Indicazioni sulle collaborazioni in pastorale tra parrocchie

Decreto mappa delle collaborazioni
11-10-2022

 

1. Un’espressione del Nuovo Testamento, coniata dall’Apostolo Paolo, è illuminante per cogliere il significato e il valore dei luoghi abitati dai discepoli di Gesù. Le stesse loro case diventano anche luoghi di incontro della comunità ecclesiale dove si ascolta la Parola e si spezza il Pane. Ed ecco l’espressione: «Chiesa di Dio che è a Corinto» (1Cor 1,2; 2Cor 1,1). Gli inizi delle due lettere ai Corinti portano questo indirizzo. Si indica un rapporto strettissimo tra “Chiesa di Dio” e il territorio dove essa si incarna nel vissuto condiviso dei discepoli che vi abitano e operano. Oltre che “cattolica”, ossia sparsa ovunque nel mondo, la Chiesa è, nello stesso istante, anche “locale” ossia presente in un particolare territorio.

2. Un passaggio della Lumen Gentium – la Costituzione dogmatica sulla Chiesa promulgata dal Concilio ecumenico Vaticano II – è molto significativo a riguardo. Dopo aver premesso che «la Chiesa di Cristo è veramente presente in tutte le legittime assemblee locali di fedeli […] anch’esse chiamate Chiese nel Nuovo Testamento», il Concilio scrive: «In queste comunità, anche se spesso piccole e povere o viventi nella dispersione, è presente Cristo, per virtù del quale si raccoglie la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica» (LG 26).

3. Il Nuovo Testamento – e a esso fa eco il Concilio Vaticano II – segnala una dinamica propria della Chiesa: il suo abitare luoghi dove la gente vive. Le concretizzazioni in cui ciò avviene e le forme con cui la Chiesa si incarna sono molteplici. A riguardo è interessante riferirsi alle parabole di Gesù, precisamente all’immagine del lievito che viene impastato per fermentare tutta la pasta, al sale sparso per dare sapore e ad una lampada che non va oscurata perché deve illuminare il luogo dove essa è posta.

4. A partire dal IV-V secolo la realtà della parrocchia risponde a questa esigenza e realizza questo incarnarsi del Vangelo nella vita, nei luoghi e nei tempi della gente. La parrocchia lungo i secoli fino ad oggi ha svolto efficacemente questa missione. Inevitabilmente ha però corso anche dei rischi: ad esempio quando è stata assolutizzata fino al punto di diventare un sistema chiuso, autosufficiente, da preservare da ogni contaminazione esterna, a volte prendendo le difese nei riguardi delle altre parrocchie. Oggi, i cambiamenti in atto a tutti i livelli obbligano la parrocchia a ripensarsi radicalmente.

5. È significativo quanto i Vescovi italiani scrivono in una riflessione ancora attuale: Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia (2004). Molti aspetti qui approfonditi e molti orientamenti suggeriti sono all’origine anche del nostro percorso diocesano e della necessità di adeguare alcuni aspetti della vita delle parrocchie al nuovo contesto socio-culturale e territoriale: «Nelle trasformazioni odierne la Chiesa ha bisogno della parrocchia, come luogo dove è possibile comunicare e vivere il Vangelo dentro le forme della vita quotidiana. Ma perché questo possa realizzarsi, è necessario disegnare con più cura il suo volto missionario, rivedendone l’agire pastorale, per concentrarsi sulla scelta fondamentale dell’evangelizzazione» (n. 5). È la stessa fedeltà al Vangelo che domanda in ogni tempo e luogo di aprirsi alla novità di vita che essi offrono. Oggi, infatti, si sente l’esigenza di caratterizzare meglio e di più la parrocchia in senso missionario. Così anche auspica papa Francesco nella Evangelii Gaudium (nn. 27-33).

6. Un’eco di questo ripensamento, che persegue la finalità di dare nuovo slancio e vigore all’annuncio del Vangelo, si riscontra anche nel Libro sinodale della Chiesa di Belluno-Feltre, promulgato nel 2006. Si tratta del primo e unico Sinodo della Diocesi, costituita nel 1986, che cerca di trarre indicazioni di vita pastorale. Alcuni passaggi, in particolare, sulla parrocchia in rapporto al territorio (n. 170), sulla corresponsabilità a cui i fedeli in essa sono chiamati (nn. 174. 190), sulla necessità di una “conversione missionaria” (nn. 194-197) sono una predisposizione a quanto oggi si sta elaborando nel rapporto di fraternità tra le parrocchie nel contesto diocesano (n. 193). Inoltre tutto il cap. IV (nn. 198-212) è sorprendentemente dedicato alla “Pastorale sinodale”. Questa espressione richiama il Cammino sinodale che impegna oggi le 227 diocesi italiane e che caratterizza la sperimentazione e l’approfondimento attivati anche dalla nostra Chiesa di Belluno-Feltre.

7. Dopo il Sinodo la Diocesi ha fatto fronte alla minor disponibilità di presbiteri, affidando a singoli parroci più parrocchie. A volte si è cercata la soluzione indicata dal CDC nominando parroci “in solido”, dunque più parroci per più parrocchie. Negli anni successivi questa formula si è ulteriormente sviluppata. Essa ha generalmente portato ad accostare più parrocchie vicine sotto la medesima guida pastorale. Anche i CPP di più parrocchie si sono così avvicinati tra di essi, svolgendo assieme il loro servizio. Di fatto una particolare modalità di “pastorale d’insieme” si è gradualmente sviluppata lungo questi anni.

8. Si colloca qui la Carta d’Intenti che in due atti di “assemblea sinodale” – il 18 e il 25 settembre 2021 – è stata elaborata con il contributo dei Consigli pastorali parrocchiali, successivamente approvata dal Vescovo con Lettera dell’8 ottobre 2021, dopo il discernimento comunitario avvenuto con la partecipazione in assemblea dei parroci, dei vicepresidenti dei Consigli pastorali, di altre rappresentanze di realtà della Diocesi.

9. Nei mesi di maggio e giugno 2022 il vescovo ha convocato i Coordinamenti foraniali delle sei Convergenze foraniali per un’ulteriore chiarificazione e definizione dei livelli di collaborazione a cui tutte le parrocchie partecipano. È stata denominata “Mappa delle collaborazioni in pastorale tra parrocchie”. Come frutto di tale ulteriore discernimento,

il presente atto intende dare formalmente inizio al processo di collaborazione in pastorale che impegnerà le 158 parrocchie della Diocesi a iniziare dall’11 novembre 2022, solennità di San Martino.

Il primo triennio, fino all’11 novembre 2025, sarà di graduale attuazione conforme alle indicazioni della Carta d’Intenti e della Lettera di approvazione di essa da parte del Vescovo datata 8 ottobre 2021.

In tale periodo, che si colloca nel Cammino sinodale della Chiesa in Italia, tale attuazione è da intendere come una fase di sperimentazione in cui raccogliere e vagliare eventuali aspetti, componenti e problematiche che, alla fine del triennio di sperimentazione occorrerà approfondire, ripensare e integrare.

Belluno, 11 ottobre 2022

                                                                                  + Renato Marangoni, Vescovo di Belluno-Feltre

 

Con il presente atto inoltre si decreta la seguente “mappa delle collaborazioni”.