Per l’Avvento 2021

Lettera a presbiteri e diaconi - prot. n. 130/2021
03-12-2021

 

Carissimi presbiteri e diaconi,

un cordiale saluto a voi tutti con l’augurio di un buon Avvento! Vorrei consegnarvi una parola di fiducia e di sostegno che viene dal vangelo di oggi, giovedì della prima settimana: «Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia» (Mt 7,25).

È possibile che “non cadiamo” e che “non rischiamo la rovina”. La Parola già seminata nella nostra Chiesa e in noi può metterci in sicurezza di vita e offrirci quella saldezza di cui abbiamo bisogno. In Gv 15,3 vi è una promessa indistruttibile di Gesù: «Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato». Nella vita delle nostre comunità stiamo apprendendo uno stile che non ci fa rivendicare una vittoria o un successo su concorrenti, ma che ci fa essere uniti nel camminare insieme, passo dopo passo, sostenuti e guidati dalla fedeltà d’amore del Signore Gesù, per cui anche noi cerchiamo – aiutandoci – di “praticare la sua parola” e “fondare sulla roccia la nostra casa”.

 

1. IL “CAMMINO SINODALE” DELLE CHIESE IN ITALIA

a. La nostra Chiesa di Belluno-Feltre in questo tempo
Una prima considerazione si riferisce agli incontri che abbiamo fatto nel contesto di ogni convergenza foraniale. Vi ringrazio di cuore dell’accoglienza e della disponibilità manifestate. L’intento è stato di rassicurare che il cammino che stiamo facendo non è fuori luogo. La nostra Chiesa di Belluno-Feltre cerca di condividere quanto papa Francesco sta suggerendo alla Chiesa tutta e quanto la Conferenza episcopale italiana sta elaborando in questo “tempo nuovo” e certamente inedito, dove la sensazione del “non sapere cosa fare” può insorgere.

b. Tre dimensioni del nostro essere Chiesa, ma un percorso diocesano unitario
Ognuno che abbia una qualche responsabilità pastorale dovrebbe tener conto che vanno composti insieme tre aspetti per il prossimo futuro: il Sinodo dei Vescovi con la consultazione di tutti, il “cammino sinodale” delle Chiese in Italia, il nostro vissuto diocesano. Questi tre aspetti comunque costituiscono un percorso unitario. Lo chiamiamo “cammino sinodale” e comprende tutto quello che si sta facendo a livello universale, nazionale e diocesano. In questo unico percorso, dove noi siamo impegnati con il “camminare insieme tra comunità parrocchiali sorelle” (cfr. la Carta d’intenti), c’è un’esperienza nuova da pensare e attuare: si tratta di concretizzare la “consultazione di tutti” richiesta da papa Francesco in vista del Sinodo dei Vescovi che si terrà come celebrazione nell’ottobre del 2023, ma che in realtà è già aperto in tutte le diocesi con tale iniziativa. Perché attuarla? È senz’altro un passo significativo per crescere come “Chiesa sinodale”. Ci sono momenti della vita ecclesiale – si pensi a quanto descritto in Atti 15 – in cui occorre attivare un ascolto più esteso dando la possibilità di esprimere il proprio pensiero a tutti quelli che lo desiderano. E questo al fine di cogliere meglio ciò che lo Spirito dice alla Chiesa. Papa Francesco lo propone a tutte le Chiese nel Sinodo dei Vescovi che si sta attuando.

c. Un esercizio di ascolto a cui invitare tutti: i “gruppi sinodali”
Ma tutto questo diventa anche interessante per la Chiesa in Italia e, specificatamente, per la nostra diocesi. Chiedo a tutti la disponibilità a entrare in questo esercizio sinodale. È uno sviluppo nel discernimento in cui ci siamo già sperimentati soprattutto negli organismi di partecipazione e comunione. Certamente porterà un frutto anche per il nostro percorso pastorale diocesano. I tempi sono ristretti, ma cercheremo di realizzare con intensità spirituale e disponibilità pastorale quanto ci sarà possibile in questi mesi fino a tutto aprile 2022. Per questo – come in tutte le Diocesi italiane – sono stati nominati due “referenti sinodali” che potranno essere coadiuvati da un’équipe non ancora designata. I due referenti sono don Davide Fiocco, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale della comunicazione, e Giulia De Pra della parrocchia di Caviola, delegata foraniale. Accompagneranno la fase di formazione dei cosiddetti “gruppi sinodali”, dove appunto avverrà questo “ascoltarsi” per discernere ciò che lo Spirito dice oggi alla Chiesa. Appena possibile saranno offerte le necessarie indicazioni per attuare tutto questo. La CEI ha provveduto a pubblicare il sito dedicato al “Cammino sinodale” – www.camminosinodale.net – per essere di aiuto e formazione per tutti. Vi invito a visitarlo.

 

2. LA CELEBRAZIONE DELLA RICONCILIAZIONE NEL CONTESTO DEL NATALE

Una seconda considerazione riguarda la celebrazione del sacramento della Riconciliazione in vista della celebrazione del Natale del Signore. Dopo l’esperienza della celebrazione della Penitenza nella terza forma (con la confessione generale e l’assoluzione in forma collettiva dei peccati) nelle celebrazioni scorse del Natale e della Pasqua in tempo di pandemia, considerate le richieste avanzate da alcuni parroci, ho ritenuto opportuno concederla anche per questa prossima celebrazione del Natale, sentiti gli altri Vescovi della nostra Conferenza episcopale. Le parrocchie che scelgono questa terza forma sono tenute a celebrarla secondo le indicazioni diocesane che qui di seguito riporto, dal momento che giudicare se ci siano le condizioni «è riservato al Vescovo diocesano, d’intesa con gli altri membri della Conferenza Episcopale». Inoltre è riservato a lui «stabilire quindi quando sia lecito impartire l’assoluzione sacramentale in forma collettiva» [dalle Premesse al Rito della Penitenza].

  1. Queste indicazioni non comportano l’esclusione della forma ordinaria di celebrazione del sacramento della Riconciliazione, ma opportunamente considerano il contesto di possibilità di maggior contagio che la forma cosiddetta “individuale” potrebbe favorire.
  2. La terza forma della Riconciliazione sacramentale è da tenersi nelle chiese parrocchiali, limitatamente al periodo tra mercoledì 15 dicembre e mercoledì 5 gennaio.
  3. Si tenga come norma la possibilità di una sola celebrazione per parrocchia, ma – se l’opportunità pastorale lo richieda – si faccia anche un’ulteriore celebrazione per ragazzi e adolescenti coinvolti nel cammino di Iniziazione cristiana, eventualmente con i loro genitori, in chiesa parrocchiale.
  4. Se più parrocchie hanno lo stesso parroco si cerchi di fare insieme la celebrazione nella chiesa parrocchiale di maggior capienza, a meno che esigenze pastorali particolari non suggeriscano di farla in ogni parrocchia.
  5. Sarebbe opportuno che in parrocchia si evidenziasse il giorno in cui si celebra la Riconciliazione e si caratterizzasse come “giornata penitenziale”.
  6. Conforme a quanto indicato al n. 35 delle Premesse al Rito della Penitenza, si deve tenere in debito conto il carattere di straordinarietà di questa forma con la confessione e assoluzione generale in cui l’assoluzione avviene in forma collettiva. Si cerchi di presentarla in modo positivo e comprensibile, sia nel dare l’informazione, sia nel formulare l’invito, sia nel celebrare.
  7. Tra le condizioni poste nel Rito, c’è anche l’impegno a confessare eventuali “peccati gravi” a tempo debito, quando avverrà la successiva forma individuale di confessione.
  8. La celebrazione della Riconciliazione nella terza forma deve restare distinta e separata dalla celebrazione dell’Eucaristia, che comprende già un rito penitenziale all’inizio da non confondere con la terza forma, semmai la richiama e/o rimanda a essa. Così anche è necessario che la celebrazione della Riconciliazione nella terza forma non sia inserita in altri contesti di incontro di preghiera (come le veglie che si fanno in preparazione al Natale), poiché ha un carattere sacramentale proprio e una propria forma liturgica che vanno rispettati e garantiti.
  9. Questo momento celebrativo deve avere i caratteri di una vera celebrazione conforme alle indicazioni del Rito della Penitenza ai nn. 60-63. Lo stile celebrativo di questa terza forma non deve essere approssimativo, ma va preparato bene, prevedendo i vari servizi liturgici che richiede (lettore, cantore, servizio di accoglienza e di indicazione dei posti da occupare…). Verrà proposta dall’Ufficio diocesano per la Liturgia una traccia, a cui ci si riferirà per predisporre la celebrazione parrocchiale.
  10. Si deve provvedere che i partecipanti che chiedono l’assoluzione generale in forma collettiva lo indichino con un segno: o mettendosi in ginocchio, o con un inchino profondo, prima di pronunciare la formula della confessione generale e prima del Padre nostro. La cura e la realizzazione di questi segni sono espressione del rispetto e dell’attenzione da avere verso i fedeli e del senso di responsabilità per il sacramento celebrato.
  11. In Cattedrale a Belluno la celebrazione della Riconciliazione sarà alle ore 18.00 di mercoledì 22 dicembre. Sarà trasmessa in diretta da Telebelluno per offrire alle persone, che non possono partecipare in presenza nella propria parrocchia, la possibilità di un momento di ascolto e preghiera per la “contrizione” dei peccati e la richiesta personale a Dio del perdono.

Per chi parteciperà in presenza è prevista l’assoluzione sacramentale collettiva, conforme alla terza forma del rito della Penitenza.

 

3. RITIRO SPIRITUALE: GIOVEDÌ 16 DICEMBRE, ORE 9.00-12.00

Per tutto il presbiterio e per i diaconi, giovedì mattina 16 dicembre, si terrà il Ritiro spirituale al Centro Papa Luciani. Nel contesto del “cammino sinodale”, mediteremo sull’incontro di Pietro con Cornelio (Atti 10). Nel racconto lucano questo evento sembra assumere i contorni di un’ulteriore “annunciazione”. Sarà don Mirko Pozzobon a guidare l’incontro di spiritualità. L’appuntamento è alle 9.00. La conclusione è prevista per le 12.00.

Ci sarà la possibilità del pranzo: per questo la direzione del Centro chiede di prenotarsi possibilmente entro lunedì 13 (email: centro@papaluciani.it).

 

Mi permetto di sollecitare a essere attenti nell’applicazione delle indicazioni anti-Covid che già conosciamo, in particolare nelle celebrazioni. Il fatto che, nei giorni del Natale, parteciperà più gente ci fa essere rispettosi e vigilanti, anche per non scoraggiare la stessa partecipazione.

Sostenuti dalla preghiera vicendevole e dalla “grazia” della fraternità, un rinnovato saluto e un cordiale arrivederci

Belluno, 2 dicembre 2021

+ Renato Marangoni