…intravidi una figura esile di confessore

Omelia nella ricorrenza dei 100 anni di don Mario Carlin - Cattedrale di Belluno
08-03-2022

Is 55,10-11; Sal 33 (34); Mt 6,7-15

«Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni paura mi ha liberato».

Le parole del salmo 33 esprimono i motivi di questa giornata così unica e significativa. La ricorrenza dei 100 anni di età di don Mario ci giunge come un dono e ci fa gioire. Sono tante le persone coinvolte: lo è tutta la nostra Chiesa di Belluno-Feltre. Porto a don Mario anche l’augurio e la preghiera dei vescovi del Triveneto, ora negli esercizi spirituali, ai quali ho partecipato questo evento.

Don Mario, attraverso il salmo pregato, ci sta dicendo: «Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome». Sì, il Signore è “il cuore” della nostra vita: fonte sorgiva da cui essa scaturisce e oceano immenso in cui trova compimento. Da Lui provengono e a Lui si orientano tutte le ragioni del nostro vivere. Tutto quello che oggi possiamo ricordare è spiegato nell’invito del salmo: «Esaltiamo insieme il suo nome». Sono la vita stessa e il ministero di don Mario ad esprimerlo. Grazie, don Mario.

Si tratta dell’esperienza più bella a cui il Signore della vita ci chiama. Una semplice parola la esprime: insieme! “Insieme” rappresenta il mistero di Dio che si apre a noi. “Insieme” racconta la nostra vicenda di discepoli e apostoli di Cristo. “Insieme” addita il sogno del Vangelo a cui, con le nostre povertà e fragilità, ci siamo votati. “Insieme” indica la condizione reale della nostra umanità che – come dice il salmo – ha “il cuore spezzato” e “lo spirito affranto”, ma ad essa è vicino il Signore che la salva.

Inoltre riconosciamo nel salmo quello che don Mario potrebbe condensare come significato profondo di questi 100 anni di vita: «Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni paura mi ha liberato». È affascinante quello che viene evocato: la ricerca del Signore, il suo rispondere che addirittura precede la nostra iniziativa, e poi la sua azione su di noi con cui ci libera da ogni paura. È la Pasqua di Gesù in noi!

I pensieri, che abbiamo potuto raccogliere da don Mario in questi ultimi tempi, ci hanno trasmesso questa liberante ricerca del Signore che ci fa oltrepassare ogni paura.

Ci sentiamo molto incoraggiati, caro don Mario! Umilmente possiamo fare nostro quanto dice Isaia a nome del Signore: «La parola uscita dalla mia bocca non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata». Con questa fiducia intendiamo guardare al difficile e drammatico momento che stiamo vivendo, particolarmente nel continente europeo e, dunque, innalzare al Signore la nostra supplica di pace per tutti e ovunque. In Lui noi confidiamo.

Ed ora concedetemi un ricordo di sei anni fa. Era la domenica 7 febbraio 2016, qualche giorno prima che venisse comunicata la mia nomina a vescovo. Era una giornata piovosa. Nel pomeriggio venni qui. Desideravo sostare in cattedrale. Vi entrai. Vi era penombra ovunque e non c’era nessuno se non un confessionale nella navata di sinistra con la luce accesa dentro il quale intravidi una figura esile di confessore. Provai tenerezza e mi illuminai di un raggio di fiducia. Ritrovo questa scena nel racconto evangelico di oggi. Gesù ci incoraggia a confidare, perché «il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate» e perché «il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi».

Don Mario oggi – raggiunti i 100 anni di età – ci dona e testimonia questa “buona novella” di Gesù.