Sguardo di fiducia verso l’Addolorata

5ª domenica di Quaresima - Festa votiva della Madonna Addolorata, chiesa di Santo Stefano in Belluno
26-03-2023

Ez 37,12-14; Sal 129 (130); Rm 8,8-11; Gv 11,1-45

Un particolare del racconto evangelico ha un significato estremamente decisivo in ordine alla vita: Maria, sorella di Marta e Lazzaro, si alza in fretta – da seduta nel suo dolore – ed esce di casa così da far pensare ai circostanti [i Giudei] che sarebbe andata a piangere al sepolcro. E, invece, lei si dirige da Gesù, gli si getta ai piedi, dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». È una scelta di risurrezione e vita: di fronte al bivio o andare al sepolcro a piangere ciò che appare perduto o andare da Gesù e abbandonarsi su di lui. Maria sceglie la vita, ma occorre alzarsi e uscire da sé…

Ieri abbiamo celebrato l’Annunciazione del Signore, oggi qui in questa chiesa di Santo Stefano il nostro sguardo di fiducia guarda all’Addolorata. Sì, colei che ieri nel Vangelo di Luca è stata chiamata dall’angelo «piena di grazia» con un figlio concepito da dare alla luce e da chiamare Gesù, proprio lei, per quel figlio, oggi noi la vediamo condividere il suo strazio e il suo dolore.

Percepiamo che tutto il mistero della vita qui è intensamente rappresentato. Oggi, inoltre, in questa V domenica di Quaresima si alza una parola creatrice – totalmente nuova – che ci lascia sospesi. È detta a Marta, sorella di Maria e di Lazzaro caduto ormai nella morte. Ecco la parola: «Tuo fratello risorgerà». Oltre questo annuncio, ecco la Vita: «Io sono la risurrezione e la vita…».

Maria aveva cosparso «di profumo il Signore» e «gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli». C’è un tirocinio nella vita da compiere, quello del profumo da cospargere sui corpi, quello del lavare e asciugare i piedi… Tutto questo orienta alla Pasqua, conduce al suo parto di Vita.

Narra il vangelo di Gv 11 che «Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava». Gesù, dunque, indugia nel morire: ecco i “due giorni” in cui sosta prima di andare a spalancare il sepolcro di Lazzaro. Quell’indugio, però, resta avvolto dall’amore, protetto per la Vita, in attesa di sconfinare e darsi.

Un pensiero finale: «Dove sta il perché finale della risurrezione di Lazzaro? Sta nelle lacrime di Gesù, la sua dichiarazione d’amore fino al pianto. Piangere è amare con gli occhi. L’uomo risorge per le lacrime di Dio, risorgiamo perché amati» (Ermes Ronchi).