Ho vinto il mondo!

Pellegrinaggio alla Basilica di Sant’Antonio in Padova
03-06-2019

At 19,1-8; Sal 67; Gv 16,29-33

Ieri, domenica dell’Ascensione di Gesù, siamo stati da lui «condotti fuori verso Betania», ci ha benedetti e – come narra l’evangelista Luca – «si staccò dai discepoli e veniva portato su, in cielo». È una scena che sembra riprendere il distacco del grande profeta Elia, raccontato nell’AT.

E noi siamo lì. Oggi – possiamo dire – siamo venuti in pellegrinaggio in questa basilica proprio per questo. Gesù si è fisicamente staccato, ma ci ha benedetto. Siamo benedetti!

Lo staccarsi di Gesù da noi non ci lascia indifferenti. Tutti noi siamo in attesa di lui, alla ricerca di lui. Perché appunto Gesù Risorto non è fruibile da noi così come un qualsiasi oggetto in nostro possesso.

Eppure i discepoli che accompagnarono Gesù – dice ancora l’evangelista Luca – «tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio».

Per questo Pietro, nella sua prima lettera scrive: «8Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, 9mentre raggiungete la mèta della vostra fede».

Nel Vangelo proclamato poco fa, l’evangelista Giovanni riporta le parole che Gesù avrebbe detto nel contesto dell’Ultima cena, quando lavò i piedi ai suoi discepoli:

«Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».

Gesù si stacca dai suoi discepoli, li benedice e li incoraggia: lui ha vinto il mondo.

Noi oggi, il nostro essere Chiesa, le nostre vite, la nostra umile fede compresi i suoi dubbi e le sue paure… sono lì in questi ultimi gesti e ultime parole di Gesù.

Passa attraverso di lui la nostra conoscenza della vita, la nostra esperienza del mondo, il nostro attraversare il buio di tante situazioni difficili di vita.

Sia chiaro, però, che Gesù Risorto non ha vinto il mondo, perché l’ha sconfitto. Troppe volte anche nei nostri ambienti ecclesiali, in parrocchia, nel nostro pregare, nei nostri pensieri e sentimenti cristiani, nelle nostre parole… pensiamo che la dichiarazione di Gesù – «Io ho vinto il mondo!» – significhi la sconfitta del mondo, la sconfitta degli altri e di chi non crede o ha una fede diversa, neppure di chi ha sbagliato. Gesù ha vinto il mondo, perché l’ha amato. È nel cuore del Vangelo che «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito» (Gv 3,16).

Questo nostro tempo e il tempo dell’amore fatto da Gesù e consegnato a noi. Ecco perché si è staccato fisicamente da noi. L’Ascensione celebrata ieri è questo compito dell’amore portato a termine e a compimento da Gesù.

Sant’Antonio di Padova ha vissuto nel suo tempo – nel XIII secolo – l’Ascensione di Gesù, l’“ora dell’amore” che non può finire. Anche Antonio, quale discepolo di Gesù, ha vinto il mondo, perché l’ha amato. Tutte le sue parole, tutti i suoi gesti, specialmente quelli di guarigione, provengono da quella benedizione con cui Gesù si è staccato dai discepoli. Attestano il tempo nuovo dell’amore.

È una scena carica di santa ironia quella della prima lettura di oggi. Siamo ai tempi di Paolo, ad Efeso, sempre sotto il segno dell’Ascensione di Gesù. C’erano lì dei discepoli e ad essi Paolo chiede: «Avete ricevuto lo Spirito Santo, quando siete venuti alla fede?». Ed ecco la loro risposta: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che esista uno Spirito Santo». Quanta attualità c’è in queste parole. Oggi le troviamo vere ovunque, anche nelle nostre comunità. Vorrei incoraggiare i miei confratelli, ma anche ciascuno di voi con le parole stesse di Gesù: «Coraggio: io ho vinto il mondo!». Il Risorto ha vinto e ciò comporta che nessun male o maligno potrà vincere. Attaccherà, ma non vincerà. Nessun male potrà sconfiggere il mondo che Dio ha amato. Sant’Antonio ci fa rivivere l’Ascensione di Gesù con la sua benedizione: la sua vita è stato un tempo d’amore, così la sua presenza in questo territorio, le sue parole i suoi gesti.

In una agiografia di Sant’Antonio si legge: «E pensando che Cristo lavò i piedi ai suoi discepoli, lavava anche lui impiedi ai frati e si adoperava a tenere puliti gli utensili di cucina».

Antonio, sulla scia del Risorto, ci insegna che non si sconfigge il mondo, ma lo si “ama da Dio” con la verità umile e sincera della nostra umanità.

 

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Papa Francesco, Udienza 29-05-19

 

«Il Risorto invita i suoi a non vivere con ansia il presente, ma a fare alleanza con il tempo, a saper attendere il dipanarsi di una storia sacra che non si è interrotta ma che avanza, va sempre avanti; a saper attendere i “passi” di Dio, Signore del tempo e dello spazio. Il Risorto invita i suoi a non “fabbricare” da sé la missione, ma ad attendere che sia il Padre a dinamizzare i loro cuori con il suo Spirito, per potersi coinvolgere in una testimonianza missionaria capace di irradiarsi da Gerusalemme alla Samaria e di travalicare i confini di Israele per raggiungere le periferie del mondo».