Nell’ordinazione presbiterale di don Diego Puricelli

Omelia in Cattedrale a Belluno
21-04-2018

At 4,8-18; Sal 117 (118); 1 Gv 3,1-2; Gv 10,11-18

Ognuno di noi porta dentro di sé una domanda che a volte diventa dubbio e anche paura: sono davvero quello che vorrei essere? Sono quello che gli altri si attendono da me? Sono quella bella promessa che in certi momenti felici ho percepito della mia vita?

Nelle occasioni in cui Diego racconta di sé – come ieri sera nella veglia di preghiera per le vocazioni – egli solitamente fa riferimento a quand’era bambino. È la stagione della vita in cui si cerca di diventare quello che siamo chiamati ad essere: «Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!».

Oggi abbiamo ricevuto questo buon annuncio: un grande amore è dato a ciascuno di noi! Questo grande amore ci dà la dignità di essere realmente figli.

Caro Diego, comincia di nuovo per te un’esperienza di questo “grande amore che ti è stato dato”.

Il dono di essere presbitero in questa Chiesa di Belluno Feltre è innanzitutto il tuo diventare figlio realmente, realmente figlio di Dio.

Senza questa figliolanza da ricevere e da reimparare ogni giorno, senza cioè questo lasciarsi mettere al mondo, non c’è vera conoscenza e non c’è concreta esperienza d’amore, come ha detto l’apostolo Giovanni.

Diego, sarai figlio anche dei fratelli e sorelle che incontrerai nel vivere il ministero, lo sarai delle comunità a cui verrai inviato, lo sarai dei tuoi confratelli preti. Lo diventerai giorno dopo giorno.

C’è un passaggio della vita in cui si scopre che la verità più profonda e più liberante di sé stessi è il dono che ti è stato fatto. Cresciamo se si diventa, pazientemente, quello che ci è stato donato: «Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!».

Il ministero che oggi, per l’azione consacrante dello Spirito di Dio, ti viene affidato non è altra cosa da questa grande promessa di “un grande amore dato dal Padre per essere realmente figlio di Dio”.

È da figli che si impara a generare. Si genera perché si è ricevuto.

Le parole dette da Gesù veicolano tutto ciò che lui giorno dopo giorno è diventato: «Il Padre mi ama. Per questo io do la mia vita».

Da Figlio amato, Gesù offre, consegna, espone, depone la sua vita. Se ne priva. Con un’espressione di Paolo, potremmo dire che Gesù “non trattiene gelosamente la sua propria vita”. Con un’immagine di contrasto Pietro dice: «La pietra scartata da voi costruttori è diventata la pietra d’angolo».

Nel contesto odierno viviamo tutti una condizione in cui occorre ridiventare figli, realmente figli di “un grande amore”. È un bisogno delle nostre famiglie, degli adolescenti e dei giovani che di fatto cercano un “amore vero” in una condizione di dispersione del loro essere figli; è un bisogno delle nostre comunità di fede e, anche, di noi ministri, un bisogno del nostro presbiterio che non può essere generativo senza amore…

L’immagine a cui Gesù si ispira è commovente: un pastore per le pecore che gli appartengono espone la sua vita anche al pericolo del lupo il quale rapisce e disperde. Questo legame tra pastore e pecore è intenso: camminano insieme, dormono negli stessi luoghi, si cercano a vicenda. Il pastore stesso dipende dalle sue pecore, dal calore della loro lana, dal latte che esse gli danno. Straordinaria la nota di Gesù: pastore e pecore si ascoltano a vicenda. Parlando del suo rapporto con il Padre, Gesù dice che lo ascolta sempre: «Il Padre conosce me e io conosco il Padre».

Essere figli realmente di questo “grande amore” da cui proveniamo ci permette di generare nuova vita, esponendo e deponendo la propria. Non conta essere primi; non contano privilegi o titoli o posti d’onore che possiamo acquisire.

Si spiega così ciò che stiamo per compiere come consegna di ministero a Diego. Lo Spirito che invochiamo è datore di vita.

La nostra Chiesa di Belluno Feltre, la tua comunità di provenienza – Santa Croce del Lago – il nostro presbiterio, i tuoi genitori con la tua famiglia, la Comunità di Nuovi Orizzonti, ora si raccolgono in preghiera perché tu sia realmente figlio di quel “grande amore che il Padre ci ha dat”o e in questo amore tu possa non tenere per te la tua vita ma esporla e deporla.

Sarà il modo più evangelico per annunciare e testimoniare che Gesù, pietra scartata dai costruttori, «è diventata la pietra d’angolo». Con la tua vita, esposta e deposta, annuncerai e testimonierai che per tutti, anche per le pecore che “non provengono dai nostri recinti”, vi è realmente un infinito amore che sana e salva.