Carissime / carissimi,
mi rivolgo a voi che in questi giorni di emergenza sanitaria siete a contatto diretto con persone ammalate, con persone contagiate da Covid-19 e con persone anziane. Nei luoghi di cura e di soggiorno voi siete per loro famiglia, amici, comunità di appartenenza, oltre che loro medici, loro operatori sanitari e curatori.
Tra tutte le delicate mansioni che state svolgendo per la salute di queste persone, c’è quella della vostra vicinanza, della vostra tenerezza, della vostra umanità. Tutto ciò lenisce le prove e le sofferenze nel momento della malattia, della solitudine, del distacco dalla famiglia, dell’ultimo tempo di vita.
In questo vostro stare accanto e curare si può riconoscere anche una dimensione più interiore e più spirituale. Ogni persona che incontrate e servite ha una sua specialissima storia dove è riconoscibile anche la ricerca e il desiderio di Dio e la fede in Lui. Quando si è nella prova e si percepisce la propria fragilità, esposta al rischio della morte, tutte queste esigenze si fanno profondamente sentire.
Voi potete percepire tutto questo nelle persone ammalate e negli anziani che avvicinate nel contesto di emergenza in cui ci troviamo.
E ecco un semplice e delicato invito che sgorga spontaneo dal mio cuore e dal mio ministero: essere vicini a queste persone ammalate o anziane anche a nome di tutti noi – vescovo e preti – per donare loro un po’ della nostra “cura pastorale”, dal momento che noi non possiamo avvicinarle fisicamente.
Non vi preoccupate delle modalità per attuare questo: si tratta di gesti semplici e di parole essenziali. E neppure vi blocchi il pensiero di non sentirvi adeguati o degni. Un gesto di cura amorevole ci fa uscire dalle nostre indegnità. Ciò che vi propongo è già nella vostra professionalità e nella dedizione che state esercitando.
Quando vedete l’opportunità, offrite il dono di una piccola preghiera da condividere con la persona a cui vi state dedicando, in particolare se riconoscete che è vicino il momento dell’ultimo passaggio di vita. Basta poi un piccolo segno come benedizione. Allego a questa lettera una proposta che potete utilizzare, ma sentitevi liberi di ridurre, di esemplificare, fino anche al solo gesto di benedizione.
Vi esprimo la mia riconoscenza e il mio apprezzamento. Lo faccio a nome dei confratelli nel ministero e di tutte le nostre comunità parrocchiali di cui sono parte viva ed eletta queste persone in condizione di malattia o di contagio o di anzianità a cui prestate servizio e cura.
Belluno, 3 aprile 2020
+ Renato Marangoni