Nm 6,22-27; Sal 66 (67); Gal 4,4-7; Lc 2,16-21
Questo giorno è l’ottavo dal Natale. Significa e comporta che le “nuove cose” accadute nel giorno della nascita di Gesù Cristo in un angolo sperduto di questo mondo, in un frangente di tempo determinato – che ancora oggi non conosciamo con precisione – queste “cose nuove” entrano in ogni tempo.
“Ottavo giorno” indica che il Natale del Signore ha investito l’oggi della storia. Siamo tutti entrati nel tempo nuovo della nascita di Cristo, anche chi non lo sa o non lo può sapere.
Utilizzando le espressioni bibliche della prima lettura, siamo invitati a riconoscere che il Signore rivolge il suo volto ad ogni uomo, ad ogni donna e che Lui a ciascuno concede pace.
Nell’attuale contingenza storica in cui la globalizzazione ci ha spaventati ed ha lasciato tracce di una nuova super-potenza che sembra schiacciare ogni particolare locale, la nascita di Cristo spazia oltre ogni confine di luogo e di tempo. Ecco l’ottavo giorno, il giorno della creazione nuova che non finisce.
Paolo nella seconda lettura ci ha appena avvertiti: quando Dio mandò suo Figlio che è nato da donna e sotto la legge, è venuta la “pienezza del tempo”.
Poi Paolo preciserà: in questa pienezza è possibile ogni riscatto, anche quello dalla schiavitù. È, invece, il tempo della figliolanza e della grazia.
Come vivremo il nuovo anno?
Ci faremo schiavi gli uni degli altri, creeremo nuove schiavitù o cercheremo e ci tratteremo da figli?
La Parola ascoltata ci mette dinanzi al dono che ci è già dato. È chiamato “grazia”.
- Su ognuno – su ogni uomo e ogni donna di qualsiasi appartenenza – risplende il volto di Dio.
- Nei cuori dei figli Dio ha mandato lo Spirito del suo Figlio.
- Per cui nessuno può essere considerato “schiavo”: la dignità di ogni uomo e donna è di essere figli.
Ma ci crediamo davvero a queste “rivelazioni” che la Parola di Dio ci consegna come sguardo e azione di fede, di speranza, di carità?
Dove attingeremo le “cose nuove” che tutti ci auguriamo all’inizio di questo anno civile?
Ce lo diciamo qui, in questo ottavo giorno, come comunità raccolta nella fede per cercare e ritrovare il dono della pace e per riprometterci la responsabilità ad esserne operatori:
- Cerchiamo il volto di Dio che risplende in ogni volto umano.
- Ascoltiamo lo Spirito di Cristo che è nel cuore di tutti.
- Riconosciamo ad ogni persona la dignità di essere figlio / figlia …
Maria ha custodito tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. Sia lei ad incoraggiarci e sostenerci.
Mi piace concludere riprendendo le parole iniziali del messaggio di papa Francesco per questa giornata mondiale della pace: «All’inizio di questo nuovo anno porgo i miei sinceri auguri di pace ai popoli e alle nazioni del mondo, ai Capi di Stato e di Governo, nonché ai responsabili delle comunità religiose e delle varie espressioni della società civile. Auguro pace ad ogni uomo, donna, bambino e bambina e prego affinché l’immagine e la somiglianza di Dio in ogni persona ci consentano di riconoscerci a vicenda come doni sacri dotati di una dignità immensa. Soprattutto nelle situazioni di conflitto, rispettiamo questa «dignità più profonda» e facciamo della nonviolenza attiva il nostro stile di vita».