Per la sezione ANA di Belluno

Eucaristia “natalizia” con gli alpini della sezione di Belluno
19-12-2020

Gdc 13,2-7.24-25a; Sal 70; Lc 1,5-25

Cari Alpini, siamo verso i 100 anni di vitalità e di operosità per la sezione di Belluno.

Siamo consapevoli tutti, ma anche ammirati, dell’infaticabile energia di gratuità che avete fatto sgorgare abbondante, come una sorgente di acqua fresca in montagna. L’avete plasmata nella forma del volontariato che pulsa fortemente nel vostro sangue. La “pressione alta” è connaturata con la vostra indole e con la vostra struttura.

Eccoci qui, in un clima di preparazione al Natale che ci vede piuttosto preoccupati. Stanno davanti a noi immagini e notizie che ci destabilizzano, spesso ci fanno sentire “impossibilitati” nel dare una svolta risolutiva alla situazione di pandemia, così contagiosa come si sta manifestando, in particolare, in tutto il nostro territorio.

Tra tanta informazione che ci stordisce, c’è una bella notizia che sta circolando nei racconti dei familiari di tanti ammalati nei nostri ospedali e di tanti anziani nelle case di soggiorno. Il personale ospedaliero e di chi fa servizio nelle case di anziani ha creato la possibilità di mettere in comunicazione malati e anziani con i loro familiari: Mi è stato detto che si tratta di una benefica esplosione di commoventi sentimenti, di fortissime emozioni, di affetti risvegliati che sembravano sopiti.

Non possiamo non cogliere questa ondata di bene che si sta muovendo e sta riscaldando i cuori come delle luci che si stanno accendendo nel buio di una notte che ci appare troppo lunga…

Abbiamo ascoltato la prima storia che l’evangelista Luca racconta nel suo Vangelo. Inizia con una coppia di anziani Zaccaria ed Elisabetta, simile al racconto di creazione. C’è una certa delusione e frustrazione che caratterizza la vita di questi due congiunti: non hanno avuto figli. Ma qualcosa viene a spezzare questa logica di vergogna, come la definisce Elisabetta. Giunge un annuncio stravolgente a Zaccaria mentre era nel tempio. Comprendiamo la sua incapacità a credere a questa novità che viene dalla fedeltà di Dio alla sua alleanza con il popolo. Zaccaria rimane muto, incapace di comunicarla perché non si è lasciato stupire da essa. Dall’altro canto abbiamo Elisabetta che, invece, sembra sbocciare in una gioia sincera. Proprio da qui ricomincia una storia nuova che cambia la vita di lei. Poco dopo verrà raccontato il suo incontro con Maria. Dalla solidarietà tra Elisabetta e Maria, dal loro abbraccio di aiuto vicendevole la storia del Popolo è rigenerata.

È importante per voi Alpini questa storia nuova che comincia. Nasce da uno stupore, da una solidarietà, da una vicendevole appartenenza, dal desiderio e dalla scelta di essere di aiuto all’altro. Dentro questa vicenda di salvezza che si dischiude dall’incontro tra Maria ed Elisabetta c’è il Natale di Gesù.

Cari alpini, anche voi siete posti tante volte su un terreno duro ed arido come un seme che deve germogliare e offrire il fiore e il frutto di una storia nuova.

Sì, il vostro senso di vicendevole appartenenza capace di generare nuovi fermenti di vita è decisivo nel nostro contesto di montagna. Non si rinasce se all’origine non c’è un legame profondo, una solidarietà capace di sfidare anche le situazioni più difficili… Quante di queste condizioni negative e, a volte dolorose, voi avete saputo attraversare spargendovi il seme della fraternità!