giunta, con un numero sufficiente di giorni di anticipo per permettere ai consiglieri di prepararsi.
  • Con la convocazione è importante far pervenire a tutti i consiglieri la sintesi dell’incontro precedente e il materiale per la eventuale documentazione sugli argomenti in o.d.g.
  • I consiglieri hanno facoltà di proporre alla presidenza argomenti da porre all’o.d.g. Lo facciano formalmente per iscritto.
  • Il CP si riunisce nel giorno e nell’ora stabiliti. È bene preparare con cura e decoro la sala del CP.
  • Le assemblee ordinariamente sono presiedute dal parroco (in base all’accordo tra i parroci), coadiuvato dal vicepresidente il quale è chiamato a svolgere il compito di moderatore dell’assemblea.
  • Alle assemblee del CP partecipano solo i consiglieri; altre persone possono essere invitate di volta in volta secondo gli argomenti che vengono trattati e in accordo con la Giunta.
  • Il segretario predispone tutto ciò che è necessario all’assemblea; prende nota di quanto emerge e, alla fine, stende un verbale di sintesi che faccia sempre il punto della situazione e raccolga quanto emerso e concordato dall’assemblea (questo foglio sarà poi recapitato ai consiglieri per una verifica di completezza e di correttezza, per poi approvare tale sintesi-verbale nell’assemblea successiva). Le riflessioni e le decisioni del CP vanno riferite alla comunità in particolare tramite la Giunta del CP.
X. Le Commissioni o gruppi di lavoro nel Consiglio pastorale
  • Il criterio generale per le assemblee del CP è che “tutti conoscono e sono corresponsabili di tutto”. Pertanto non sono da costituire commissioni stabili all’interno del CP. Il CP, qualora lo ritenesse necessario, si rapporta direttamente con chi svolge un servizio o ministero e con i responsabili di strutture o di attività particolari.
  • Possono, invece, servire “gruppi di studio” per problemi particolari; questi restano in funzione relativamente alla questione che si affronta.
  • In questo senso è importante superare ogni logica di parte; nessuno è in CP per portare avanti esclusivamente le istanze dei gruppi o dell’ambito che rappresenta, ma ciascun membro del CP diventa responsabile di tutto. Ciò che unisce non può essere un compromesso tra le diverse sensibilità, ma il progetto di comunità che si intende costruire. A questa convergenza sul bene della comunità e sull’essenziale si giunge attraverso il “discernimento comunitario”.
XI. Le tappe per il rinnovo dei CP

1. Preparazione delle comunità parrocchiali

    • [I possibilità]     almeno due domeniche subito dopo la celebrazione della Pasqua 2023
    • [II possibilità]    nei mesi di maggio – giugno, prima del periodo estivo
  1. Poiché spetta al CP in carica progettare l’iter di rinnovo del CP e prevedere i tempi e le modalità in cui attuare le cinque tappe enunciate al punto III, è necessario che le Giunte dei CP delle parrocchie in collaborazione si incontrino e diano attuazione alla scelta di costituire il CP tra le parrocchie in collaborazione, prevedano le modalità, la configurazione e i tempi.
  2. In questa prima tappa è necessario programmare dei momenti di formazione per la comunità. Si consiglia di farlo anche in sede di gruppi parrocchiali, ma soprattutto in alcune domeniche nelle assemblee eucaristiche (o all’omelia, o al termine della celebrazione). Si possono utilizzare opportunamente i foglietti/bollettini parrocchiali.
  3. Per le parrocchie che non hanno il CP, il parroco provveda a costituire un gruppo di collaboratori che possano svolgere questi compiti a cui dovrebbe adempiere il CP in scadenza.

2. Prima consultazione

    • [I possibilità]     da completare con la domenica dell’Ascensione (21 maggio)
    • [II possibilità]    in una domenica circa a metà del mese di settembre (10 o 17)
  1. Programmare una domenica, dopo aver preparato le comunità parrocchiali, per la prima consultazione che ha come scopo di raccogliere nomi di candidabili a CP.
  2. La domenica scelta (compreso il sabato) va precedentemente annunciata.
  3. I criteri con cui orientare la consultazione: persone “aperte” al cammino di fede, disponibili alla vita comunitaria, sopra i 16 anni, considerate adeguate all’impegno tratteggiato nei momenti di formazione sul CP.
  4. Si determini anche un numero minimo di voti perché una persona indicata possa entrare in lista come candidata.
  5. Si consiglia di fare la consultazione alla fine della celebrazione, prima del rito di benedizione, garantendo penna e schede (possibilmente con timbro della parrocchia). Si invita a indicare uno o due nomi di persone della propria comunità parrocchiale che si ritiene possano opportunamente far parte del CP insieme con i rappresentanti delle altre parrocchie in collaborazione. Deve esser chiaro che questa consultazione è finalizzata a formare la lista di candidati che verranno votati in un secondo momento.
  6. Si facciano raccogliere le schede lasciando le persone al loro posto.
  7. È bene provvedere un momento – eventualmente un pomeriggio/sera – lungo la settimana in cui le persone che non hanno potuto partecipare alla messa domenicale in parrocchia possano esprimere il loro voto. Non si mandino schede per le case, a meno che non si preveda di far votare le persone inferme.

3. Votazione

    • [I possibilità]     da collocare nel tempo successivo, possibilmente fino alla domenica 18 giugno
    • [II possibilità]    in una domenica della prima quindicina di ottobre
  1. Il gruppo di persone rappresentanti dei CP precedenti che sono state incaricate di seguire l’operazione di rinnovo provveda allo spoglio e alla formazione della lista di candidati secondo il numero di preferenze. Si consideri il numero minimo di preferenze previsto per risultare candidabili.
  2. A questo punto inizia una fase molto delicata che dovrebbe essere condotta dal parroco o dal vicepresidente del CP o da una persona designata dal parroco e dal CP. Si tratta di avvicinare le persone indicate come candidate, comunicare loro l’avvenuta segnalazione, precisare la mission del CP, chiedere loro se accettano di essere candidate per la votazione che avverrà nella domenica prevista. Questa opportunità di incontro permette di far prendere consapevolezza alle persone segnalate che si tratta di considerare il bene della comunità e della sua missione, di “lavorare insieme” in stile sinodale, di approfondire l’appartenenza ecclesiale. Nel caso emergesse qualche difficoltà personale e con risvolto pastorale è opportuno interrogarsi sull’opportunità o meno della stessa candidatura.
  3. Nel gruppo incaricato si compone la lista che poi verrà presentata per la votazione nella domenica scelta. Ogni comunità parrocchiale deve avere i propri rappresentanti, per cui la composizione della lista deve significativamente indicare i nomi dei rappresentanti di ciascuna delle parrocchie in collaborazione. Con le disponibilità ricevute si forma la lista di candidati che dovrà avere un numero tale di nomi da permettere una scelta reale da parte dei votanti e proporzionale alla composizione del CP.
  4. La votazione avviene allo stesso modo della precedente consultazione, solo che si vota avendo una lista di candidati ammessi dopo l’accettazione personale e l’incontro di conoscenza con il parroco o chi per lui.
  5. Le persone che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze vengono interpellate dal parroco sulla loro disponibilità ad accettare l’incarico affidato dalla comunità, fino al raggiungimento del numero di consiglieri che previamente è stato stabilito.
  6. Va verbalizzato il risultato nella sua totalità, così che si possa interpellare chi non è entrato in CP qualora ci fosse qualche integrazione da fare successivamente.
  7. La composizione del CP viene comunicata all’Ordinario diocesano che confermerà l’elezione, la designazione e la composizione del nuovo CP.

4. Presentazione del Consiglio pastorale alla comunità

    • [I possibilità]     si suggerisce di farlo all’inizio dell’anno pastorale 2023-2024 dopo il periodo estivo
    • [II possibilità]    può essere significativo farlo nella giornata missionaria mondiale, 22 ottobre
  1. Questo gesto di presentazione alle comunità esplicita il senso del “cammino sinodale” che richiede che «ciò che riguarda tutti sia da tutti considerato e deciso» e manifesta la chiamata missionaria di ogni battezzato.
  2. Presentare alle comunità il CP comporta anche la consegna del mandato ecclesiale da parte delle stesse al nuovo CP. Si veda come inserire questo rito nelle celebrazioni eucaristiche domenicali. Se c’è contemporaneità di celebrazione nel giro delle parrocchie in collaborazione, si veda l’opportunità che i consiglieri si distribuiscano nelle varie parrocchie in rappresentanza dell’intero Consiglio.

5. Prima convocazione

    • [I possibilità]     si veda l’opportunità di un momento conoscitivo per il CP neoeletto, rimandando la designazione del vicepresidente all’inizio dell’anno pastorale
    • [II possibilità]    si completi l’iter entro la fine del mese di ottobre
  1. Appena possibile – iniziato il nuovo anno pastorale 2023-2024 – sia convocato per la prima volta il nuovo CP per eleggere il vicepresidente (che parteciperà anche al Coordinamento foraniale) e incaricare il segretario.
  2. Ci sia l’attenzione e la cura nel concretizzare lo stile sinodale che richiede ascolto vicendevole, avendo sempre a cuore il bene delle comunità.
  3. In tale circostanza è anche opportuno raccogliere eventuali esigenze e richieste per impostare un percorso di formazione nel primo anno di attività.

Affido queste Indicazioni diocesane alle comunità parrocchiali impegnate nella collaborazione e nel rinnovo dei Consigli pastorali per il quinquennio 2023-2028.

Belluno, 25 marzo 2023

+ Renato Marangoni, Vescovo

25-03-2023