Indicazioni diocesane per la celebrazione delle esequie

Decreto del Vescovo
19-05-2021

 

INTRODUZIONE

La Diocesi di Belluno-Feltre, dopo attenta discussione nel Consiglio presbiterale tenutosi l’11 marzo 2021 e dopo uno studio più specifico da parte del gruppo di lavoro indicato dallo stesso Consiglio, intende presentare alcune linee per la celebrazione delle esequie in Diocesi, considerando alcune nuove problematiche e approfondendo soltanto alcune componenti, senza la pretesa di affrontare altre questioni certamente complesse e aperte. Al gruppo di lavoro hanno partecipato il direttore dell’ufficio diocesano per la Liturgia, il cerimoniere vescovile, alcuni parroci e il cancelliere vescovile.

Ora, dopo tale prolungata riflessione, con il presente Decreto intendo proporre alla nostra Chiesa di Belluno Feltre le indicazioni qui di seguito presentate. Siamo tenuti ad accoglierle, facendole anche diventare opportunità di discernimento nelle Comunità parrocchiali e nel contesto delle Convergenze foraniali. Si ricorda che per eventuali altre questioni va sempre fatto riferimento al Rito delle Esequie nella edizione del 2011.


I FUNERALI CRISTIANI: CONDIVISIONE DEL LUTTO E PROFESSIONE DELLA FEDE

«Per essere un autentico annuncio del Vangelo della morte e della risurrezione di Cristo un funerale cristiano deve essere autenticamente umano.  I riti funebri cristiani sono un atto di diaconia nei confronti della società e un’istanza critica alla cultura, e saranno chiamati a esserlo in forma ancora più decisiva nei prossimi decenni. I funerali cristiani si rivelano così come un autentico servizio di umanità alla comunità umana che, a volte, giunge a fare del morire e della morte qualcosa di inumano». (G. Boselli, Il Rito delle esequie: confessione della fede e umanizzazione della morte, in Rivista Liturgica 99/1 [2012], p. 44-70).

Queste parole, tratte da un articolo del liturgista Goffredo Boselli, indicano alcune coordinate preziose per far sì che le esequie cristiane siano esperienze vere e profonde: tenere conto di tutto lo spessore umano del morire, dedicare attenzioni alla cura del corpo del defunto, memoria della sua presenza tra noi, lasciare il giusto spazio e il giusto tempo all’espressione del saluto cristiano dei nostri fratelli e sorelle defunti.

«L’annuncio del Vangelo della risurrezione e la presenza della comunità cristiana accanto a chi è nel dolore per una morte abbisogna di quella sapiente scansione di tempi e di luoghi diversi che l’esperienza della morte necessita per essere vissuta e assunta in tutta la sua intensità umana e di fede».


TEMPI E LUOGHI DEL RITO DELLE ESEQUIE

Il rito indica come forma normale delle esequie un cammino in tre tappe: nella casa del defunto, nella chiesa parrocchiale, nel cimitero. Si tratta di luoghi diversi che manifestano e fanno vivere la ricchezza dell’esperienza delle esequie.

La casa è dove si sono sviluppati gli affetti, le amicizie, la vita quotidiana; essa si arricchisce per la portata simbolica dell’accogliere il corpo del defunto prima della sepoltura. È il luogo dove si può celebrare la veglia (ad esempio con la preghiera del Rosario), dove possono aver luogo le visite di familiari e amici per un saluto personale (nella cosiddetta “camera ardente”), dove può iniziare il cammino verso la chiesa.

Le esequie si celebrano nella chiesa parrocchiale, luogo principale per la liturgia della comunità. Normalmente avvengono con la celebrazione della Messa (CEI, Rito delle esequie, Città del Vaticano 2011, Precisazioni n.1.), in modo che questo momento sia vissuto nella forma celebrativa più completa e ricca, che culmina con il rito dell’ultima raccomandazione e commiato che comprende l’aspersione e l’incensazione del corpo del defunto.

Il cimitero è “luogo familiare” dove i nostri cari defunti vengono accompagnati per riposare in attesa della risurrezione (il latino cemeterium significa dormitorio). È il luogo di preghiera e di meditazione sia nell’accompagnamento alla sepoltura sia nelle visite a questo “luogo familiare” che custodisce il corpo dei defunti.

In alcuni casi si può prevedere una seconda forma in due tappe, nella cappella del cimitero e presso la tomba. A riguardo, nel Rito delle Esequie è indicato di svolgere la Liturgia della Parola (CEI, Rito delle esequie, n. 99), a cui segue il rito della raccomandazione e del commiato, per poi spostarsi in processione alla tomba per la sepoltura. La Messa potrà essere celebrata a tempo opportuno, prima o dopo le esequie, senza la presenza del corpo del defunto.

La Conferenza Episcopale Italiana ha scelto che la celebrazione delle esequie non si svolga nella casa del defunto.


ALCUNE INDICAZIONI PASTORALI

Possono presentarsi situazioni pastorali in cui sia opportuno ordinare il rito esequiale secondo forme diverse da quelle consuete. In questi casi è necessario avviare un confronto sia a livello di Convergenza foraniale sia di Diocesi, per un discernimento più oculato e più condiviso.

Case funerarie

La realizzazione nel nostro territorio diocesano delle “case funerarie” sollecita la nostra Chiesa a capire quale sia il ruolo più adatto di queste strutture nelle celebrazioni cristiane. Vista la peculiarità dei diversi luoghi, le “case funerarie”, come si evince anche dal nome, possono svolgere il ruolo della casa del defunto e degli ambienti obitoriali. Possono offrire l’opportunità per un saluto più adeguato, qualora non sia possibile vivere questo momento nella casa del defunto. Le “case funerarie” diventano così il luogo in cui allestire la “camera ardente”, nella quale rendere visita al defunto, pregare in un tempo di veglia o di Rosario, ma non il luogo della celebrazione liturgica delle esequie.

Celebrazione in presenza dell’urna cineraria

Per quanti hanno scelto la cremazione normalmente questa avvenga dopo la celebrazione esequiale, in cui sia presente il corpo del defunto. Il periodo di emergenza sanitaria a motivo pandemico ha visto la richiesta frequente, per motivazioni legate a periodi di isolamento, della celebrazione alla presenza dell’urna cineraria dopo la cremazione. Secondo quanto previsto dal Rito (CEI, Rito delle esequie, n. 180: “Monizioni e preghiere per la celebrazione esequiale dopo la cremazione in presenza dell’urna cineraria”) si sottolinea l’eccezionalità di questa forma e la richiesta del permesso del Vescovo in ciascun caso. La celebrazione si svolge nella Messa o nella Liturgia della Parola, a cui segue il rito dell’ultima raccomandazione e commiato, omettendo l’aspersione e l’incensazione, non essendo presente il corpo.

Omelia

Le esequie sono celebrazione del mistero pasquale, nel cui quadro vanno collocati anche la preghiera di suffragio e il saluto del defunto. Il Rito prevede che «dopo il Vangelo si tenga una breve omelia, evitando però la forma e lo stile di un elogio funebre» (CEI, Rito delle esequie, n. 70). Per questo, tenuto conto del dolore dei familiari e del ricordo del defunto, l’omelia diventi un momento di annuncio e di celebrazione della fede nella risurrezione e nella vita eterna.

Brevi parole di cristiano ricordo

«Dopo la monizione introduttiva all’ultima raccomandazione e commiato, secondo le consuetudini locali approvate dal Vescovo diocesano, possono essere aggiunte brevi parole di cristiano ricordo nei riguardi del defunto» (CEI, Rito delle esequie, Precisazioni, n. 6)

A tal fine si preveda un solo intervento, breve, nella forma di un “cristiano ricordo”, sempre concordato prima della celebrazione esequiale. Esso trova posto durante il rito dell’ultima raccomandazione e commiato, come previsto dal Rito, prima del canto che accompagna aspersione e incensazione; non deve essere pronunciato dall’ambone, ma da un altro luogo adatto.

Dato a Belluno il 19 maggio 2021
dalla Curia diocesana

+ Renato Marangoni